(…) nel corso degli anni Cinquanta, la grafica italiana conobbe il successo grazie al talento e alla mano di grandi artisti, tra i quali spicca lo svizzero Max Huber, creatore di logotipi e sigle (…) tra i quali la S di Esselunga. Nel medesimo periodo Bernardo Caprotti, che ancora si occupava attivamente della Manifattura di famiglia, interpellò sempre Max Huber per creare un nuovo logo anche per il suo cotonificio.
La documentazione presente in archivio copre gli anni fra il 1957 e il 1959, e illustra quella che in azienda fu denominata la “Campagna marchio Caprotti”, composta da due campagne d’introduzione, comprensive di lancio del marchio elaborato da Huber a mezzo stampa, e di un calendario composto con documenti storici dell’azienda e fotografie della realtà del momento (…).
Il nuovo logo, che potrebbe considerarsi un prodromo del futuro Esselunga, parte anch’esso dall’idea della lettera iniziale – la C – allungata ad arte per contenere il nome completo dell’azienda – famiglia (Caprotti); il tutto fu inserito da Huber nell’immagine di un cartellino identificativo, con tanto di cordicella, di quelli che realmente venivano appesi alle pezze di stoffa prodotte (…).
Nella versione più sofisticata (…), nell’occhio della C rosso vivo (in bianco e nero nella versione a stampa) salta (…) la capretta antica, pronta per la nuova avventura dei tempi moderni.
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