“Lo zio Giuseppe diventerà giornalista e si specializzerà sul Medio Oriente, lavorando a lungo come corrispondente da Israele del settimanale ‘Panorama’. Anche lui, come molti membri della famiglia, è un tipo originale: un’amica mi ha raccontato che negli anni ’70, quando d’estate raggiungeva la nonna Luisa in vacanza (…) all’isola d’Elba, lo zio per burla si presentava come “duca”, di dove non si sa. In quelle vesti si recava dal macellaio di Capoliveri che, al suo ingresso nella bottega, accorreva a baciargli la mano. (…)” (pp. 85 – 86).
Lo zio Beppe morì nel 1999.
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Spunto dal libro: "Le ossa dei Caprotti"
Tra Garibaldi, la Cia ed Esselunga, il racconto ben documentato della famiglia che ha rivoluzionato per sempre le abitudini degli italiani.
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