Giorgina Venosta : “Ragazze del Forte, le più belle signore di oggi“, di Lina Sotis, Sette, 5 luglio 2001

Lina Sotis, giornalista e scrittrice, sempre presente nei salotti milanesi, anch’ella “ragazza del Forte” dell’epoca d’oro, fu cara amica di mia madre Giorgina Venosta, e in un suo articolo del luglio 2001 le fece un delizioso ritratto giovanile, corredato da un piccolo episodio legato all’attore Renato Salvatori, protagonista della grande stagione del cinema italiano del secondo dopoguerra ma prima bagnino sulle spiagge di Forte dei Marmi, e follemente innamorato della “seducente e schiva” Giorgina.

Le mie estati a Lindos, con Guido Somarè, David Gilmour e il gatto “Caprotti”

Negli anni ’60 e ’70 mia madre Giorgina fu compagna di Guido Somarè, pittore di talento con l’arte nel sangue da più generazioni, e con lui aveva iniziato ad andare a Lindos, località dell’isola di Rodi, almeno dal 1966. Violetta ed io invece approdammo a Lindos la prima volta nel 1969, dopo un viaggio interminabile che ci aveva portato a superare l’istmo di Corinto in nave...

Gli amici Giorgina Venosta e di Bernardo Caprotti: Giulia Maria Crespi, Indro Montanelli, Marisa Spaini Rivolta

Se Mario e Vittorio Crespi furono soci di mio padre Bernardo e dello zio Guido, nella fondazione di Esselunga, la loro nipote Giulia Maria, per alcuni fondamentali anni alla gestione del “Corriere della Sera” e in seguito fondatrice del FAI-Fondo Ambiente Italiano e imprenditrice agricola, fu amica dell’ex moglie di Bernardo, mia madre Giorgina...

Giorgina Venosta e Aldo Bassetti, dagli anni’60 al 2021

Fu per Aldo Bassetti che mia madre Giorgina pose fine al soffocante matrimonio con mio padre Bernardo. Poi si lasciarono per un lungo periodo, fino al 1983, quando s’incontrarono di nuovo per non lasciarsi più fino alla morte di lei, nel 2021. Aldo, proveniente da una storica azienda lombarda del tessile, era un tipico caso di “imprenditore illuminato”.

I Caprotti: la zia Silvia, sorella del nonno Peppino (1896 – 1994)

Silvia è la sorella di mezzo. Dalle lettere che ci sono rimaste la si vede molto legata alla famiglia. Nel 1922 si fidanza con Ernesto Thomas, che proprio in quell’anno fonda a Brusimpiano, sul lago di Lugano, il lanificio che ancora oggi porta il suo nome, e lo sposa nel 1923. La zia Silvia, che è presente anche nella vita e nell’affetto dei nipoti, figli del nonno Peppino, e che io ho conosciuto da ragazzo negli anni ’80, trascorre tutta la sua vita a Brusimpiano, dove muore assai anziana nel 1994.

Il confronto con i Caprotti: la Ercole Marelli e l’innovazione tecnologica

la Marelli non solo segue ma crea anche il mercato, attraverso le continue innovazioni dell’azienda. Similmente si comporta la Caprotti, partendo dall’innovazione tecnologica e dallo sviluppo della fabbrica, pur se in un ambito del tutto diverso e con un prodotto molto più sensibile alle sollecitazioni immediate del mercato.

La Manifattura Caprotti e la continuità: tessuti dall’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento

Come nel passato, la Manifattura ha continuato nel presente a produrre i suoi tessuti, aggiornando alle mode dei tempi alcuni suoi classici come i quadrettati o i fantasia, prodotti almeno dagli anni Quaranta dell’Ottocento nei colori vivaci che tanto piacevano e mantenuti in produzione, aggiornati nelle preferenze di tessuto e di colore, per più di un secolo ancora.

La Manifattura Caprotti e il cooperativismo “bianco”

Nel primo dopoguerra (1919-1921) Bernardo. padre del nonno Peppino, fonda con Galeazzo Viganò ed alcuni tecnici e operai delle rispettive fabbriche la “Società Mutua Cooperativa di Consumo”, per calmierare i prezzi dei generi di prima necessità In seguito, anche se le lotte sindacali si affermano pure alla Caprotti, come in tutte le fabbriche, tuttavia la matrice cattolica e fortemente attaccata alle tradizioni rimane.