Redatto il 29 aprile , aggiornato l’8 maggio 2023
Prime c’è stata la shrinkinflation. Adesso c’è la greedinflation, un termine difficile da tradurre perchè è composto da avidità ed inflazione.
In Italia parleremmo di speculazione.
In cosa consiste la greedinflation?
Nell’alzare i margini per fare profitti, più di quanto si siano alzati i costi a causa dell’inflazione.
E’ il caso di Procter & Gamble : ” Procter & Gamble has lifted profit margins for the first time in two years after the world’s largest maker of household goods pushed up prices for consumers in recent months at a faster pace than its own expenses rose”.
L’innalzamento dei margini delle aziende quotate , come si vede sotto (secondo l’Università del Massachussets), è avvenuto dal 2020 ( con l’inizio del Covid-19) al 2022 ed è difficilmente denunciabile alle autorità antitrust ora.
Le fonti che affermano che ciò è avvenuto sono ormai tante (il Post, qui, riporta Bloomberg).
Non ci sono solo la Coop, Prometeia o la BCE.


Ma “i gruppi produttori di beni di consumo sono ottimisti dopo l’aumento dei prezzi”.
Tra chi dice che va tutto bene ci sono Nestlè, Pepsico, Kimberly Clark, Coca-Cola, Procter & Gamble.
E perfino Mc Donald’s che – come le altre aziende – ne ha ben donde, basta leggere l’articolo che segue.

Tutti ottimisti?
Bene.
Ma se si legge la stampa francese, ad esempio si trovano :
- il titolo che io ho ripreso “Perchè i margini dell’industria dopano l’inflazione” (Le Monde).
- i nomi dei produttori accusati in prima pagina. E non si tratta solo di produttori del largo consumo.
Ci sono : STMicroelectronis, Stellantis , EssilorLuxottica, Renault, di nuovo Nestlè, ma anche L’Oréal (risultato netto a + 24% , vendite a + 18%). E Il capo di Unilever afferma che il gruppo non sta “approfittando” dell’inflazione ma non chiarisce quanto siano cresciuti i suoi costi rispetto ai suoi margini.
Da segnalare che tutto il comparto petrolifero, già ampiamente sovvenzionato, è stato favorito dalla guerra. E’ il caso, ad esempio, di Exxon.

I margini dell’industria francese sono diventati il “motore dell’inflazione”, dall’autunno del 2022 in poi.
Il governo – che era già intervenuto precedentemente, cercando di orientare il mercato – chiede, con la GDO francese, che si aprano nuove negoziazioni contrattuali (renégociations) questa estate.
La preoccupazione , in Francia, è grande perchè ” nel primo trimestre gli acquisti a volume nella grande distribuzione sono scesi a – 9%”.
E in Italia ?
I volumi continuano a scendere – con un -5,1%, anno terminante a febbraio 2023. Siamo tecnicamente in recessione ma il governo sembra non esserne al corrente.
Come non sa cosa siano le sgrammature, la crisi dell’acqua (che minaccia l’agricoltura) o l’inflazione causata dall’avidità.
Si occupa di carne sintetica e di insetti, seguendo gli umori delle lobbies ( Coldiretti, Cremonini, Mc’ Donald’s) e distraendo l’opinione pubblica dai problemi veri.
Mario Sassi scrive ” I fatturati che aumentano fanno così comodo a tutti. Il Governo non ha grandi margini di manovra “.
Sul primo concetto sono d’accordo anche se il “trionfalismo” di Confindustria sulla crescita del PIL italiano ( enunciato anche altrove) è fastidioso.
Sul secondo credo invece che le opportunità di controllare ed incidere da parte del governo c’erano, durante il Covid- 19, ma si sono “perse per strada” (enuncio i possibili mezzi : osservatorio prezzi al ministero dell’agricoltura con maggior coordinamento e poteri alle autorità preposte. Ma forse, oltre agli esempi francesi – che conosco bene – ce ne sono altri).
I governi che si sono succeduti negli ultimi anni, in Italia, non hanno considerato i comparti agricoltura- trasformazione-distribuzione come strategici. E, per il momento, non vedo inversioni di rotta.
I giornali parlano di queste problematiche saltuariamente e i produttori, invece di abbassare i listini (alla distribuzione), “fanno più promozioni” ( dando una mancetta di contributi promozionali alla GD e – indirettamente- ai consumatori) , in un contesto di inflazione – su due anni – del 20% (vedi il post di Mario Gasbarrino (*), sotto).
E a me personalmente questa vicenda ricorda l’avvento dell’euro, quando ero in Esselunga: i fornitori, in quel caso, anticipavano l’inflazione (vera o presunta), che si sarebbe dovuta manifestare con l’avvento della moneta nuova.
Alcuni fornitori furono così “sbadati” da metterlo nero su bianco…e dovetti segnalarlo a Centromarca (Confindustria).
In questo caso non si anticipa nulla ma si è “seguita l’onda”.
E per finire : Caro prezzi, verso controlli a tappeto delle Fiamme gialle contro la speculazione (un pò di scena per far vedere che “si fa qualcosa”…).
(*) MDD : marchio privato, EDLP : Everyday Low Prices (prezzi bassi tutti i giorni, NO promozioni).



