Pubblicato il 19 agosto ed aggiornato il 2 settembre 2021
Stefano Mancuso (Catanzaro 9 maggio 1965) è un botanico, accademico e saggista italiano che insegna dal 2001 arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze. E’ membro dell’Accademia dei Gergofili, membro fondatore della Société internationale pour le signalement et le comportement des plantes e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale …
Nel 2005 ha fondato il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale, destinato agli studi sul comportamento delle piante…
Nel 2013 ha pubblicato L’intelligenza delle piante, scritto assieme ad Alessandra Viola…
Mancuso osserva che durante l’evoluzione, le piante, sebbene prive di un cervello paragonabile a quello degli animali e sebbene non possano spostarsi volontariamente, hanno sviluppato un gran numero di soluzioni ai problemi che hanno incontrato o la “capacità di risolvere i problemi” che è una definizione di intelligenza. L’uomo potrebbe essere meglio ispirato da queste soluzioni secondo lui…
Secondo Stefano Mancuso, dall’inizio degli anni 1990, gli scienziati hanno iniziato ad ammettere che le piante hanno non solo capacità “sociali”, ma una forma di intelligenza che fino ad allora non era stata immaginata…
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Di Stefano Mancuso abbiamo recentemente pubblicato : “Diciamo terra pensiamo casa”.
Sullo squilibrio tra natura e “attività produttive” puoi leggere : Il prezzo della natura.
Nel 2019 riportavo questo articolo sul mio sito. Lo trovo ancora molto attuale. Mi sembra completi molto bene l’intervento di Stefano Mancuso.
Il verde alleato nella lotta ai cambiamenti climatici
21 Novembre 2019
Ogni anno perdiamo 15 miliardi di alberi
Venezia sommersa dall’acqua e le alluvioni che hanno messo a dura prova tanta parte dell’Italia dimostrano come i cambiamenti climatici siano oggi una triste e quotidiana realtà. Gli eventi metereologici “estremi” che mettono a dura prova il nostro territorio e di cui hanno fatto le spese anche diverse oasi del WWF, come quella del Lago di Burano in Toscana, letteralmente sommersa, sono ormai una realtà con cui confrontarsi e che ormai troppo spesso presenta un conto salato sia ai cittadini che alle istituzioni che devono far fronte a miliardi di danni :
l’Agenzia Europea dell’Ambiente fa presente che i 33 paesi membri dell’Agenzia hanno subito perdite legate ai cambiamenti climatici estremi, che nel periodo 1980-2017 ammontano approssimativamente a 453 miliardi di euro.
La media annuale di perdita economica è passata dai 7,4 miliardi di euro nel periodo 1980-1989 a circa 13 miliardi di euro nel periodo 2010-2017.
GLI ALBERI ALLEATI NELLA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Esistono però degli alleati importantissimi nella lotta ai cambiamenti climatici, soprattutto per quanto riguarda le politiche di adattamento che sono complementari e non sostituiscono affatto quelle di mitigazione che mirano all’ineludibile obiettivo prioritario della decarbonizzazione delle nostre economie. Sono gli alberi di cui si festeggia oggi la giornata nazionale. La vegetazione e gli alberi in particolare, svolgono numerose importanti funzioni che sono fondamentali per il benessere, la salute e lo sviluppo umano. Grazie al processo di fotosintesi gli alberi hanno un ruolo importante in alcuni cicli biogeochimici fondamentali per la vita sulla Terra, come quelli dell’ossigeno e del carbonio. Grazie alla loro esistenza costituiscono importanti accumulatori del diossido di carbonio (CO2) che si trova nell’atmosfera e il cui incremento dovuto all’azione umana sta creando il cambiamento climatico attuale. Ma quali sono le principali funzioni del verde? Sono state effettuate diverse interessanti ricerche e analisi sul ruolo degli alberi per il benessere umano, anche rispetto alle grandi sfide di forestazione, particolarmente di forestazione urbana che possono costituire un elemento di notevole sviluppo per il futuro delle aree urbane nel mondo intero, dove ormai vive oltre della metà della popolazione mondiale e dove si subiscono sempre più situazioni di invivibilità e inquinamento diffuso.
Queste funzioni degli alberi sono tanto più significative quando avvengono in una dimensione di ecosistema foresta piuttosto che rispetto a quelle svolte dal singolo individuo visto che la fisiologia del sistema infatti che produce effetti migliori. Negli ultimi anni sono stati resi noti interessanti analisi sul ruolo della forestazione, in particolare in ambito urbano e peri-urbano per le quali si configurano moltissime iniziative e progetti in merito. Per rendere più resilienti i nostri sistemi urbani, per disporre di ruoli e funzioni che gli alberi ci offrono quotidianamente e gratuitamente, per garantirci un migliore benessere psico-fisico dobbiamo far si che nelle aree urbane si attui un importante opera di forestazione.
QUANTI ALBERI CI SONO SULLA TERRA?
Purtroppo ogni anno continuiamo ad essere protagonisti di un processo di deforestazione che sembra inarrestabile e che è totalmente suicida. Un importante ricerca apparsa sulla prestigiosa rivista scientifica Nature nel 2015 ha tentato di stabilire una stima il più possibile accurata del numero di alberi presenti sulla Terra: ne è risultato che il numero stimato di alberi sulla Terra è di circa 3.000 miliardi. L’indagine ha però anche confermato che il responsabile più grande dei gravissimi processi di deforestazione in atto da molto tempo nelle aree forestali del mondo, resta l’uomo. Lo studio ha calcolato che negli ultimi 12.000 anni circa (ovvero dalla nascita dell’agricoltura che corrisponde, nella scala geocronologica della Terra, all’inizio del periodo dell’Olocene, quello in cui stiamo ancora vivendo) il numero di piante è crollato del 46% e che ancora oggi vengono tagliati circa 15 miliardi di alberi all’anno.
Si stima infatti che il numero di alberi presenti sulla Terra agli inizi dell’Olocene fosse di circa 6.000 miliardi, quindi da allora ad oggi abbiamo perso la metà della vegetazione terrestre…”
Per conferme leggi : La strage degli alberi : una specie su tre rischia l’estinzione
Per questi motivi e per far fronte alle nuove emergenze climatiche credo sia importante approcciare la tutela del territorio in un modo completamente diverso. A vantaggio anche delle nostre produzioni agricole (es.: olio d’oliva).
Inoltre, anticipando le indicazioni delle nuove direttive UE che recitano in Europa : “… saranno piantati 3 miliardi di alberi di qui al 2030 per assorbire l’anidride carbonica e contribuire a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050…” ho già annunciato la mia volontà di piantare un bosco, ad Albiate.
In estrema sintesi per concretizzarlo devo solo aspettare che scada l’affitto di alcuni terreni agricoli di mia proprietà poichè chi li coltiva mi ha detto che intende ritirarsi.
Darò quindi poi il mio contributo volontario per migliorare la qualità della vita della zona in cui vivo, che oggi già aiuto a tutelare.
Ovviamente le essenze (tipologia di piante) dovranno essere in grado di svilupparsi nel nuovo contesto determinato dal cambiamento climatico.