Prima stesura : 27 maggio 2021, aggiornato il 13 luglio 2025
Illustrazione di Laura Cattaneo/Il Sole 24 Ore
Non solo Nutella, con una maxi-fusione Giovanni Ferrero crea un nuovo gruppo in Belgio
L’imprenditore italiano ha dato vita a Bruxelles a una struttura parallela all’azienda ereditata dal padre. In cinque anni le acquisizioni di Delacre, Kelsen e Ferrara Candy
Servizio
di Angelo Mincuzzi ( il Sole 24 ore del 4 febbraio 2021)
Una Ferrero “parallela” è nata in Belgio negli ultimi cinque anni lontana dai riflettori. Non ha alcun punto di contatto finanziario con la Ferrero tradizionale, quella della Nutella e dei TicTac, se non il fatto che l’azionista è sempre lui, Giovanni Ferrero, classe 1964, figlio di Michele, alla guida “solitaria” dell’impero di famiglia dal 2011 dopo la tragica scomparsa del fratello maggiore Pietro.
La Ferrero “parallela” si chiama CTH Invest e ha sede al numero 187 di Chaussée de la Hulpe, un edificio di sei piani occupato da uffici e da professionisti, immerso in un’area verde a Watermael-Boitsfort, piccolo comune a sud-est di Bruxelles. L’ha fondata Giovanni Ferrero nel luglio 2016 e da allora l’imprenditore ha pompato nelle sue casse risorse finanziarie per 1,6 miliardi di euro con diversi aumenti di capitale destinati a finanziare acquisizioni.
La crescita è stata rapidissima. In cinque anni CTH Invest ha acquistato i biscotti Delacre in Belgio, i frollini al burro Kelsen in Danimarca, i biscotti da tè Fox’s in Gran Bretagna, le caramelle gommose Ferrara Candy con alcune delle attività della Nestlé negli Stati Uniti e, infine, un produttore di gelati industriali in Spagna. E adesso, una maxifusione fa prevedere nuove acquisizioni nei prossimi mesi.
Nasce la maxi-holding
Il 31 dicembre 2020, a Bruxelles, la CTH Invest si è fusa e ha assorbito la Cdm International Holding, anch’essa controllata al 100% da Giovanni Ferrero. Al momento dell’operazione, CTH Invest possedeva un capitale azionario di oltre 1,6 miliardi di euro e attività nette per 2,8 miliardi. Cdm International Holding contava invece un capitale di 763 milioni e controllava interamente la lussemburghese Teseo Capital Sicav-Sif, una società di investimento che nel 2019 gestiva asset per quasi 1,9 miliardi di euro dei Ferrero.
Alla nuova CTH Invest fanno capo adesso, direttamente e indirettamente, attività per quasi cinque miliardi di euro, sparse in diversi paesi. Nel progetto di fusione è scritto chiaramente che l’operazione «consentirà di accedere più facilmente a finanziamenti esterni o di stabilire più facilmente delle garanzie nel quadro di operazioni di finanziamento, che si tratti di rifinanziamenti di investimenti esistenti o di finanziamenti di nuove acquisizioni».
Le due Ferrero
Più passa il tempo, più appare chiara la strategia di Giovanni Ferrero, 32° uomo più ricco del mondo con un patrimonio netto di 27,4 miliardi di dollari secondo Forbes, 38° in classifica con una ricchezza di 33,5 miliardi di dollari secondo Bloomberg. Ed è una strategia che cammina velocemente lungo due direttrici, una complementare all’altra.

LE FERRERO PARALLELE
La holding in Belgio e in Lussemburgo attraverso le quali Giovanni Ferrero controlla il gruppo dolciario
Le due Ferrero viaggiano parallelamente con l’obiettivo di raddoppiare nel giro di pochi anni la potenza di fuoco delle società che fanno capo a Giovanni Ferrero, oggi terzo gruppo industriale dolciario al mondo dopo Mars (famoso per gli M&M’s) e Mondelez (che produce i Toblerone).
Della Ferrero tradizionale – quella ereditata da suo padre Michele – Giovanni Ferrero controlla il 75% delle azioni (il 20,1% delle quali sono in nuda proprietà) attraverso la Schenkenberg, una holding lussemburghese la cui esistenza è stata rivelata da un’inchiesta di “Fiume di denaro” su 24+.
Schenkenberg controlla il 100% di Ferrero International, holding a cui fanno capo 104 società consolidate a livello mondiale e 31 stabilimenti produttivi. Il bilancio civilistico 2020 di Ferrero International è stato chiuso con un utile (che comprende i dividendi dell’anno precedente) di 464,3 milioni di euro rispetto ai 928,5 del 2019. Sempre nel 2019 (il dato del 2020 sarà disponibile a breve) il fatturato consolidato del gruppo aveva raggiunto gli 11,4 miliardi di euro.
Quella della Ferrero International è la prima gamba dell’impero di Giovanni Ferrero. È quella nata ad Alba negli anni Quaranta del secolo scorso dall’abilità dei nonni di Giovanni e che si è sviluppata con il padre, Michele Ferrero, diventando una potenza nella produzione di dolci al cioccolato. La multinazionale ha la testa in Lussemburgo e Giovanni Ferrero ne è il presidente esecutivo dopo essere stato per alcuni anni co-Ceo insieme al fratello Pietro, morto di infarto in Sudafrica nel 2011. Ferrero ha conservato la responsabilità di Ceo fino al 1° settembre 2017, quando ha ceduto l’incarico a Lapo Civiletti, primo amministratore delegato del gruppo che non fa parte della famiglia.
Il gruppo Schenkenberg-Ferrero è cresciuto prevalentemente per linee interne in un segmento ad alta redditività, come i prodotti di cioccolato, seguendo la strategia del patriarca Michele Ferrero, che privilegiava l’innovazione interna e aveva rinunciato ad importanti acquisizioni pur di non snaturare la qualità dei prodotti del gruppo.
Ma la Nutella, i Kinder e i Ferrero Rocher sono prodotti stagionali. Vendono soprattutto in inverno. E anche se i bilanci del gruppo Ferrero sono da anni in costante crescita ed evidenziano una storia di indubbio successo imprenditoriale, la stagionalità rappresenta oggettivamente un rischio. Un rischio ampiamente gestibile ma comunque un rischio.
La scelta del Belgio
Ecco allora che tra il 2016 e il 2017 (quando Civiletti assume la guida operativa del gruppo lussemburghese), Giovanni Ferrero si inventa la seconda gamba: la Ferrero “parallela”. E comincia la sua campagna di acquisizioni in segmenti diversi da quelli del cioccolato ma con margini inferiori rispetto a quelli dei tradizionali marchi Ferrero. Ed è forse per evitare che i grandi guadagni della Ferrero tradizionale vengano erosi, che Giovanni Ferrero ha collocato nel suo gruppo privato i biscotti Delacre, i Kelsen i Fox’s e le caramelle gommose di Ferrara Candy.
La Ferrero “parallela” si sviluppa in Belgio, dove Giovanni Ferrero vive da quando è adolescente. Negli Anni di piombo, quando molti industriali italiani temevano i rapimenti della mafia o delle Brigate Rosse, Michele Ferrero decise infatti di trasferire la famiglia proprio in Belgio. Qui i Ferrero scelsero come base una villa a Rhode-Saint-Genèse, una cittadina delle Fiandre tra Bruxelles e Waterloo, e i figli Pietro e Giovanni frequentarono un collegio della capitale belga.
Nel 1958 Ferrero aprì proprio in Belgio il primo ufficio commerciale estero, per permettere ai visitatori dell’Expo di Bruxelles all’Heysel di assaggiare il Mon Chéri, la ciliegia al liquore ricoperta di cioccolato. E nel 1965 lanciò qui la Nutella, seguita dalle caramelle TicTac nel 1970. Bruxelles è stata il trampolino per la crescita internazionale della Ferrero, anche se poi il quartier generale è stato collocato in Lussemburgo.
Giovanni Ferrero, dopo gli studi universitari all’estero e alcune esperienze internazionali nel gruppo, ha deciso di rimanere a Bruxelles, che dista appena 200 chilometri dal Lussemburgo. E qui è rimasto stabilmente. Anzi, a partire dal 2016 ha accentrato nell’edificio di Chaussée de la Hulpe tutte le società che ha fondato da allora: dalla CTH Invest alle numerose immobiliari che gestiscono il patrimonio personale dell’imprenditore.
La holding “americana”
Al vertice della Ferrero “parallela” c’è, dunque, la CTH Invest. È la holding di testa e controlla quattro società. La prima è anche la più importante. Si chiama FFH Holding, è stata costituita nell’ottobre 2017 e controlla la Pontiac Holdco Inc., una società del Delaware (Usa) attraverso la quale sono state realizzate le acquisizioni negli Stati Uniti della Ferrara Candy e della parte dolciaria delle attività di Nestlé Usa.
Con sede a Oakbrook Terrace, in Illinois, Ferrara Candy è il terzo più grande produttore di dolciumi non al cioccolato negli Stati Uniti. I suoi marchi più noti sono Brachs, Trolli e le caramelle gommose Black Forest Organics, alla frutta biologica. Ferrara è il risultato della fusione nel 2012 tra Farley’s & Sathers Candy Company e Ferrara Pan Candy Co. FFH ha acquistato la società nell’ottobre 2017 dal fondo L Catteron investendo circa 476 milioni di euro. Ferrara realizza circa un miliardo di dollari (850 milioni di euro) di fatturato all’anno.
Nel 2019 FFH possedeva attività finanziarie per 2,85 miliardi di euro e ha chiuso l’anno con una perdita di 240mila euro. Nel solo 2019 Ferrero ha aumentato il capitale della società di 1,3 miliardi di euro, portandolo a 2,28 miliardi.
Nel portafoglio della CTH Invest c’è anche la società danese Kelsen, famosa per i suoi frollini al burro con il marchio Royal Dansk, rilevata nel luglio 2019 per circa 300 milioni di dollari. Nel 2019 la Kelsen Danemark ha realizzato un utile di 54,5 milioni di euro mentre la Kelsen Us (altra società controllata da CTH Invest) ha chiuso l’anno con un beneficio di 1,5 milioni.
I biscotti Delacre
L’ultima società controllata dalla holding belga è la Biscuits Delacre, acquistata nel 2016 per circa 191 milioni di euro. Il biscottificio belga è considerato “la bella addormentata” tra le società acquisite. Nel 2019 ha perso 25,5 milioni di euro e richiede alcuni investimenti per essere rilanciata. I conti della Delacre si sono riflessi sul bilancio della CTH Invest, che ha chiuso il 2019 con una perdita di 21,9 milioni di euro che, sommati ai 12 milioni persi negli esercizi precedenti, hanno portato a 34 milioni le perdite complessive della società.
Insomma, per ora la Ferrero “parallela” non registra i conti positivi da record della Ferrero lussemburghese (a parte il 2020, l’anno del covid-19), anche a causa della redditività inferiore del business dei biscotti rispetto al cioccolato. Ma Giovanni Ferrero ha tutta la potenza di fuoco per rimettere in sesto la società.
La nuova sub-holding
A riprova dell’importanza che la holding belga riveste per l’imprenditore italiano c’è il fatto che l’attività della CTH Invest non sembra fermarsi mai. Il 10 aprile 2020 CTH Invest ha creato una nuova sub-holding, la Fine Biscuits Company, alla quale un mese dopo ha conferito attraverso un aumento di capitale di 514 milioni di euro le partecipazioni Delacre e Kelsen. L’operazione ha consentito di capire a quale prezzo le due società vengono oggi valorizzate. Il 100% di Delacre è stato valutato 219,5 milioni di euro mentre il 100% di Kelsen 294,4 milioni di euro.
Il 24 dicembre 2020 il capitale di Fine Biscuits Company è stato poi aumentato ancora di 3,7 milioni di euro attraverso il conferimento di una nuova società, The Fine Lab, specializzata nelle attività di laboratorio legate ai settori della biscotteria, del cioccolato e della pasticceria, oltre alla ricerca e sviluppo in questi campi. La società è stata dotata di un capitale di 3,7 milioni di euro.
Il forziere dei Ferrero
Per capire il senso della fusione realizzata l’ultimo giorno del 2020 bisogna ritornare, però, sulla Cdm International Holding, la società che è stata assorbita dalla CTH Invest. La Cdm è stata trasferita in Belgio il 30 giugno 2020 ed era amministrata da Paola Rossi Ferrero, Antonio Fassinotti e Christian Chéruy. Proveniva dal Lussemburgo, dove era arrivata nel 2016 dalle Isole Vergini Britanniche, paese dove era stata originariamente fondata. In Lussemburgo, sempre nel 2016, era stata capitalizzata con 885 milioni di euro.
La società controlla il 100% della Teseo Capital Sicav-Sif, il fondo (nato sempre nel 2016) che investe i dividendi milionari di Giovanni Ferrero provenienti dalla holding Schenkenberg (che possiede la Ferrero International). Teseo Capital registrava nel 2019 (ultimo bilancio disponibile) un valore patrimoniale netto complessivo di oltre 1,8 miliardi di euro ed è suddivisa in tre sub-fondi: Capital preservation (con un Nav di 1,13 miliardi), Long term growth (645 milioni) e Strategic opportunities (97 milioni).
Dopo la fusione della CTH Invest con la Cdm International Holding, queste risorse fanno capo alla super-holding belga amministrata da Paola Rossi Ferrero.
Insomma, Giovanni Ferrero, imprenditore atipico nel panorama mondiale per la sua sensibilità creativa che lo ha portato a scrivere diversi romanzi, sembra avere una strategia molto precisa in testa. Se nella Ferrero tradizionale (che controlla al 75% e di cui il resto della famiglia possiede il 25%) continua a seguire gli insegnamenti del padre Michele tenendo la rotta ben piantata sui prodotti di cioccolato, nella Ferrero “parallela” segue con più libertà il proprio orientamento, allargando lo spettro degli investimenti verso settori nuovi per il gruppo, come i frollini e le caramelle gommose.
Una strategia che punta a una salutare diversificazione ma anche a una crescita molto rapida. E la fusione andata in porto il giorno di San Silvestro del 2020 si tradurrà con molta probabilità in un’accelerazione del disegno imprenditoriale dell’imprenditore-intellettuale.

Sopra un articolo del Corriere Economia, del 26 luglio 2021, che spiega la strategia di Giovanni Ferrero, che parla di “bilancio green”.
Nel tempo speriamo che il programma di Ferrero includa tutti i suoi lavoratori , diretti ed indiretti (*), nel mondo.
Chi pensa a Ferrero , oltre alle nocciole, prende in considerazione anche cacao, olio di palma, etc. E pensa subito a quello che sta facendo Nestlè per l’abolizione del lavoro minorile nel cacao .
La multinazionale svizzera ha “preso il toro per le corna” e ha deciso di devolvere nell’arco di 8 anni. 1,4 miliardi $ agli agricoltori per fermare il lavoro minorile.
A Ferrero i soldi non mancano (e lo si vede in sopra e in Ferrero International : utili a 677 milioni).
Ma per impostare un piano di questo genere, che riguarderebbe milioni di bambini, e soprattutto per attuarlo, ci vorrebbero anni.
Leggi in proposito : Ferrero pubblica il 13esimo bilancio di sostenibiità dove, ad esempio, dichiara progressi significativi nelle pratiche lavorative di 134’000 agricoltori del Ghana e della Costa d’Avorio.
Difficile capire, veramente, cosa succede in quelle terre lontane.
Rimane il fatto che Ferrero è contestata anche qui, in Italia (Ferrero : la politica delle nocciole in Piemonte non è sostenibile per gli agricoltori e non valorizza il prodotto italiano). Ed è forse da noi che dovrebbe dare le prime risposte concrete. Ferrero ha infatti dichiarato che sarebbe diventata “sostenibile” nel 2023 sul fronte delle nocciole
(*) anche dei fornitori, che sono stakeholders che secondo la Treccani sono : “Tutti i soggetti, individui od organizzazioni, attivamente coinvolti in un’iniziativa economica (progetto, azienda), il cui interesse è negativamente o positivamente influenzato dal risultato dell’esecuzione, o dall’andamento, dell’iniziativa e la cui azione o reazione a sua volta influenza le fasi o il completamento di un progetto o il destino di un’organizzazione”.Sotto: la catena di controllo.
Il paternalismo generico non basta più.

Per un aggiornamento leggi :
Ferrero vendite a 12,7 miliardi
Salmonella, Ferrero sapeva della contaminazione dal 15 dicembre
Barilla e Nutella Ferrero tra i 100 marchi iconici del grocery, negli USA
Giovanni Ferrero più ricco di Mark Zuckerberg. Nutella “vale” più di Facebook.
Mondelez investe 600 milioni di $ per rifornirsi di cacao sostenibile.
Cacao insostenibile: leggi insufficienti e tracciabilità scarsa.
Giorgio Santambrogio : Ferrero, Barilla e Fage (yogurt) sgrammano
Ferrero acquisisce Wells, colosso Usa dei gelati
Ferrero : ricavi e utili in aumento in Italia
Nocciole : azione legale per proteggere il lago di Vico dalla monocolture dei fornitori di Ferrero.
Al 31 agosto 2022, la Ferrero International S.A., società capogruppo del Gruppo Ferrero, ha riportato un fatturato consolidato di 14 miliardi di euro, con un incremento del 10,4%: il perimetro di Ferrero International NON include 2 miliardi di € della belga CTH (la struttura parallela di cui abbiamo parlato sopra).
Nutella: il 70% è zucchero e olio di palma, il 13% nocciole.
Ferrero al top per la reputazione
A Ferrero gli snack tedeschi Nutrisun
Ferrero si rifinanzia con 1 miliardo di $
Ferrero: la salmonella in Belgio blocca di nuovo la produzione di Kinder
Ferrero : premio da 2’400 € ai dipendenti.
Ferrero : fliliere materie prime certificate
Ferrero abbandona la produzione di nocciole in Australia: perdita da 70 milioni
Ferrero debutta nel frozen prima colazione con i Nutella croissant
Ferrero: in arrivo la Nutella vegana
Ferrero : dieci miliardi di euro di dividendi incassati in vent’anni
Francia : tra gli articoli più venduti nel 2023 di italiano solo la Nutella Ferrero
Nutella perde in tribunale contro Nocciolata Rigoni
Il gruppo Ferrero tocca la boa dei 17 miliardi di fatturato.
Ferrero lancia il gelato alla Nutella
Ferrero, l’altro ramo della famiglia e i 100 milioni di utile nella cassaforte in Lussemburgo
Barilla, Ferrero e Loacker entrano massicciamente nei gelati con formati e contenitori diversi (sui gelati leggi anche questo articolo).
Dai gelati Nutella ai Kinderini, il bilancio Ferrero sale a 18,4 miliardi di fatturato
Ferrero investe in Canada per l’ampliamento dello stabilimento in Ontario (aprile 2025)
Il Wall Street Journal: “Ferrero prepara lo shopping negli Usa e tratta con Kellogg” (luglio 2025).
Ferrero continua gli acquisti: si espande in Francia con Cpk e Carambar (2025)
Sotto : gli ultimi dati (febbraio 2025).

Conclusione :
1) da un leader ci si aspetterebbe forse di più – oltre che sui diritti dei lavoratori (nei paesi lontani come l’Indonesia o la Costa d’Avorio) e l’inquinamento, in Italia – anche sulle materie prime e l’etichettatura del cibo. Leggi in proposito : Barilla e Ferrero : comportatevi da leader su materie prime ed etichettatura del cibo. E infatti :“Costiamo meno del pacchetto di cioccolatini che confezioniamo, è una vergogna”: la protesta delle lavoratrici in appalto davanti alla Ferrero, a ottobre del 2024.
2) ovviamente anche il fatto che Ferrero sia rimasta in Russia e venga esibita in filmini “di regime” per far vedere quanto sono belli e ben forniti i supermercati russi non gioca a favore del gruppo.
Bene il Canada, male la Russia (anche se, a dire il vero, la maggioranza delle aziende vi sono rimaste).
3) coraggiose, se non temerarie, le ultime acquisizioni (Kellogg e Carambar -caramelle e cioccolato) perchè il mercato degli snack dolci negli Stati Uniti sta frenando pesantemente (- 6,1%).
I motivi sono tanti: inflazione, dal Covid-19 in poi, assunzione di medicinali contro l’obesità (GLP-1, con perdite di volumi in alcune categorie fino a -2,9%), snacks più salutari e offerte di pasti fast food (es.: promozione di Mc Donald’s a 5$ ).
Infine forse non sono stati considerati i fattori demografici : la popolazione dell’Occidente sta invecchiando alla velocità della luce.


