Marc Lore, ex Amazon, ad di Jet.Com, la filiale e-commerce di Walmart, ha annunciato il lancio di un incubatore di start-up che si chiamerà Store N° 8 e che darà la possibiltà a degli imprenditori di “cambiare il settore del commercio” da qui ai prossimi 5- 10 anni.
Gli obiettivi sono quelli di investire nella robotica, la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale. Walmart spera di appropriarsi di tecnologie che potrebbero migliorare l’esperienza del cliente nei negozi e sul sito di e-commerce.
Walmart ha peraltro ufficializzato l’acquisto di ModCloth , una piccola società di vendita di abbigliamento on – line, dopo aver acquisito, dall’inizio dell’anno, il venditore di scarpe on- line Shoebuy e lo specialista di vendita di abiti sul web Moosejaw.
Con questa mossa Walmart spera di arricchire più velocemente il proprio catalogo on-line e di colmare il ritardo dell’offerta nel non food con il gran rivale Amazon.
Walmart punta inoltre sul prezzo e la velocità delle consegne che garantisce in due giorni e porta a casa dei clienti gratis per acquisti superiori ai 25 dollari mentre Amazon, per ora, offre la consegna gratis solo per importi superiori a 35 $ . La spesa viene portata a casa del cliente da Amazon nell’arco di tempo di un lasso di tempo che va dai 5 agli 8 giorni.
Walmart, nell’e-commerce, sta crescendo del 29% e , secondo Euromonitor, ha superato, per fatturato, eBay.
Da una nostra stima, basata sulla somma dei dati a disposizione di Walmart e di Jet.Com, il suo fatturato attuale, a fine anno, potrebbe attestarsi intorno ai 19 miliardi di $ (= un pò meno di 18 miliardi di €, pari all’incirca al fatturato globale italiano nell’e-commerce..)
Nel frattempo Amazon tenta la strada dei drive (ne ha aperti due a Seattle, con il nome Fresh Pickup) nel mercato alimentare che negli USA vale 700 miliardi di $ (650 milioni di €) e dove la spesa su internet è ancora poco diffusa (l’e-commerce nel food USA pesa solo l’1,4%) ma dove Nielsen prevede, per il 2025, un’incidenza pari al 20%, con la possibile chiusura di 4000 punti di vendita.
Si calcola che in Francia esistano ormai 3’000 Drive.
Quelli di Amazon, per il momento, vengono testati solo con i dipendenti.
Secondo il New York Times Amazon potrebbe anche aprire dei negozi di mobili e di elettronica.
Amazon ha moltissime altre attività tra le quali il cloud computing, che è diventata la più grossa fonte di utili per l’azienda basata a Seattle.
La pubblicità sul web ha ormai superato la TV, come si vede dallo schema che segue, e in questo settore Amazon pesa 2 miliardi di $.
C’è poi l’intermediazione. Quest’ultima consiste nel fare da vetrina, prendendo delle commissioni, su 70’000 fornitori che espongono la loro merce sul sito di Amazon.
La crescita dell’intermediazione è visibile nella chart che segue alla voce Third party seller services.
Ovviamente quest’azione non è praticabile con i prodotti freschi che hanno delle logiche di gestione completamente diverse dal mondo del non food che con il libri,ad esempio, è alle basi del successo e della crescita di Amazon.
E infine c’è tutto quel che è Video, dove Amazon si misura con Netflix.


