“Mia mamma Giorgina c’è fino a quando ho 3 anni, poi la nostra cura viene affidata per intero alle cosiddette “signorine”, delle quali ho buoni ricordi. A molte di loro voglio un gran bene, l’affetto che ci mostrano si accompagna a quello della nonna Marianne, che mi tratta come il suo preferito, e della zia Lu.” (p. 115). Come Albiate, sin dalla primissima infanzia la villa di famiglia a Forte dei Marmi è uno dei luoghi dove siamo cresciuti tutti insieme. Io e Violetta e le figlie della zia Lu, Benedetta ed Elisabetta, eravamo un po’ dei “bambini intercambiabili”; bene lo testimoniano alcune delle molte immagini dei miei album di famiglia, in cui la zia tiene per mano me e mia sorella Violetta e sorridendo ci porta in acqua, o spinge un canottino con me e mia cugina Benedetta, la sua primogenita; nell’ultima fotografia, un paio d’anni dopo io e Violetta – che aveva i capelli di un bel rosso – siamo con la mamma.
Anche la zia Lu, però, se ne va presto, e al culmine di una tempesta. Nel memoriale del 1980 redatto da Guido e Claudio Caprotti contro il fratello maggiore si racconta che la rottura, personale e definitiva, tra Bernardo e Guido nasce dopo la separazione dello zio dalla moglie, nel 1973. “Bernardo pretende (…), di gestire la dolorosa separazione coniugale programmata da Guido con sensibilità e saggezza, con conseguenze che sarebbero le più lesive per le figlie di Guido (Benedetta ed Elisabetta), in tenera età. Egli pretende che abbandonino la madre, cioè la loro casa in Milano, il loro mondo, e che sia quindi ancor più sconvolta la loro vita, già sconvolta. È a questo punto che Guido ‘esasperato da tanta crudeltà e incomprensione’ chiede (…) ‘l’alienazione di tutte le sue partecipazioni aziendali’. I fratelli, e questo è ben impresso nei ricordi di noi ragazzi, troveranno un compromesso temporaneo: Benedetta ed Elisabetta rimarranno al terzo piano di via del Lauro ma la loro mamma potrà accedere all’appartamento soltanto se non passerà dal cortile di casa. Bernardo, dunque, si erge a supremo giudice e mette la zia Lu al bando: lei prenderà casa al numero civico vicino e potrà vedere le figlie passando da una porta che collega, al terzo piano, i due appartamenti.” (p. 109).
La zia Lu proveniva da una famiglia di grandi medici. Con le nostre famiglie – Venosta e Caprotti – gli Austoni si conoscevano da sempre, dalla scuola di ballo con lo zio Claudio alle feste di Carnevale da ragazzini; conservo nel mio archivio le fotografie di una biondissima Lu sorridente che guarda la bruna Giorgina ad una festa a casa Venosta nel 1954, mentre danzano con due altrettanto giovanissimi cavalieri. Dopo la separazione dallo zio Guido, Lu si risposò con Mauro Olgiati, che lavorò anche con me e mia sorella Violetta a progetti grafici per prodotti a marchio privato Esselunga. La zia morì nel febbraio 2022.
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