FINANZA E MERCATI
Panzani, Cvc scuote il mercato della pasta: cresce la concorrenza per i produttori italiani
Dal private equity inglese 550 milioni: piano allo studio per una piattaforma di marchi Il rincaro delle materie prime è destinato ad accelerare il processo di aggregazioni
Alessio Romeo per il Sole 24 ore del 10 settembre 2021
Sviluppo del marchio e nuove acquisizioni. Il passaggio dello storico produttore francese di pasta Panzani dalla multinazionale spagnola EbroFoods al fondo di private equity Cvc Capital partners per 550 milioni, oltre a confermare l’interesse del mondo della finanza per il business globale della pasta, rilancia la concorrenza al Made in Italy sui mercati esteri. Dove l’export di pasta tricolore continua a macinare record: nel 2020 ha superato per la prima volta quota 2 miliardi, raggiungendo i 2,33 miliardi con un aumento del 18% sull’anno precedente.
Questo mentre i prezzi del grano duro sono tornati ai massimi, trainati sia dai fondamentali – scorte ai minimi e vuoto d’offerta in Nordamerica causa maltempo – che dalle operazioni speculative sui derivati.
Uno scenario che sta mettendo in allarme l’intera filiera della pasta e ha spinto nei giorni scorsi l’associazione degli industriali francesi della pasta (Sifpaf) a chiedere un aumento urgente del prezzo della pasta al consumo.
Sui prezzi leggi anche : Cibo: l’inflazione colpisce i paesi più poveri.
Nonostante questo il mercato della pasta, che ha beneficiato anche della corsa agli acquisti scatenata dalla pandemia, continua a far gola ai grandi investitori.
Nel caso di Panzani, Cvc punta all’ulteriore rafforzamento del brand dal nome italiano ma fortemente radicato in Francia, dove detiene oltre un terzo delle vendite, e con una crescente vocazione internazionale. Vocazione sviluppata da Ebro Foods e che ora il fondo intende accelerare ulteriormente attraverso una crescita organica e nuove acquisizioni.
Fondata nel 1950 a Parthenay, oggi con sede a Lione e stabilimenti produttivi a Marsiglia e Nanterre (oltre a una produzione in conto terzi all’estero) l’azienda ha sempre beneficiato del richiamo all’italianità del nome, che deriva da quello del fondatore Jean Panzani, figlio di italiani, padre direttore di un panificio industriale, emigrato in Francia nel 1929 dove inizia a produrre pasta artigianale italiana (fresca, perché la semola all’epoca era introvabile). Per primo utilizza il cellophane per il packaging e negli anni ’60 introduce un’altra innovazione confezionando salse di pomodoro nelle latte di ferro, un’idea immediatamente copiata dalla concorrenza. Oggi è una delle marche di pasta più consumate in Francia e secondo produttore europeo. Rilevato dal gruppo Bnp Paribas nel 1997, il business del gruppo è cresciuto e si è allargato soprattutto dal 2005, anno dell’acquisizione da parte della multinazionale alimentare spagnola Ebro Foods, proprietaria tra gli altri del pastificio Garofalo e che proprio sullo sviluppo dei brand della pasta ha basato la crescita degli ultimi anni. Dalla vendita di Panzani a Cvc ricaverà ora una plusvalenza di 91 milioni.
Attualmente Panzani detiene circa il 37% del mercato francese della pasta secca e il 41 % circa del mercato della pasta fresca. In base alla trattativa esclusiva avviata con Cvc Capital partners, annunciata lo scorso 26 luglio con closing previsto entro il 2021, Ebro Foods cederà le proprie attività di pasta secca, sughi, couscous e semola, per 550 milioni di euro. Il perimetro dell’operazione comprende in particolare i marchi Panzani e Ferrero, Zakia e Regia, oltre a tutti gli asset operativi (compresi stabilimenti e molini) legati a tali marchi per la produzione di pasta secca, cuscus, sughi e semole.
Ebro Foods manterrà il marchio della pasta fresca Lustucru Sélection, acquisito nel 2002 dal gruppo Pastacorp Lustucru (che possiede il marchio della pasta secca Lustucru). Manterrà anche il controllo dello specialista del riso Premium Winged Bull. L’azienda spera, grazie a questa concentrazione delle sue attività alimentari sui segmenti premium e fresco, di continuare la sua forte crescita, legata al boom delle vendite di pasta e riso trainato dall’epidemia di Covid-19.
Ebro Foods ha raggiunto nel 2020 il miglior risultato finanziario dalla sua creazione nel 2001, con un utile netto di oltre 192 milioni di euro e ha chiuso il primo semestre 2021 con un utile netto in ulteriore aumento del 4,3% a 107 milioni di euro.
Buono l’andamento del mercato Nordamericano, dove nel 2020 Ebro ha ceduto al gruppo Barilla per 100 milioni le attività in Canada di produzione e commercializzazione di pasta secca sotto il marchio “Catelli”.
E c’è chi si starebbe muovendo per cercare di acquistare De Cecco e Divella
Fonte : Il Sole 24 ore