“Nel nostro incontro, Brunelli mi ha spiegato che parlare delle vicende di Esselunga gli provocava ancora molto dolore, passati ormai oltre sessant’anni da quei fatti. Dopo la rottura che in seguito arriverà con la mia famiglia, è come se avesse chiuso quei ricordi in una stanza sigillata, nella quale non intendeva più entrare. Di Bernardo non voleva sentir pronunciare neppure il nome: per lui era “l’innominato” e (…) non si era mai reso disponibile a parlarne con gli infiniti interlocutori che nel tempo gli avevano chiesto di ricostruire quegli anni.” (p. 47).
“Non so come fossero i rapporti fra Bernardo e Marco Brunelli nei primi anni di convivenza come soci di minoranza di Esselunga, all’ombra degli americani. In una recente conversazione con Benedetta, la figlia dello zio Guido, mia cugina mi ha riferito che Brunelli aveva detto che fin da subito aveva faticato ad andare d’accordo con mio padre. Quel che è certo è che i primi dissapori cominciarono a manifestarsi in maniera palese all’inizio del 1960.
Nel mese di maggio, infatti, Brunelli e mio zio Guido fondarono insieme una catena di supermercati che aveva l’obiettivo di puntare su Roma, la città che gli uomini della IBEC avevano scartato. (…)
Bernardo, nonostante il successo dell’operazione, si adombrò con il fratello, richiamandolo a Milano. Lo zio Guido non poté nemmeno partecipare all’inaugurazione del primo negozio, nonostante fosse socio alla pari con Brunelli. Smise all’improvviso di dare sue notizie, lasciando l’amico sconcertato. Tra Brunelli e mio padre, che aveva spinto il fratello a rompere i rapporti, scese il gelo: i due non si parleranno più ed è da quel momento che, per il miglior amico di Guido, Bernardo diventò “l’innominato”. (pp. 67 -69).
Nota : l’incontro con Marco Brunelli è avvenuto nel 2019 a casa sua e la catena fondata è la GS, poi passata a Carrefour.
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