Redatto il 23 settembre 2022, aggiornato il 17 maggio 2023. Sopra un’immagine della recente “battaglia” sull’età pensionabile, in Francia.
Di silver Economy abbiamo già parlato a più riprese.
Inquietante la proiezione finale di ISTAT per l’Italia: nel 2070 mancheranno all’appello 11,5 milioni di residenti .
Nella chart qui sotto la situazione attuale.

Tra vent’anni in Italia vivranno oltre 10 milioni di persone sole
L’Istat aggiorna al 2021 il rapporto sul futuro demografico del Paese. “Il prolungato calo della natalità incrementa le persone senza figli, mentre l’aumento dell’instabilità coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui e genitori soli”
22 settembre 2022
AGI – “Il calo delle famiglie con nuclei deriva dalle conseguenze di lungo periodo delle dinamiche socio-demografiche in atto in Italia: l’invecchiamento della popolazione, con l’aumento della speranza di vita, genera infatti un maggior numero di persone sole; il prolungato calo della natalità incrementa le persone senza figli, mentre l’aumento dell’instabilità coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui e genitori soli”.
È quanto rileva l’Istat nel rapporto sulle nuove previsioni sul futuro demografico del Paese, aggiornate al 2021. “Alle persone sole, comunque associate al concetto di famiglia per quanto micro, si deve principalmente la crescita assoluta del numero totale di famiglie. Gli uomini che vivono soli – spiega l’Istat – avranno un incremento del 18,4%, arrivando a superare i quattro milioni nel 2041. Le donne sole sarebbero destinate ad aumentare ancora di più, da 4,9 a quasi 6 milioni, con una crescita del 22,4%. Le famiglie monocomponente, soprattutto per la loro composizione per età, hanno una ricaduta sociale importante: è, infatti, principalmente nelle età avanzate che aumentano molto le persone sole”.
Se già nel 2021 “la quota di persone sole di 65 anni e più rappresenta la metà di chi vive da solo, nel 2041 raggiungerebbe il 60%. In termini assoluti, le persone sole arriverebbero a 10,2 milioni (+20%), di cui 6,1 milioni avranno 65 anni e più (+44%). Nel 2021 tra gli uomini che vivono soli, circa uno su tre ha più di 65 anni (32,3%) mentre tra le donne il rapporto sale a oltre tre su cinque (63,1%). Negli anni le previsioni mostrano uno scenario in cui l’incidenza di uomini e donne di 65 anni e più nel complesso delle famiglie unipersonali aumenta sostanzialmente, per cui gli uomini arriverebbero nel 2041 a costituirne il 42,5% e le donne addirittura il 72,2%”.
Nel rapporto si spiega che “l’aumento della sopravvivenza tra gli anziani, molti dei quali soli, potrebbe comportare un futuro aumento dei fabbisogni di assistenza. Un maggior numero di anziani soli può però generare anche risvolti positivi; la più lunga sopravvivenza, caratterizzata, si presuppone, anche da una migliore qualità della vita, potrebbe consentire a queste persone di svolgere un ruolo attivo nella società: ad esempio, come già accade oggi e verosimilmente un domani, supportando le famiglie dei propri figli nella cura dei nipoti e garantendo loro sostegno economico, partecipando al ciclo economico nella veste di consumatori di servizi assistenziali ma anche in quella di investitori di capitali”.
Da 57,9 milioni di residenti nel 2021 dovremmo passare a 47,7 milioni nel 2070 secondo l’ISTAT.

In sostanza siamo uno dei paesi con la popolazione più anziana al mondo. E perderemo ulteriormente residenti.
Ma non è finita perchè siamo nella “top ten” mondiale per decremento della popolazione (Financial Times 2 novembre 2022, su dati ONU, sotto).
Per capire meglio il grafico sotto : secondo le proiezioni ONU la Corea del Sud dovrebbe perdere la metà della sua popolazione. Noi un pò meno.
In parole povere l’ONU è più pessimista dell’ISTAT : la popolazione dell’Italia potrebbe scendere quasi del 40% in meno di 80 anni, a circa 23,6 milioni di residenti (da 59,2 milioni).

Conclusione : non entro nel merito di questioni squisitamente politiche, come l’accoglienza dei migranti, la denatalità, la politica per le famiglie e l’emorragia di giovani italiani, che emigrano e non tornano più.
Mi limito a constatare che questi cambiamenti demografici rappresentano già adesso una sfida e un cambiamento epocale per tutto il mondo dei consumi il cui marketing deve già iniziare ad evolversi ora per servire un nuovo esercito di single, anziani.
C’è poi la questione dei lavoratori mancanti che trovate nelle considerazioni del Corriere della Sera del 20 novembre 2022.

Il problema, anche se è meno accentuato che in Italia, esiste anche altrove e comincia a influire sulla politica : l’invecchiamento della popolazione “sta già colpendo” i rating creditizi dei governi . I tassi più alti combinati con l’aumento delle pensioni e dei costi sanitari sono destinati a pesare sulle finanze degli Stati ( Corea del Sud, Taiwan e Giappone sono i paesi che, in prospettiva, avranno i problemi più grandi).
C’è poi la vita di tutti i giorni delle famiglie , in Italia, dove l’argomento economico sollevato da Enrico Ferrazzi mi sembra degno di nota: due stipendi, in famiglia, non bastano più.

E ricordiamoci che questo argomento si incrocia con quello della sanità italiana che è al collasso : come verranno curate tutte queste persone anziane e sole?
Sotto un esempio riguardante la sanità lombarda (Corriere dell sera, 15 marzo 2023).

Sembra che la lezione del Covid-19 non sia stata assimilata. e tradotta in progetti e “fatti” nuovi.
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