Redatto il 15 luglio, aggiornato il 27 luglio 2023
Inflazione, quelle tre verità che disturbano
(titolo originale della versione cartacea)
Pubblicato il 27 giugno 2023 alle 12:00
Philippe Escande, editorialista che stimo molto e che ho già tradotto. Trovate le mie considerazioni alla fine.
Tra prevenire una grave crisi finanziaria degli Stati e combattere l’inflazione alzando i tassi a rischio di indebolire ulteriormente l’indebitato, le banche centrali dovranno fare delle scelte, spiega Philippe Escande, editorialista economico di “Le Monde”, in occasione del forum annuale della Bce.
In questi tempi di ondata di caldo precoce, una piccola doccia fredda non può fare danni. Ma quello amministrato da Gita Gopinath, capo economista del Fondo monetario internazionale (FMI) lunedì 26 giugno, non sarà per tutti i gusti. Il brillante professore di Harvard e vice direttore generale del FMI stava parlando al forum annuale della Banca centrale europea (BCE) nella graziosa località balneare di Sintra, in Portogallo. Ha ricordato alcune verità che non necessariamente piaceranno ai mercati e ai governi.
Esplosione di deficit e debiti
La prima è che l’inflazione durerà. Gli shock dell’approvvigionamento, quando le materie prime diventano più scarse, i trasporti sono costosi e l’energia è costosa, richiedono sempre più tempo del previsto per risolversi. Soprattutto perché questa volta, questi ostacoli sono esacerbati dalle tensioni geopolitiche, dalla guerra in Ucraina, dal disaccoppiamento con la Cina, che naturalmente spingono i prezzi verso l’alto (carenze, delocalizzazioni…). Per non parlare della transizione climatica, che sarà molto costosa, più di 60 miliardi di euro all’anno solo per la Francia, secondo il rapporto ufficiale degli economisti Jean Pisani-Ferry e Selma Mahfouz, presentato a maggio.
La seconda verità che disturba è che il mondo sviluppato si trova di fronte a una mancanza strutturale di manodopera dovuta alla sua demografia. E’ una buona notizia per chi cerca lavoro ma che ostacola il buon funzionamento delle imprese e spinge i salari verso l’alto. Soprattutto se i paesi , sotto la pressione della loro opinione, si chiudono all’immigrazione. Il caso estremo è quello della Gran Bretagna, nella quale la penuria dei lavoratori, accelerata dalla Brexit, mantiene il paese nella crisi.
Arbitrati
La terza è che la politica dei governi è incompatibile con un ritorno rapido all’inflazione al 2%, obiettivo delle banche centrali. Per attenuare lo schock sulle popolazioni e ridare competività alle loro imprese, molti paesi si sono lanciati in politiche di bilancio molto generosedestinate a sostenere il potere d’acquisto e le imprese, seguendo quelle già innescate durante la cisi sanitaria del Covid-19. Con , come conseguenza, un’esplosione dei deficit e dei debiti, come in Francia e in Italia. Una situazione nella quale Gita Gopinath dice che le banche centrali dovranno arbitrare tra prevenire una crisi finanziaria grave degli Stati e lottare contro l’inflazione ed alzare i tassi, cosa che fragilizzerà ancora i paesi più indebitati.
Un pericolo che merita una doccia fredda.
Note:
- tra i paesi più a rischio ci sono quelli africani, già colpiti da guerre coloniali e non, cambiamento climatico e debiti “fuori controllo”. Con i rialzi dei tassi hanno dichiarato non essere più in grado di effettuare investimenti. Tutto ciò significherà ancor più immigrazione.
- l’obiettivo 2% di inflazione è teoricamente sensato perchè è considerato sopportabile per le famiglie, senza innescare circoli viziosi : inflazione più alta del 2% = più rivendicazioni salariali, che innescano ulteriore inflazione. Purtroppo questo obiettivo sembra essere irraggiungibile nel breve (vedi grafico sotto con l’inflazione reale a confronto con l’obiettivo), almeno in Europa (gli USA sono al 3%).
Per i dati sull’inflazione nel mondo leggi qui . Per l’Italia leggi qui.
Cllima e guerra in Ucraina influiscono sull’andamento dell’inflazione.E gli ultimi segnali non sono positivi. Il Fondo Monetario Internazionale prevede un’inflazione mondiale al 6,6% per il 2023, anche a causa dei “profitti delle imprese che rimangono elevati”.
Sotto :I) la Fed non ha ancora “vinto” contro l’inflazione perchè il rialzo dei salari è molto forte (siamo al +5% al primo trimestre di quest’anno, fonte : WSJ 25 luglio 2023. E’ così anche in Francia). II) inflazione reale Versus obiettivi (2%)




