Redatto il 31 marzo 2022 ed aggiornato il 10 aprile 2024, con le mie considerazioni in fondo.
Questo articolo è nella sezione sociale perchè l’inflazione è un fenomeno che colpisce di più le classi sociali meno agiate.
E pur essendo in discesa è sempre molto alta: in Italia il grocery (largo consumo confezionato), nel 2023, ha segnato un + 9,5 %.
Servizio Il caro-vita
Quanto durerà la super inflazione? Ecco perché non tornerà al pre-Covid
L’inflazione è oggi per due terzi causata dal rincaro dell’energia, ma ci sono elementi più strutturali che non la faranno tornare ai livelli pre-Covid
di Morya Longo (il Sole 24 ore)
30 marzo 2022
Inflazione, 3 italiani su 4 preoccupati per il bilancio familiare
Forse sarebbe meglio mettersi il cuore in pace: la cavalcata dell’inflazione (arrivata al 7,9% negli Stati Uniti, al 7,3% in Germania e al 9,8% in Spagna) ha molti elementi transitori, ma ne ha anche alcuni strutturali. Duraturi. Che non scompariranno molto in fretta. Dai picchi attuali il costo della vita calerà prima o poi, questo lo prevedono tutti gli economisti, ma nessuno pensa che torneremo ai livelli di mini-inflazione che abbiamo conosciuto prima del Covid. E difficilmente passeremo questo periodo senza un consistente rallentamento economico, causato in Europa soprattutto dal caro-energia e negli Usa dal tentativo della Fed di calmare l’inflazione stessa. Insomma, facendo la media di tutte le opinioni di economisti e uffici studi interpellati dal Sole 24 Ore, uno scenario sembra prendere sempre più piede: la stag-flazione.
Il peso dell’energia
Un’analisi dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo dimostra che oggi, in Europa, il balzo dei prezzi è in gran parte causato dal rincaro dell’energia. Prendendo come punto di partenza il maggio 2018, quando l’indice dei prezzi in Eurozona raggiunse l’obiettivo della Bce al 2%, Intesa Sanpaolo ha calcolato da cosa è stata causata l’extra-inflazione di oggi (si tratta di 3,9 punti percentuali in più). Due terzi sono dovuti proprio alla componente energetica. E un’altra fetta importante (0,8 punti sui 3,9) va cercata nel settore alimentare, anch’esso in gran parte gravato dai maggiori costi dell’energia e dei fertilizzanti. Insomma: senza il petrolio e il gas alle stelle, in Eurozona l’inflazione sarebbe ben più bassa. Diverso il caso degli Stati Uniti, dove la componente energia ha causato solo un terzo circa del rincaro, mentre la parte più pesante è costituita dal rincaro delle automobili.
LA SCOMPOSIZIONE DELL’INFLAZIONE
La componente transitoria
Questo fa giungere alla conclusione che in Europa la componente transitoria (ammesso che il prezzo dell’energia cali prima o poi) sia maggiore che negli Usa. Giustificando l’atteggiamento più cauto della Bce rispetto a quello della Fed Usa. Ma ci sono due problemi. Se da un lato in Europa i salari non stanno salendo (dal punto di vista dell’inflazione questo è positivo, anche se negativo dal punto di vista economico e sociale), stanno però aumentando le aspettative. Per intenderci: sempre più persone sono convinte che i prezzi saliranno. E questo è un primo elemento che rischia di rendere strutturale il caro-vita. Ma ce ne sono altri.
Le componenti strutturali
Innanzitutto la de-globalizzazione. Ormai è evidente che – soprattutto in settori sensibili come i semiconduttori, l’energia e i prodotti farmaceutici – avere filiere produttive lunghe e globali rappresenta un rischio: basta una pandemia (e il Covid non è sparito) o un pericolo geopolitico (come una guerra) per bloccare e mandare in tilt le catene di approvvigionamento. È quindi opinione diffusa che, almeno in questi settori, avverrà un rimpatrio delle produzioni. E questo farà salire i prezzi.
Altro fenomeno inflattivo è la transizione energetica: almeno per un certo lasso di tempo questo produce un aumento dei prezzi. Inoltre c’è chi, come Giuseppe Sersale di Anthilia, pensa che l’inflazione sarà tenuta elevata anche da «politiche fiscali che resteranno più espansive rispetto al decennio passato».
Certo, esistono tutt’ora elementi disinflattivi, come la tecnologia e la demografia. Ma tutti concordano: l’inflazione sarà strutturalmente più elevata che in passato. Di quanto? Nessuno lo sa.
Gelata economica: rischio di stag-flazione
Se fosse inflazione da consumi, potremmo anche rallegrarci. Ma dato che in Europa è quasi interamente causata da rincari eccezionali delle materie prime, sorgono due problemi. Il primo lo evidenzia Luca Mezzomo, economista di Intesa Sanpaolo: «Quando l’inflazione dipende dal rincaro dell’energia e delle materie prime, si distruggono i consumi». Dunque l’economia.
Il secondo problema è legato alle politiche delle banche centrali, che sono poco efficienti quando l’inflazione è causata da energia e materie prime: per quanto alzino i tassi, i prezzi di petrolio e gas restano elevati. L’unica cosa che possono fare è causare una recessione: diminuendo drasticamente i consumi, anche i prezzi poi calano. Ed è questo che, secondo alcuni, sta facendo la Fed Usa.
In Europa la Bce è molto più cauta, ma il forte rallentamento potrebbe arrivare ugualmente a causa dello shock legato alla guerra: «La Germania ha già registrato un calo del Pil nel quarto trimestre – osserva Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte -. È verosimile che almeno altri due trimestri saranno in frenata. E se la prima economia dell’Eurozona frena così, gli altri Paesi difficilmente possono fare molto meglio».

Le previsioni del marzo 2022 sono state confermate dai dati attuali (maggio 2023).
Se si guarda poi la situazione francese, con l’inflazione alimentare che continua a crescere (+16,1%) non si può ignorare quanto dice Dominique Schelcher, a capo di Système U: “l’inflazione sarà durevole” (e non sostenibile come riportato dalla traduzione dal francese).
Impressionante poi il calo dei consumi alimentari in Francia nel 2022: – 4,6% a volumi.
Il ministero dell’agricoltura USA prevede che l’inflazione USA nel 2023 crescerà tra + 3% e il +4%.
A fine maggio 2023 è ancora al + 5%, sopra le aspettative e per i soli prodotti alimentari a + 7% (leggi :L’inflazione dei prezzi alimentari si sta dimostrando ostinatamente persistente).
Al 14 giugno 2023 USA : inflazione mai così bassa da due anni ma sempre doppia rispetto agli obiettivi Fed (+4% contro +2%).
Nella UE, la BCE invece prevede un’ inflazione molto più alta, al + 6,3% nel 2023. E quest’ultima previsione, secondo me, potrebbe essere azzeccata. Anche se ad aprile l’inflazione accelera in Italia e nell’Eurozona al 7%
La sua corsa anomala al rialzo è aggravata dai margini dopati dell’industria.
Da valutare il fattore speculativo : inflazione dei prodotti alimentari a + 15,4% a marzo 2023 nell’Eurozona .
Le banche centrali (BCE, Fed e banca centrale inglese), in questa situazione, hanno perso molta credibilità : e infatti c’è chi si domanda perché le previsioni delle banche centrali sono state così sbagliate (*)? FT 18 maggio 2023.
Il record – per ora (**) – è della Gran Bretagna, con un’ inflazione alimentare , ad aprile 2023, pari al +19,1% e il premier valuta mettere un tetto ai prezzi dei prodotti alimentari (Repubblica del 30 maggio 2023).
Di conseguenza le quote dei discount Aldi e Lidl, in un anno, sono salite dal 14,1% al 16,5%.
La foto della frutta e verdura sotto, non è stata presa a caso : tra i beni che sono rincarati di più nella UE ci sono zucchero, pane, latte ma anche l’ortofrutta. E’ così anche in Gran Bretagna.

(*) non hanno previsto l’inflazione e quindi hanno reagito molto in ritardo.
(**) Le Monde segnala infatti, a fine marzo 2023, che l’inflazione alimentare, in Germania, ha toccato un + 22%. Ovviamente i dati potrebbero non essere perfettamente comparabili (da segnalare che l’inflazione in Francia, a seconda dei calcoli, potrebbe arrivare a + 21% su un anno , terminante ad aprile 2023).
Sotto un articolo del Wall Street Journal del 5 agosto 2023 che spiega che i prezzi deglia alimentari potrebbero “accelerare”. A causa dello scompiglio nelle esportazioni (costi più alti), del cambiamento climatico e della guerra in Ucraina.

Conclusioni:
- l’inflazione dell’Eurozona scende a + 6,1% su base annua, a maggio 2023. E ad agosto siamo a + 5,3%. Ma gli obiettivi iniziali (target) di Fed e BCE (+ 2%, vedi sotto) sembrano assolutamente irrealistici, per ora (USA a + 3,2% e Germania e Francia con tassi d’inflazione più alti rispetto all’Eurozona). Fonte : The Wall Street Journal, 1° settembre 2023.
- nel gennaio 2022, quindi quasi due anni fa, avevo avvallato la tesi della tempesta perfetta ( Grande Distribuzione e inflazione. In attesa della tempesta perfetta?). Ora arriva la conferma, che vale anche per l’industria di marca: continuano a diminuire in tutta Europa i margini sia della Gdo sia dell’Idm, dice un report di McKinsey.
- a fine dicembre 2023 l’inflazione “core” (senza cibo ed energia) è ancora intorno al 4% ma sta scendendo sorprendentemente sia negli USA che in Eurozona.

Per completare il quadro puoi leggere :
I prezzi delle materie prime non si stabilizzeranno nel 2022, anche a causa del clima
Il rischio che gli italiani taglino i consumi è grande. Non è il caso, per il momento, dei consumatori americani.
Interessanti anche questi dati americano sul grocery e sul carburante (gasoline).
L’inflazione nel cibo ha iniziato a crescere nel 2020.
Alimentari : lo scenario sta peggiorando rapidamente
Legacoop-Prometeia: ecco perché l’inflazione resterà alta anche nel 2023.
Inflazione, quelle tre verità che disturbano.
Inflazione : il Wall Street Journal si interroga sul “rischio clima” (la BCE pensa che i prezzi alimentari saliranno del 6% nei prossimi 12 mesi a causa di El Nino)
Nielsen : i prezzi sullo scaffale mai torneranno al livello pre conflitto Russia Ucraina
Sotto : il dato Nielsen per l’Italia, aggiornato ad agosto 2023 (+10 % per i beni di largo consumo).
Per fortuna qualche segnale positico all’orizzonte c’è : L’inflazione dell’Eurozona tocca il minimo da due anni.
A settembre 2023 negli USA era ancora superiore alle attese ma a ottobre l’inflazione statunitense è scesa più del previsto al 3,2%.
USA: l’ inflazione risale a novembre e rimane al + 4% su base annua
UE : l’inflazione annuale della zona euro dovrebbe dimezzarsi al 2,7% quest’anno dal 5,4% del 2023.
Sotto la discesa dell’inflazione in Italia (novembre 2023) . Per approfondire leggi i dati aggiornati a dicembre 2023 . Nota bene che a gennaio l’inflazione sembra risalire e che il grocery nel 2023 segna ancora un + 9,5%.

A dicembre 2023 l’inflazione sembra sorprendentemente bassa negli USA e nell’Eurozona.
E a febbraio 2024 l’inflazione USA risale a + 3,2% e a marzo risale ancora a + 3,5%.
Gli effetti sui consumi si fanno sentire, sia in Europa che negli Stati Uniti : Dollar Stores (discount) USA : colpiti i redditi dei più deboli da inflazione e fine aiuti Covid 19.
Leggi : L’inflazione blocca la crescita dei redditi degli italiani: dal 2019 persi 6 miliardi.



