A distanza di 35 anni dal disastro dell’Icmesa di Seveso gli effetti della diossina continuano a farsi sentire. Uno studio, condotto da Paolo Mocarelli, già direttore del laboratorio di analisi dell’Ospedale di Desio e docente di biochimica clinica all’università Bicocca, pubblicato su Environmental Health Perspectives, ha messo in luce che gli uomini, nati tra il 1977 e il 1988, da donne contaminate dalla diossina, hanno oggi un numero di spermatozoi inferiore del 50% rispetto al campione di riferimento.
E’ il dato più preoccupante emerso ieri mattina, nel corso del primo convegno promosso a Monza dalla sezione provinciale dell’associazione medici per l’Ambiente (Isde).
Il binomio inscindibile tra ambiente e salute è stato messo in luce anche dall’intervento di Giuseppe Masera, già direttore della clinica pediatrica dell’ospedale San Gerardo e nome di riferimento internazionale nella cura delle leucemie infantili. “Non possiamo nascondere – ha detto Masera – che negli ultimi 20 anni i casi di leucemie in età pediatrica sono in costante aumento.

L’ Italia è la maglia nera d’ Europa con una crescita dei casi dell’1,5% all’anno e del 3,2% nel primo anno del bambino. Anche se non ci sono elementi specifici è altamente probabile che ci sia una relazione tra l’inquinamento ambientale e la leucemia, per questo occorre intervenire a tutela dell’ambiente e della salute”. In questa direzione va il protocollo d’intesa che i medici per l’ambiente hanno sottoposto al presidente della Provincia e ai 55 sindaci del territorio per strutturare una politica comune a favore dell’ambiente e della salute.
20 marzo 2011

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