Il braccio di ferro tra Esselunga e Coca Cola vede la vittoria del gruppo distributivo milanese contro la multinazionale americana. La disputa è iniziata nel 1998, quando Esselunga, congiuntamente a Pepsi Cola, ha presentato una denuncia all’Autorità garante del mercato in cui veniva sottolineato che Coca Cola subordinava la cessione a un prezzo ragionevole della bevanda all’occupazione di spazi destinati alla concorrenza. Le conseguenze dirette erano: la riduzione dell’offerta in assortimento, la compressione dei margini del distributore e l’aumento dei prezzi alla vendita. L’azienda distributiva milanese, per non sottostare a questa strategia, per lunghi periodi ha acquistato i prodotti Coca Cola in Spagna e presso i grossisti.
L’Antitrust, nel 1999, si era espresso con parere favorevole a Esselunga, confermando il comportamento scorretto e anticoncorrenziale messo in atto da Coca Cola. La multinazionale ha quindi presentato un ricorso al Tar del Lazio, che, lo scorso ottobre, ha provveduto a respingere, confermando così la condanna di Coca Cola per abuso di posizione dominante. Esselunga, nel darne notizia, sottolinea di aver sostenuto l’oneroso procedimento “per garantire ai propri clienti la libertà di acquistare il prodotto che preferiscono a un prezzo non viziato da pratiche anticoncorrenziali”. Oltre alla condanna, il Tar del Lazio ha confermato la multa di circa 30 miliardi di lire che Coca Cola aveva già versato allo Stato italiano dopo la condanna penale.
AL Food & Grocery, dicembre 2000


