Ci sono stati quelli italiani , con Esselunga (2001) ed Unes (2016) *, e quelli americani, con Whole Foods (Amazon), i dark store aperti durante la pandemia.
*servivano rispettivamente la nascente Esselunga a Casa ed Amazon.
Poi Whole Foods ne ha aperto uno a settembre 2020, a Brooklyn.
Sopra vedete invece un dark store in un Monoprix (di Casino), a Parigi, aperto dal 2019.
Ha le funzionalità di un magazzino ma l’organizzazione di un negozio, chiuso però al pubblico.
E’ aperto dal 2019 e lavora solo per rifornire i clienti di Amazon France.
Gli altri casi francesi riguardano sempre Casino, con l’insegna Franprix (5 negozi chiusi e trasformati i dark store).
E Amazon ha rinunciato a distribuire direttamente alimentari in Francia, affidandosi completamente a Monoprix (2 dark store a Parigi + 7 supermercati in periferia di Parigi + magazzini di Nizza, Bordeaux, Lione e tra poco Montpellier).
Ho scritto recentemente : E-commerce : in Francia al 13,4%
Ora posso aggiungere più della metà di questa percentuale è alimentare, esattamente il 7,8%.
Alcune catene di ristoranti, come la Courte Paille, si stanno organizzando per costruire dark kitchen.
Poi c’è la Spagna dove Dia e si è alleata con Glovo (marzo 2020) e poi con Amazon (settembre 2020), aprendo un dark store a Malaga.
Glovo ha già 18 dark store in Spagna, in Italia, in Portogallo e Romania.
Dovrebbero essere 100 alla fine del 2021.
Ma, oltre alla spagnola Glovo, chi avrebbe il potenziale per fare una grande dark kitchen in Italia?




