L’Italia brucia e il clima non aiuta. “In fumo 107 mila ettari di bosco all’anno in 40 anni”

Report Greenpeace-Sisef: dal 2000 al 2017 in fiamme 8.500.000 ettari, circa 3,5 volte la superficie della Sardegna e circa 480.000 ha/anno. Coldiretti: “500 roghi in due mesi”. Gli esperti: “Servono prevenzione e controlli”
Dall’incendio scoppiato sul Gran Sasso a inizio mese ai roghi del palermitano, passando per Campania e Calabria, “anche questa estate presenta il conto di aree boschive danneggiate o perdute a causa degli incendi. In generale, le principali cause sono il progressivo abbandono di aree agricole e di pascolo, la mancanza di gestione del territorio e un approccio che si concentra principalmente sulla lotta agli incendi attivi piuttosto che sulla loro prevenzione”. È quello che emerge dal rapporto ”Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia”, diffuso da Greenpeace Italia e Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale (Sisef) con l’obiettivo di spiegare il legame fra questi due fenomeni, offrendo raccomandazioni e proposte.

Coldiretti: 500 roghi in due mesi
Dal 15 giugno ad oggi sono stati 500 gli incendi registrati, ricorda Coldiretti in base ai dati del Dipartimento della Protezione civile. Un’estate di fuoco che ha visto bruciare migliaia di ettari, da Nord a Sud, fino all’area di Budoni, in Sardegna. Pesanti i danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo, ricorda Coldiretti, con oliveti e pascoli distrutti. Il diffondersi dei roghi è favorito dalle alte temperature con il 2020 che è stato fino adesso di oltre un grado (+1,01 gradi) superiore alla media storica classificandosi al quarto posto tra i più bollenti dal 1800, sulla base dell’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi sette mesi dai quali si evidenzia anche la caduta del 30% di pioggia in meno, nonostante le ultime bombe d’acqua e grandine che hanno colpito il nord Italia. L’evidente tropicalizzazione del clima – spiega la Coldiretti – oltre a favorire il verificarsi di eventi estremi che negli ultimi dieci anni hanno causato oltre 14 miliardi di euro di danni a produzioni e infrastrutture crea anche le condizioni per l’esplodere di roghi devastanti nelle aree dove la siccità colpisce con maggiore violenza.

La situazione “è destinata a peggiorare: i cambiamenti climatici causeranno sempre più spesso condizioni meteorologiche estreme che predispongono la vegetazione a bruciare, spiega il rapporto di Greenpeace. Negli ultimi anni nel bacino mediterraneo si è assistito a incendi sempre più vasti e severi, con grandi superfici percorse e perdite di vite umane. Dal 2000 al 2017 le aree interessate da incendi sono state 8,5 milioni di ettari, circa tre volte e mezzo la Sardegna”, si legge nel report. Nel dettaglio, la perdita di vite umane è stata di 611 persone (circa 34/anno fra addetti allo spegnimento e civili). Altri studi indicano per periodi più lunghi valori superiori e le perdite economiche superano i 54 miliardi di euro (circa 3 miliardi euro/anno). L’impatto economico per Grecia, Spagna, Francia, Italia e Portogallo potrebbe essere di oltre 5 miliardi euro/anno nel periodo 2070-2100.
I fenomeni meteorologici estremi
“I cambiamenti climatici sono la principale sfida del nostro tempo: eventi meteorologici estremi come tempeste di vento e siccità che facilitano la diffusione degli incendi sono sempre più frequenti e intensi, anche in Italia – commenta Federico Spadini, Campagna Clima di Greenpeace Italia – In futuro dobbiamo aspettarci un ulteriore aggravarsi del rischio incendi in molte zone d’Europa, così come degli altri eventi estremi. Per scongiurare la catastrofe climatica dobbiamo agire ora per ridurre e poi azzerare le emissioni di gas serra, a livello nazionale e internazionale.

I cambiamenti climatici e le foreste “sono strettamente connessi – spiega il report – Da un lato, le foreste trattengono e assorbono carbonio, svolgendo quindi un ruolo determinante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Dall’altro, l’aumento delle temperature medie annuali, l’alterazione delle precipitazioni e il verificarsi di eventi meteorologici estremi (per forza e frequenza) mettono a rischio funzionalità e salute delle foreste, diminuendone la capacità di fornire servizi ecosistemici, ed esponendole ulteriormente a tempeste, siccità e incendi sempre più frequenti”.

“In Italia lo vediamo chiaramente: da quarant’anni a questa parte gli incendi boschivi hanno colpito in media 107 mila ettari all’anno. Il nostro patrimonio forestale, seppur in crescita come superficie totale per il progressivo abbandono delle campagne, è gravemente minacciato da incendi sempre più frequenti e severi”, afferma Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia.

“Gli incendi boschivi stanno cambiando il loro comportamento e sono sempre più difficili da estinguere. Non possiamo continuare ad affrontarli con un approccio unicamente emergenziale: dobbiamo puntare su prevenzione e controllo degli incendi”, dichiara Luca Tonarelli, membro Sisef e direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi di Regione Toscana. “Per farlo, dobbiamo rafforzare la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali attraverso una migliore gestione del territorio e pratiche come la selvicoltura preventiva, soprattutto nelle zone dove abitazioni e aree naturali sono attigue. È altrettanto importante migliorare gli strumenti di raccolta dati, analisi e reportistica sugli incendi, al momento insufficienti”, conclude Tonarelli.
Oltre a Luca Tonarelli, i membri Sisef che hanno collaborato alla stesura del rapporto sono Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale presso l’Università Statale di Milano; Davide Ascoli, ricercatore in selvicoltura e pianificazione forestale presso l’Università degli Studi di Torino; Giuseppe Mariano Delogu, comandante regionale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale dal 2007 al 2009 e docente presso l’Università di Sassari; Valentina Bacciu, ricercatrice presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.
Sulla siccità e gli eventi estremi puoi leggere su questo sito :
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Prima stesura : 27 agosto, ultimo aggiornamento del 4 settembre 2020.



