
Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp , quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
Scegliere Made in Italy – sostiene la Coldiretti – è importante per garantirsi maggiore qualità e sicurezza ma anche per sostenere dal punto economico ed occupazionale una filiera che conta oltre 400 mila aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp), con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.
In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti – con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative. L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale – conclude la Coldiretti – sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione, soprattutto in tempi di pandemia Covid.
Mio commento:
Giusto il consiglio di Coldiretti sulla Dop.
Strano quello sull’ Igp poichè la denominazione tutela solo la produzione in Italia, non la provenienza delle olive, che potrebbero essere spagnole, tunisine, etc.
Conclusione :
1 il calo della produzione italiana è ancora più grave se si guardano i dati di altri paesi vicini: ad esempio la produzione spagnola cresce del 24%.
E oggi quella spagnola vale 1,2 milioni di tonnellate, contro quella italiana che pesa solo 0,25: la produzione italiana vale circa il 20% di quella iberica.
2 la forte richiesta di prodotti italiani e la loro mancanza fa si che produttori e distributori cerchino di approfittarsene : metà dell’olio extravergine venduto in Italia sarebbe semplice olio di oliva.
E’ una situazione “di marketing” che andrebbe chiarita anche perchè ” si corre il rischio di escludere dalla gamma degli extravergini oli con caratteristiche organolettiche ottime e continuare ad ammettere oli stranieri sensorialmente discutibili “.

3 Il mondo della politica avrebbe stanziato solo 9 milioni per il rilancio del settore (***), una sorta di elemosina se si pensa che:
“Per il PNRR l’agricoltura … : sono stati stanziati 5,27 miliardi per economia circolare e sostenibilità delle produzioni, e per investimenti che vanno dalla logistica all’innovazione ai contratti di filiera.
Coldiretti e Filiera Italia non si sono fatti cogliere impreparati, e hanno predisposto accordi per gli allevamenti da carne e latte, per quelli avicoli, per l’ortofrutta, i cereali e l’olio“.
Oltre al danno anche la beffa del PNRR? Riprendiamo il tema nella conclusione, al punto 6.
4 Il tema del prezzo al pubblico è fondamentale come ho già avuto modo di scrivere più volte, soprattutto a proposito della frutta e verdura.
Se il prezzo è troppo basso (vedi il meme sotto), i rischi, anche per la salute, si alzano.
E lo dico da distributore pentito : in Esselunga ebbi uno scontro sul prezzo troppo basso dell’olio in promozione con Luigi Veronelli che me lo contestava.
Con il senno di poi posso dire che aveva ragione lui.

Guardando la situazione dell’olio e dell’etichettatura dei prodotti alimentari sorge il dubbio che molti produttori, italiani e non (multinazionali che detengono marchi italiani) , siano favorevoli alla diffusione di prodotti pseudo-italiani.
(*) prodotti pseudo – italiani, che suonano come italiani ma che non lo sono.
Cover : pubblicità dell’ Armando Testa, volute e gestite da Giuseppe e Violetta Caprotti
Sotto un’etichetta dell’olio chiara . Su questo argomento puoi approfondire leggendo questo articolo.

6 E l’ulivo che è uno dei simboli della Repubblica italiana meriterebbe molto più rispetto ed attenzione.
Oltre al danno dei piani olivicoli mai variati (**) , anche la beffa del PNRR?
Per evitare questo scenario forse andrebbe collegato alla lotta contro la Xylella che sta definitivamente distruggendo il nostro patrimonio olivicolo poichè la malattia ha colpito più di 750’000 ettari di ulivi.
Ricordiamoci che le nostre campagne – come insegnano i anche i recenti incendi in Sardegna, in Sicilia, in Calabria , in Abruzzo, in Molise…- andrebbero presidiate, che i nostri boschi, se gestiti meglio, potrebbero avere anche un’attrattiva turistica.
E Antonio Scurati ce lo ha ricordato recentemente : “incontriamo il doloroso paradosso di una terra meravigliosa nella quale il cemento vale 10 mila euro al metro quadrato e un ettaro di limoneto non vale più niente. L’attuale deterioramento è figlio dell’uomo”.
Senza il nostro presidio, la nostra cura , nel lungo termine, anche le proprietà immobiliari rischiano di perdere valore.
Sull’aspetto ambientale puoi invece leggere SOS pianeta Terra. Stefano Mancuso: per contrastare il cambiamento climatico bisogna piantare alberi.
Sui goffi tentativi di Confindustria per rimediare alla competitività persa dall’Italia puoi invece leggere : Olio d’oliva : allo studio nuove denominazioni per l’extravergine

(**) “…Dopo discussioni durate decenni, nel corso dei quali si favoleggiava dei piani olivicoli realizzati dalla Spagna a partire dall’ingresso nella Ue nel 1996 in virtù dei quali Madrid ha surclassato Roma (attualmente la Spagna produce 1,2-1,3 milioni di tonnellate di olio l’anno), la montagna ha partorito il classico topolino.
Ben due piani strategici nazionali (nel 2010 e nel 2016) e un piano d’azione Ue (nel 2012) tutti dedicati all’olivicoltura rimasti prevalentemente lettera morta sono forse la plastica rappresentazione delle difficoltà in Italia di tradurre i propositi in realtà. Di fatto la produzione italiana fa ormai segnare ogni anno un nuovo minimo storico ….”.
Leggi anche :
- Olio di oliva : dal PNRR confermata l’elemosina
- Altroconsumo: 11 bottiglie su 30 sono «extravergine» solo sull’etichetta , vedi direttamente la classifica qui.
- 2000 tonnellate di falso olio extra vergine di oliva scoperte dalla Guardia di Finanza. Secondo le autorità quasi un campione su tre di quelli sottoposti ad analisi risulterebbe vergine e non extra vergine di oliva. Sequestrati beni per 170 mila euro e multe per 10 milioni di euro
- Olio extravergine italiano bocciato in Germania. Sequestrati 2,3 milioni di litri in Italia nella zona di Spoleto
Sotto : ulivi colpiti dalla Xylella, in Puglia dove l’olio sta sparendo : Olio, allarme in Puglia Un’azienda su dieci è a rischio chiusura(le cause: xylella, siccità e aumenti dei costi. Persi 5’000 posti di lavoro)



