«Il continente africano e l’Arabia, ancora prima che un affare, rappresentano un ideale di avventura. Il trisnonno Giuseppe [(1837 –1895)] è abbonato a numerose riviste, finanzia esplorazioni geografiche e spedizioni commerciali (…).
Intrattiene rapporti assidui con due dei più noti esploratori italiani dell’epoca. Il primo si chiama esattamente come lui, Giuseppe Caprotti: è un lontano parente, nato a pochi chilometri da Albiate, che vive a San’a’.
In quella che oggi è la capitale dello Yemen, il Caprotti esploratore passerà trent’anni, contribuendo alla diffusione del caffè in Italia – la varietà arabica, che è la più pregiata, proveniva dalla città yemenita di Mokha – (…).
Il Giuseppe industriale incarica il Giuseppe esploratore di rintracciare monete antiche e oggetti d’antiquariato che vengono spediti in Italia (…)», pp. 24-25.
In archivio è presente diversa documentazione inerente le collezioni che Giuseppe era andato formando con l’aiuto dell’omonimo cugino.