È proprio vero dott. Francesco Pugliese che non sono gli alberi a fare il Natale, ma le persone.
Persone che nel vostro spot lavorano, che anche a Natale prestano il proprio tempo alla comunità.
Ma c è anche un’altra Italia, l Italia dell’ Ilva, l’ Italia della Whirlpool, l’Italia dell’ ex AUCHAN RETAIL.
Lei dice “abbiamo fatto uno spot così perché per noi è fondamentale riconoscere queste persone”.
Ecco è proprio quello che Le chiediamo tutti noi di Auchan: ci riconosca come persone e non come numeri 3107, 6105, 8000…
Dietro ad ognuno di noi c è una lunga storia fatta di appartenenza, di sacrifici, di gioie, di passione…
Non distrugga questo capitale umano, anzi lo metta a disposizione della comunità.
“E questo non è un regalo è un dovere e una responsabilità”.
Anche noi non vogliamo regali, non vogliamo assistenzialismo, chiediamo di poter continuare a dare il nostro contributo con passione e dedizione.
Noi siamo quelle stesse persone che hanno contribuito a fare “grande” Auchan in Italia e a cui oggi é stata tolta un’identità.
Non sappiamo più chi siamo o chi saremo, siamo i cosiddetti ESUBERI.
Mi aiuti a capire cosa/chi sono gli esuberi.
Quale colpa, gli esuberi, devono espiare in questo mondo falso e ipocrita del business che si nasconde dietro ad uno spot strappalacrime per il Santo Natale.
A proposito come ha detto il grande Francesco (quello originale) accanto all’ albero fate il PRESEPE!
E Buon Natale!
Clorinda Esposito Autore Responsabile di mercato/Buyer settore tessile presso Auchan Retail
In effetti il lavoro è identità, rispetto, dignità e passione. Molto prima dei soldi dello stipendio o delle competenze, che sono comunque indispensabili.
E l’incertezza, unita alla sensazione di essere inutili o invisibili agli occhi della società, sono inqualificabili.
Per questi motivi e per queste sensazioni – che purtroppo conosco molto bene – ho condiviso la lettera della signora Esposito.
Giuseppe Caprotti
“Qual’è la cosa peggiore? L’umiliazione. Essere privati dell’onore e della dignità. Essere spogliati , emarginati dal branco. Questa è la punizione peggiore, essere sepolti vivi”.
Jo Nesbo, “Il leopardo”
Sotto : Francesco Pugliese, ad Conad. Francesco Pugliese ha spiegato- molto tardi, secondo noi – le sue ragioni in questo pezzo
Pubblicato il 16 dicembre e aggiornato il 24 dicembre 2019



