Con zoonosi si intendono tutte quelle malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo. Queste malattie comprendono un gruppo eterogeneo di infezioni, che possono essere causate da virus, batteri, funghi, altri organismi o agenti proteici non convenzionali (prioni).
Le zoonosi conosciute sono molto numerose – oltre 200 secondo l’OMS – e il loro studio costituisce uno dei settori di maggior interesse della medicina umana e veterinaria.
Sono zoonosi la rabbia, la leptospirosi, l’antrace, la SARS, la MERS, la febbre gialla, la dengue, l’HIV, Ebola, Chikungunya e i Coronavirus, ma anche la più diffusa influenza, solo per citarne alcune.
Come per i virus, il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite ad un’altra si chiama spillover ed è un evento ben definito nel tempo.
Il contagio può avvenire, a seconda dei casi, per contatto diretto, come per la rabbia, tramite altri organismi vettori, fra cui diversi insetti (es. zanzare) o altri artropodi (es. zecche), o altri veicoli di tipo ambientale e alimentare.
Ovviamente per la nostra specie sono più pericolose quelle zoonosi che si trasmettono non solo dagli animali, ma che successivamente si adattano alla nostra specie consentendo, come per il virus ebola, che la malattia si diffonda tra uomo e uomo.
Le zoonosi che riescono a trasmettersi da umano a umano sono le più pericolose perché con miliardi di esseri umani che si assembrano, socializzano e viaggiano possono generare vere e proprie epidemie se non pandemie, favorite dalla crescente globalizzazione.
Tra tutte le malattie emergenti le zoonosi di origine selvatica potrebbero rappresentare in futuro la più consistente minaccia per la salute della popolazione mondiale.
Il 75% delle malattie umane fino ad oggi conosciute derivano da animali e il 60% delle malattie emergenti sono state trasmesse da animali selvatici.
Le zoonosi causano ogni anno circa un miliardo di casi di malattia nel mondo.
È ormai assodato che gli ecosistemi naturali, che si tratti di foreste temperate o tropicali, di bacini fluviali o di zone umide costiere, di praterie o di torbiere, hanno un ruolo cruciale nel sostenere e alimentare la vita, compresa quella della nostra specie.
Gli scienziati di tutto il mondo sono consapevoli che tra le cause della diffusione di malattie infettive emergenti, come Ebola, febbre emorragica di Marburg, SARS, MERS, febbre della Rift Valley, Zika e molte altre ancora, vi siano fattori importanti come la perdita di habitat, la creazione di ambienti artificiali, la manipolazione e il commercio di animali selvatici e più in generale la distruzione della biodiversità, con l’estinzione delle piante e la deforestazione imperante.
PATOLOGIA | AREA GEOGRAFICA | NUMERO DI CASI OGNI ANNO | MECCANISMO DI SVILUPPO | FATTORI UMANI FACILITANTI |
Malaria | Asia, America, Asia tropicali | 350 milioni | Espansione di organismi vettori, invasione di nicchia ecologica | Deforestazione, progetti idrici |
Schistosomiasi | Asia, America, Asia | 120 milioni | Espansione dell’ospite intermedio | Irrigazione, costruzione di dighe |
Dengue | Aree tropicali | 80 milioni | Espansione degli organismi vettori | Urbanizzazione, cattive condizioni abitative |
Rabbia | Aree tropicali | 35.000 (morti) | Perdita di biodiversità, alterata selezione dell’ospite | Deforestazione, miniere |
Morbo di Lyme | Nord America, Europa | 23,763 (USA) | Riduzione dei predatori, perdita di biodiversità, espansione delle specie serbatoio | Frammentazione degli habitat |
West Nile virus | Nord America, Eurasia | 5.483 (media USA) | Invasione di nicchia ecologica | Viaggi internazionali, variabilità climatica |
Ebola | Africa | – | Deforestazione, caccia | Deforestazione |

Se da una parte la distruzione di habitat e di biodiversità crea condizioni favorevoli alla diffusione di malattie zoonotiche emergenti, dall’altra la creazione di habitat artificiali o più semplicemente di ambienti poveri di natura e con un’alta densità umana possono ulteriormente facilitarla.
In queste nuove condizioni determinate dall’uomo, vengono meno quegli equilibri degli ecosistemi, delle popolazioni e degli individui in grado di contrastare i microrganismi responsabili di alcune malattie.
Le periferie degradate e senza verde di tante metropoli tropicali ad esempio sono la culla perfetta per malattie pericolose e per la trasmissione di zoonosi, mentre la diffusione di sistemi d’irrigazione, canalizzazioni e dighe, permette la riproduzione di pericolosi vettori come le zanzare.
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Fondazione Guido Venosta in collaborazione con il WWF.



