Jesper Brodin, il nuovo Ceo di Ikea , ha rivelato le strategie del colosso svedese in una recente intervista al Financial Times.
Ikea deve cambiare: le vendite del colosso svedese , l’anno scorso, sono salite solo del 2% contro una media del 7% nei 5 anni precedenti.
Sapevamo già che puntava ad aprire un negozio piccolo nel centro di Parigi.
Ma in questa intervista si capisce che quello della capitale francese non è un test ma una strategia precisa, da sviluppare nei prossimi due anni, puntando sui centri di 10 città come Parigi, New York, Tokyo, etc. .
Questa mossa ha un senso, vista l’urbanizzazione crescente e l’invecchiamento della popolazione occidentale.
Secondo Ikea nelle città, nel 2015, viveva il 30% della popolazione mondiale ma nel 2030 questa percentuale raddoppierà fino a raggiungere il 60% della popolazione.

Oltre a testare nuove tecnologie (spesa virtuale) proverà l’affitto di mobili e cercherà di portare la propria percentuale di vendite e-commerce dal 5% al 10%
Su 34 miliardi di € di fatturato globale vuole passare dagli attuali 1,7 miliardi a 3,4 miliardi di €.
Ikea punta quindi sui centro città , sull’affitto dei mobili e sull’e-commerce. La scelta di negozi più piccoli e di sviluppo attraverso l’e-commerce non è in line a con quello che sta accadendo in Francia e negli USA, dove i grandi centri commerciali e gli ipermercati (negli USA si chiamano supercenter o wholesale clubs) sono in crisi da tempo.
L’affitto dei mobili potrebbe avere un grosso impatto sull’ambiente (economia circolare).
Ikea – sotto – utilizza l’intelligenza artificiale per la gestione delle Risorse Umane.

sotto l’etichetta di una delle 340 botteghe svedesi di Ikea nel mondo. Le botteghe sono sempre abbinate ad un ristorante, nel segno della contaminazione dilagante.



