Redatto il 5 ottobre , aggiornato il 13 ottobre 2024
E’ iniziata negli Enti. Poi il ministro è passato ai funzionari e a i consulenti. A Roma la chiamano la carica dei 101.
Il ministro avrà per la prima volta anche un suo “Ufficio del Consigliere diplomatico” con relativa struttura. E ci sono novità anche per i due sottosegretari: ecco quali
La prima novità è che Francesco Lollobrigida avrà alle sue dipendenze come ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per la prima volta anche un suo “Ufficio del Consigliere diplomatico” con relativa struttura (il consigliere c’era, l’ufficio non ancora). La seconda novità è che ci sarà gloria per tutti, anche per i due sottosegretari di Lollobrigida, Luigi D’Eramo (Lega) e Patrizio Giacomo La Pietra (FdI), che d’ora in avanti avranno diritto a una apposita personale segreteria del sottosegretario. Entrambe le novità sono contenute nello schema di decreto del Presidente della Repubblica (DPR) sul regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del ministro, inviato alle Camere per il parere lo scorso 26 giugno.
La sede del ministero
La carica dei fedelissimi di Lollo, e ce ne è anche per i suoi sottosegretari
Il DPR snocciola le piante organiche di quello che temporaneamente è l’esercito di “Lollo”, come viene chiamato dagli amici il ministro: 2.063 dipendenti previsti sulla carta, di cui 16 dirigenti di prima fascia, 69 dirigenti di seconda fascia, 1.156 funzionari, 805 assistenti e 17 operatori. Come spiega la relazione tecnica del decreto l’esercito è assai più folto di quello che tradizionalmente aveva il ministro. Ad esempio «è stato aumentato il contingente massimo di unità di personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione da 75 a 100 unità, esclusi i Capi degli uffici, il personale assegnato alle segreterie dei Sottosegretari, nonché il personale della struttura a supporto dell’Organismo indipendente di valutazione». Passa poi da 15 a 20 unità il tetto per il personale esterno alla pubblica amministrazione assunto con contratti a tempo determinato e da 15 a 28 il numero di consulenti «di particolare professionalità e specializzazione nelle materie di competenza del Ministero».
Lo stipendio del portavoce e quello del capo ufficio stampa
Il contingente di Lollobrigida prevede anche l’inserimento di figure che non sono obbligatorie in pianta organica, come quella del portavoce del ministro, o quelle dei vicecapi di gabinetto e dei vicecapi del legislativo. Quando l’incarico di portavoce non coincide con quello di capo ufficio stampa si può stipulare un contratto di prestazione di opera intellettuale a un esterno. Nel caso invece di una sola figura, può essere pagato con i due contratti cumulati, e il dpr regola anche le parti economiche riconoscendo una certa discrezionalità al ministro sugli importi dei contratti con esterni a patto ovviamente di restare dentro il budget del ministero.
Alla fine il costo dei collaboratori sale da 1,2 a 2,6 milioni di euro
Formalmente la crescita dell’esercito di Lollo non provoca costi aggiuntivi al bilancio dello Stato anche perché il ministro si era preparato per tempo facendo quasi triplicare la dotazione che aveva nel 2023 per gli uffici di diretta collaborazione del ministro. Con la legge di Bilancio 2024 infatti quel capitolo era stato incrementato di 2 milioni di euro passando a un totale di 3.268.843 euro. Poi con un decreto dirigenziale il 9 febbraio scorso quel gruzzoletto è stato assottigliato un po’, ridotto ora a 2.637.398 euro che è somma, comunque, superiore al doppio di quella prevista nel 2023. Gran parte è stata già spesa, ma avanza ancora poco più di un milione di euro che verrà usato per assumere un capo ufficio stampa, cinque dipendenti a tempo determinato e 13 consulenti o esperti.
Ma i risultati possono giustificare questi “investimenti”?
Per ora sembrerebbe di no : nel 2023 la produzione e il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca si riducono nel 2023, rispettivamente, dell’1,8% e del 2,5% in termini reali.
L’occupazione registra una flessione del 2,4%.
Forte calo per la produzione in volume di vino (-17,4%) e frutta (-11,2%). In diminuzione anche florovivaismo (-3,9%), olio d’oliva (-3%) attività di supporto (-1,6%) e comparto zootecnico (-0,9%).
Annata favorevole, invece, per piante industriali (+10,2%), cereali (+6,6%) e attività secondarie (+7,2%).
Se si guarda ai cereali e al grano in particolare, la situazione, oltre i dati puntuali ISTAT, non è affatto rosea: nel 1970 eravamo l’ottavo produttore al mondo,
Oggi siamo spariti dalla classifica dei grandi produttori; da 10 milioni di tonnellate prodotte siamo passati a poco più di 6, nell’arco di 50 anni.
Nota bene che dopo la Russia il secondo paese importatore di grano in Italia è la Turchia, secondo paese al mondo per esportazione di pasta.
La Turchia negli anni ’60 aveva una produzione “inconsistente”. Oggi è una potenza, come lo è la Cina nel pomodoro o la Spagna con l’olio di oliva.
Nel frattempo a Siracusa si è svolta la messinscena del G7 dove non è stato affrontato neanche uno dei problemi attuali dell’agricoltura italiana, tra i quali gli effetti del cambiamento climatico, con la desertificazione della Sicilia (al G7 Lolllobrigida si è fatto notare per la sua mise, molto meno per i contenuti).
Forse se si andasse in profondità si scoprirebbe un parallelo con la Francia dove il 18% degli agricoltori vive sotto la soglia della povertà.
N.B.: chissà se Lollobrigida sarà costretto ad una riduzione dei costi da Giorgetti?