su un fatturato del mercato online di 75 miliardi di $. Si tratta di oltre 20,3 miliardi di $ (16,9 miliardi di €). Su Whole Foods leggi invece la conclusione.
- Ovviamente si parla solo di food online poi c’è tutto il resto:
- pubblicità : 10,7% di 191, 1 miliardi di $ (il dato ci sembra sottostimato, ma tant’è).
- e-commerce non food 40,4% di 908,7 miliardi di $
- smart speakers 55% di 3,2 miliardi di $
- cloud computing 64,5% di 21,1 miliardi di $
Poi :
- ogni 100 libri venduti 36 provengono da Amazon
- ogni 100 ebooks 78 sono di Amazon
- ogni 100 apparecchi per streaming 33 sono Amazon Fire TV
Fonte Wall Street Journal

2. Non food : nella sfida tra giganti per il dominio del mercato, Amazon supera Walmart nel settore abbigliamento e diventa il primo rivenditore negli USA.
A renderlo noto è un’analisi di Wells Fargo, secondo le cui stime, nel 2020, le vendite di abbigliamento e calzature di Amazon negli Stati Uniti sono aumentate di circa il 15% a 41 miliardi di dollari, il 20-25% in più rispetto a quelle di Walmart.
“Ciò rappresenta una quota, molto impressionante, dell’11-12% di tutto l’abbigliamento venduto negli Stati Uniti e del 34-35% di tutto l’abbigliamento venduto online” hanno spiegato in una nota alla Cnbc gli analisti di Wells Fargo.
Sotto un reparto di abbigliamento di Walmart, in Canada (il gigante usa la linea George importata da Asda, Gb).

Il Sole 24 ore, la settimana scorsa, ha scritto questo pezzo:
FINANZA E MERCATI
Il Sole 24 Ore
22 APRILE 2021
la strategia da whole foods in poi
Nei negozi la cerniera con i clienti finali
Amazon, mai timida nei progetti di business, scommette come pochi altri sull’integrazione tra dominio digitale e presenza fisica. E se la sua leadership e performance nei servizi cloud e nell’e-commerce conquistano i riflettori, i negozi sono considerati una cerniera cruciale per immagine e legami con i consumatori.
Avance su Esselunga non possono stupire:i supermercati, in particolare, sono nel suo Dna.
Il paradigma è rappresentato dall’operazione con la quale quattro anni fa assorbì a sorpresa la catena di qualità Whole Foods, allora in affanno. Un’acquisizione da quasi14 miliardi di dollari, ritenuta rischiosa e che nel tempo ha invece pagato, parte della strategia di espansione del suo ecosistema e delle sue avventure lungo l’intera supply chain. L’integrazione di Whole Foods è stata accompagnata dal lancio di servizi di personal shopping come da nuove tecnologie: ultimo un programma pilota a Seattle, Amazon One, per il pagamento con il palmo della mano via tecnologie biometriche. Né Whole Foods è stata la sola mossa in “mattoni” di Jeff Bezos: vanta da 24 librerie Books a 28 negozi Go. Fino ad Amazon Salon, parrucchiere sperimentale nell’EastEnd londinese. E’ però la catena di supermercati nata in Texas il gioiello del retail fisico, con 502 punti vendita. (M. Val.)
Mancano, in questo pezzo, i supermercati Amazon Fresh, che l’azienda sta sviluppando abbastanza velocemente.
CONCLUSIONE : fa sorridere una frase nerettata in questo articolo de Il Sole 24 ore:
i supermercati “sono nel suo DNA (*)” non ha alcun senso.
Quattro anni, nel retail, non sono nulla.
(*) di Amazon.
Amazon ha sicuramente la tecnologia nel suo DNA, la cultura del servizio e della logistica, ma per diventare esperti di distribuzione alimentare ci vogliono molto più di quattro anni.
Amazon la leadership assoluta, in Italia, nell’e-commerce del non food, è logico che cerchi di acquisire un operatore fisico di supermercati, per integrare non alimentare online, alimentare online e food fisico.
Come ha provato a fare negli USA, con l’acquisizione di Whole Foods.
L’acquisizione in Italia avrebbe senso per :
- gestire direttamente del food in modo “serio”, con un forte potere contrattuale con i fornitori di riferimento sia nella marche che nel marchio privato.
- acquisire know how (proprio perchè i supermercati NON sono nel suo DNA).
- magari trasformare alcuni superstore, magari troppo grandi, in dark store.
Ovviamente :
- ne scrivo da semplice “spettatore”, che conosce a fondo il settore (e che ha anche “rischiato” di lavorare per il colosso di Seattle, nel 2016).
- della possibile vicenda Esselunga – Amazon ne so quanto voi , visto che ho venduto le mie quote di Esselunga, nel 2020.
Sotto l’articolo del Wall Street Journal del 15 aprile 2021 dal quale sono tratti i dati su Amazon.


