Quasi in contemporanea
- Intermarchè (Sotto : “Cari concorrenti copiateci..”.) ha annunciato di comprare i prodotti freschi da : agricoltori. allevatori, pescatori (o allevatori di pesce o molluschi) al costo (prix coutant).
Il fatto che lo dichiari la dice lunga sugli “abituali” rapporti gdo- fornitori di prodotti freschi ai quali viene, molto probabilmente, spesso, comprata la merce sottocosto ( = gli agricoltori, i pescatori francesi, etc. ci rimettono soldi).
Ciò premesso l’esempio, forse isolato, di Intemarchè – che considera i suoi fornitori come partner – è ancora più lodevole perchè va controcorrente (un pò come la Unes dei “vecchi tempi” con la qualità del Viaggiator Goloso e l’everyday low price)

- Ikea ha annunciato che ha dato aiuto finanziario ai suoi fornitori (“Ikea was forced to give substantial financial help to some of its hundreds of external suppliers ..”.
Ikea ha concesso prestiti, pre- pagamenti e finanziamenti di altro tipo ai propri partner.
Nel frattempo :
- In Italia pare, invece, che ci sia qualcuno che continua a “spremere” – anche con il coronavirus – i fornitori (leggi, in proposito, “il pacco di Natale” ).
- Sulle iniziative dei discount, ad agosto, leggi qui.
- Sotto trovate un’altra iniziativa di una “nota catena”, a novembre.
- Leggi anche : Ananas svenduto da Iper. Le considerazioni di un operatore
I nomi dei distributori non mi sembrano importanti anche perchè sono risaputi .
A me interessano invece i segnali dati al mercato.

La pressione promozionale, dopo un rallentamento intelligente durante il primo lockdown, sta salendo vertiginosamente (vedi sotto).
Ed è molto più alta che nel resto dell’Europa, che sembra comportarsi in modo molto più evoluto che in Italia.

Il problema di supermercati, superette e ipermercati , in Italia, è’ che i discount stanno crescendo più del resto della distribuzione. E stanno crescendo anche le loro vendite al metro quadrato.

I discount si fanno considerare supermercati mentre i supermercati hanno, talvolta , perso la loro identità che dovrebbe condurli – me lo ha ricordato l’acquisizione di Fresh Direct da parte di Ahold-Delhaize – alla partership di lungo periodo con i propri fornitori.
Chi vuole, a tutti i costi, battere i discount con prezzi “stracciati” (*) non sembra lungimirante perchè rischia di provocare:
- l’abbassamento della qualità (con possibili danni alla salute dei consumatori),
- danni per l’ambiente
- il possibile incremento del caporalato nei campi (nota bene anche il calo del valore aggiunto nell’agricoltura italiana nell’ultimo decennio).
Tra l’altro i prodotti a marchio privato dei discount sono spesso e volentieri migliori di quelli del resto della distribuzione, quindi, nel volere “prezzi bassi a tutti i costi”, la gdo tradizionale finisce per farsi male da sola .
I clienti non sono stupidi, il divario di crescita tra supermercati e discount rischia di allargarsi e la clientela rischia di spostarsi, ancora di più, dai supermercati ai discount.
Alla domanda : “mi trovo tra l’incudine dei discount e il martello Amazon, come ne esco?” rispondo : con la differenziazione, attraverso assortimento e qualità dei prodotti dei fornitori- partner.
Senza citare la mia esperienza diretta passata, a Limito di Pioltello, ricordo che Fresh Direct, vedi sopra, diversifica la propria offerta andando alla fonte (**) dei prodotti freschi e creando ricette uniche per i propri piatti pronti.
(*) se si considerano solo i prezzi si rischia il possibile “effetto Auchan“( leggi : Auchan : i disastri della politica commerciale), a scapito della qualità.
(**) l’utilizzo dell’ italico non è un caso, visto che in questo paese esistono ancora svariati intermerdiari (in diminuzione, ma ci sono), che mi paiono anacronistici, anche perchè contribuiscono a tenere più alti i prezzi.

p.s. : oltre al possibile abbassamento della qualità, il rischio è che gli sconti, le promozioni continue vengano , molto spesso , ribaltate nei listini dei fornitori.
Oppure, in uno scenario dove la deflazione la fa da padrone, che la marginalità di secondo livello continui a salire (è raddoppiata dal 2004 ad oggi) per dar ulteriori armi all’industria alimentare che di fatto dirige e orienta tutto quanto succede nella grande distribuzione.
Prima stesura : 23 novembre, ultimo aggiornamento 23 dicembre 2020



