Alberto Frausin neo presidente di Federdistribuzione. Il nodo della rappresentanza nelle istituzioni

di Luigi Rubinelli
L’assemblea annuale delle aziende associate a Federdistribuzione ha nominato Alberto Frausin nuovo presidente della Federazione. Il neo Presidente, in carica da oggi, succede a Claudio Gradara.
Frausin (nella foto), milanese, classe ’57 ha alle spalle una lunga e solida esperienza nelle aziende del largo consumo, sia in Italia che a livello internazionale, oltre ad aver ricoperto vari ruoli in ambito associativo. Il suo percorso professionale vanta esperienze in Kraft, Johnson Wax e Ferrero, nelle quali ha occupato molteplici posizioni in area vendite e marketing.
Successivamente, ha assunto responsabilità nella direzione generale di Manetti & Roberts e, dopo aver ricoperto la carica di ceo di Zambon e poi di Galbani – Gruppo Lactalis, nell’ottobre 2007 è stato nominato amministratore delegato di Carlsberg Italia. In questo ruolo ha assunto la carica di presidente di Assobirra dal 2011 al 2017 e di presidente di Gs1 Italy dal 2017 al 2019. Dal 2019 è membro del Fondo Fsi in qualità di industrial partner.
Alcune considerazioni
Senza nulla togliere ad Alberto Frausin, né sul piano professionale né su quello personale, è una nomina anomala quella scelta a presidenza di Federdistribuzione. Nella Gdo già esiste Adm, l’Associazione delle imprese della distribuzione moderna con compiti quasi equipollenti.
In Adm sono presenti sia Coop sia Conad, che invece non trovano rappresentanza in Federdistribuzione. Nella stessa sono assenti i discounter: Lidl, Aldi, Eurospin, Md-Lillo, Penny e i più piccoli.
Scegliere un manager dal profilo spiccatamente industriale sembra quasi che le imprese della distribuzione non siano in grado di scegliere un manager del retail che possa rappresentarli. Francesco Pugliese, ad di Conad, ha chiesto in questi giorni la nascita di una commissione che si occupi del retail in ambito Mise, il ministero dello Sviluppo economico.
Immaginiamo che lo abbia fatto a nome di tutte le imprese del commercio moderno. Ha fatto benone, è un passo in avanti, non c’è dubbio, ma la nomina di Frausin sembra quasi un ripiego di fronte a una simile richiesta. È un po’ come, lasciateci passare la forzatura, se Stefano Beraldo, ad di Ovs, per le sue capacità finanziarie e organizzative venisse elettro presidente in Federalimentare. Sarebbe un po’ avventuroso, non è vero? Con tutto il rispetto anche per Beraldo.
La distribuzione soffre da sempre di rappresentanza politica, negli anni Federdistribuzione si è addirittura separata da Confcommercio. I motivi sono diversi, inutile ritornarci. Sta di fatto che la distribuzione ha, avrà, bisogno di contare sempre di più per competere anche politicamente con i pure player dell’e-commerce e non solo.
Peccato questo passo indietro, che almeno sembra tale. Non ci rimane che augurare ad Alberto Frausin buon lavoro.
La nomina di Frausin sembra , spiace dirlo, una sorta di “ripiego”. Per essere ancora più chiari gli mancano le competenze (con tutto il rispetto per chi viene dal mondo dell’Industria).
Inoltre sembra pilotata da un’azienda – rappresentata da Federdistribuzione – che si sente forte nella gdo e che non vuole che quest’ultima sia “fortemente” rappresentata di fronte alle istituzioni.
Nel frattempo della commissione al Mise non si sa più nulla e Francesco Pugliese è diventato vicepresidente di Confcommercio, dividendo ancor di più la Grande distribuzione.
Rimangono tante “belle” interviste.
Un pò pochino di fronte alla tempesta che si prospetta.
Sotto : Mario Gasbarrino non capisce la “differenza/motivo/necessità di avere tante associazioni a rappresentarci”. Credo non sia il solo.
Pubblicato il 20 marzo 2021, aggiornato il 18 gennaio 2022



