“[Nei primi anni ‘70] a Natale ricevo da papà un trenino elettrico. È bellissimo ma i treni e la meccanica a me non interessano, sono passioni sue. Lo scambio con delle piante grasse di Violetta: tutti in famiglia – papà, mamma, gli zii – siamo appassionati di botanica. Fin qui tutto normale, capita spesso che i padri facciano i regali che amano, non quelli desiderati dai figli. Bernardo però usa questo episodio per ripetere una sua idea ricorrente: Violetta è più intelligente di me, ‘è una futura businesswoman’ dice. Invece io vengo definito “il pensatore”. Il termine a me non dispiace ma credo che Bernardo, in fondo, disprezzi i letterati, i giornalisti, i professori, che accomuna all’intellighenzia di sinistra frequentata dalla ex moglie Giorgina. Accetta solo i grandi architetti, quelli che sceglie lui, tra i quali Ignazio Gardella, Mario Botta, Norman Foster, Vico Magistretti. Nel caso del trenino, ciò che conta per nostro padre è soltanto il valore materiale dell’oggetto, certamente superiore a quello delle piante. (…)”. (pp. 93-94).
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