Caccia alle uova di Pasqua in casa Caprotti, 1964

Per noi, bambini con sangue e abitudini d’Oltralpe, la caccia alle uova di Pasqua tra prati ed alberi è sempre stata un’abitudine. Con le mamme e i cugini ci sparpagliavamo per la campagna, ben vestiti e le bimbe col cappellino; seguiva la foto di rito, come questa, piena della tenerezza dei ricordi, perfetta per augurare una Pasqua serena a tutti.

Due stonature nelle vicende dei Caprotti : Januaria Piromallo, marchesa dei duchi etc., e Maria Cristina Busi Ferruzzi, “principessa della Coca – Cola”

Le vicenda di Maria Busi Ferruzzi è riportata nel libro “Le ossa dei Caprotti” perchè esemplificativa di come un fornitore possa diventare un servo. Su Januaria Piromallo, marchesa Capece Piscinelli di Montebello dei duchi di Capracotta ho invece steso un velo pietoso

Giorgina Venosta sfila per Emilio Pucci

"Giorgina non ha denaro, e deve vivere. Bellissima e di figura elegante, non poteva non essere notata: e una vecchia, scolorita pagina di giornale ancora del 1964 ce la mostra, a piena pagina, quale mannequin (si definivano così allora, con un eloquente francesismo, le modelle da passerella). Indossa un abito che s’indovina ricco e splendente, e chi finisce di “addobbarla” è il marchese Emilio Pucci, uno dei fondatori della moda “made in Italy” e genio assoluto della creatività, che certo non sceglieva le sue modelle a caso".

I Caprotti e la famiglia: il matrimonio di Bernardo e Giorgina, novembre 1958, lo zio Claudio e la nonna Marianne

“La nonna ha una debolezza: è innamorata pazza del terzo figlio, mio zio Claudio". Alcuni amici mi hanno raccontato che Claudio, all’epoca, quando era ad Albiate aveva il permesso di fare colazione e pranzo a letto. Bernardo soffre per questo rapporto unico e sono convinto che la gelosia tra i due fratelli sia stata una delle cause dei litigi che scuoteranno la nostra famiglia.

Tomba di famiglia, atto secondo

I Caprotti e le ossa: “Tomba di famiglia, atto secondo: alti e schietti”, 2009

Nel 2009 chiude la Manifattura Caprotti ad Albiate. Anche se la fabbrica da qualche anno non è più dei Caprotti, è naturale che il sindaco Filippo Viganò si rivolga a Bernardo per cercare di limitare le pesanti ricadute sociali che tale chiusura avrà sul paese. Bernardo risponde con una lunga lettera, in cui liquida brevemente (ma non malamente) la questione Manifattura, per dilungarsi sul ben più grave problema dei cipressi del cimitero di Albiate, che sconsiderati giardinieri potano malamente impedendo loro di crescere “alti e schietti” come dovrebbero.