Guido e Luigi Venosta, detto Gigi insieme. Redatto il 15 aprile 2021, aggiornato il 22 dicembre 2022
Lo zio di mia madre, Giorgina Venosta , che ricordo da piccolo, perchè abitava vicino a noi, in via Vivaio, a Milano, si è distinto nello sport e in guerra.
1.Lo sport
Lo “zio Gigi“, fratello di mio nonno Guido, era un grande campione di hockey.
Lo zio ha giocato per l’ HC Milano, l’HC Diavoli Rossoneri Milano e l’AC Milanese DG, in una carriera durata 18 anni (1929- 1947), con l’interruzione della seconda guerra mondiale. Ma soprattutto ha partecipato a cinque campionati mondiali di hockey, con la maglia della nazionale, dal 1930 al 1939.
Ricordo che da ragazzino questo sport mi piaceva molto, anche se non sono mai riuscito a praticarlo.
Le notizie sullo zio Luigi Venosta, campione di hockey sono tratte da questo link.
Sotto : La squadra nazionale italiana di Hockey nel 1939 , contro la Finlandia, in cui figura lo zio Gigi, penultimo, in fondo a destra.
2. La guerra
Lo zio è stato un pilota di aereo.
La Storia si situa in Nord Africa :
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra ed iniziano le operazioni militari.
La Libia è governata da Italo Balbo dal 1934
Il 28 giugno 1940 Italo Balbo viene ucciso da “fuoco amico”.
Nel settembre del 1940 le truppe italiane invadono l’Egitto, con l’obiettivo di prendere il Canale di Suez.
A dicembre 1940 gli anglo- americani scatenano l’operazione Compass che porta alla sconfitta dell’esercito italiano
Nel 1941 e 1942 Rommel organizza due controffensive in Libia.
A novembre 1942 tedeschi e italiani perdono la battaglia di El Alamein, in Egitto.
Il 13 maggio 1943 avviene la capitolazione italo-tedesca in Tunisia.
L’8 settembre 1943 l’Italia firma l’armistizio.
Sotto : un trafiletto che ho trovato negli archivi di mio nonno, Guido Venosta, che lo teneva come una reliquia..
Esso riguarda un episodio del quale lo zio si rese protagonista durante la seconda guerra mondiale, dove perirono anche alcuni giovani suoi amici.
“VENOSTA Luigi, da Milano, sottotenente pilota.
Capo equipaggio di un apparecchio da bombardamento durante una pericolosa missione contro navi nemiche, assalito a più riprese da formazioni da caccia avversarie, che abbattevano tre gregari, sosteneva con mirabile valoro l’impari lotta. Colpito irreparabilmente l’apparecchio da precise raffiche di mitragliatrice, che ferivano anche gravemente il motorista di bordo e costretto ad abbandonare la formazione mentre ancora perdurava l’attacco nemico, manovrando e combattendo con esemplare sangue freddo e grande perizia, riusciva a rientrare nelle nostre linee.
Cielo di Sidi Barrani, 17 agosto 1940-XVIII” (giornale: L’Aquilone).
Lo zio Gigi per questa azione ricevette una medaglia d’argento al valore militare.
Lo scontro descritto non è da confondere con la battaglia di Sidi Barrani .
Rimane il ricordo affettuoso del fratello Guido ma anche una storia di sport e di amicizia, che ha coinvolto tutta una generazione, falcidiata nei cieli africani, dalla seconda guerra mondiale.
Potete leggere la storia degli amici di Luigi Venosta, quelli che giocarono e che combatterono in Egitto con lui, in questi due articoli:
- Guerra e Hockey- Camillo Mussi e Luigi Venosta (che descrive anche lo stato dell’areonautica italiana in quel periodo, con uno spunto sul terzo fratello, Giorgio Venosta).
- Guerra e Hockey, Camillo Mussi e gli altri (amicizia , hockey e guerra).
N.B. : anche Umberto, Bruno Antonio e Noel Quintavalle ricevettero la medaglia d’argento al valore militare nella seconda guerra mondiale.
Sotto : una bella immagine dello zio , con Camillo Mussi, nell’ HC Milano, che è stato 15 volte campione d’Italia.
Lui è quello in primo piano accosciato, tra due compagni (Mussi è invece in piedi, appoggia la sua mano sulla spalla dello zio ed a destra per chi guarda).
I casi della vita portano lo zio Luigi Venosta ad incontrare, segnando, la squadra del mio collegio, Le Rosey, negli anni ’30.
Negli anni ’20, qualche anno prima che lo zio diventasse professionista, la squadra di Le Rosey aveva vinto tre volte il campionato svizzero di hockey, era quindi una degna avversaria del “Milano” di cui li zio era un attaccante.
Sotto il nonno, poco dopo la guerra con il figlio Giuseppe Venosta – mio zio – e mia madre, Giorgina Venosta , a destra per chi legge.