Chi segue i miei scritti sa che non sono mai stato tenero con la Ferrero.
Le mie critiche hanno “preso di mira” soprattutto :
- la gestione dei gelati Kinder
- il fatto che, al contrario di alcuni concorrenti (vedi il prodotto “dark” di Kit e Kat – Nestlè – sotto), Ferrero non si sia evoluta dal punto di vista della composizione dei propri prodotti, sempre “troppo dolci” ed orientati ai bambini, in un Occidente che – sostanzialmente – ne fa sempre meno.
- Ferrero avrebbe potuto essere più attiva nella questione dell’ olio di palma.
Mettendo da parte queste osservazioni costruttive – che per Ferrero potrebbero essere solo uno stimolo – vorrei evidenziare un fatto molto positivo che riguarda l’approccio ai Nutella Biscuits.
Sotto trovate un brano di un articolo de Il quotidiano.it che descrive tutta la vicenda e che credo meriti di essere evidenziato.

“Se non fosse stato per la presenza della Ferrero – sottolinea Saverio Quagliata – Balvano forse non esisterebbe più. Ci sono circa 150 persone del posto che lavorano nello stabilimento e questo ha contribuito decisamente a ridurre il tasso di disoccupazione in paese“. Saverio ci fa da guida per un breve tratto di strada e ci accompagna davanti all’ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta, nel punto in cui la fine e l’inizio, il dolore e la speranza si sono drammaticamente incrociate alle 19:34 del 23 novembre del 1980 quando una violenta scossa di terremoto provocò in Basilicata e in Campania la morte di 2914 persone. “Quella sera – racconta Saverio con gli occhi lucidi – tra le macerie della chiesa morirono settantasette persone, quasi tutti adolescenti e tra le vittime c’era anche mia sorella. La Ferrero poco dopo ha iniziato a costruire lo stabilimento per aiutare il nostro paese a risollevarsi”.
“Chi ha vissuto tutte le fasi della presenza della Ferrero è Ezio Di Carlo, nella vita lui è un medico ed è stato fino agli anni Novanta sindaco del paese. Di Carlo ha vissuto da sindaco la tragedia del sisma dell’80 e le fasi successive della ricostruzione. “Dopo il terremoto del 1980 – spiega – se non fosse stato per la Ferrero e per altre grosse aziende che hanno deciso di investire in quest’area adesso non solo Balvano ma anche tanti altri paesi si ritroverebbero quasi senza abitanti. Michele Ferrero scelse Balvano perché colpito dalla tragedia della chiesa dell’Assunta e così decise di investire nel nostro territorio per aiutare la gente a risollevarsi trasformando la disperazione in speranza”. Nei bar e nei negozi di alimentari del posto i Nutella Biscuits sono introvabili. “Noi qui – dice una commessa – li produciamo ma non li vendiamo, da quando sono in commercio ci vengono consegnati con il contagocce, ma non fa niente, a noi interessa che ci sia una buona vendita così ci saranno altre assunzioni”. “Mio figlio – spiega la signora Maria – se è rimasto qui è grazie proprio alla Ferrero”.
I francesi direbbero chapeau.
Due volte:
- per la politica sociale in Lucania
- per la politica di marketing messa in pratica da Alessandro D’Este, ad di Ferrero (foto sopra), per il lancio dei Nutella biscuits. L’ho trovata assolutamente geniale.



