prima stesura : 16 settembre 2015
Questo è il tipo di notizia che non troverete sui giornali italiani.
Infatti l’ha data Le Monde del 12 settembre 2015:
dopo 8 anni di battaglie, la Corte d’Appello di Lione, ha dato ragione al signor Paul Francois che usava il pesticida Lasso della Monsanto per trattare il mais che coltivava
Il signor Francois è stato tra la vita e la morte per parecchio tempo, nel frattempo il pesticida è stato proibito e Monsanto condannata a indennizzare completamente l’agricoltore.
La multinazionale rischia a questo punto altre possibili class action, con forti richieste di danni.
Sull’argomento si segnalano inoltre:
i danni pesantissimi causati dai pesticidi in Europa.
la battaglia sul Glifosato (vedi anche sotto) in Italia.
il documentario Transgenic Wars, sponsorizzato da Coop sui pesticidi usati nelle coltivazioni ogm, in Afghanistan, Congo, Somalia, etc.
GLIFOSATO, LE ASSOCIAZIONI:
“E’ CANCEROGENO, VA VIETATO”
Il Tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica chiede il bando della produzione, commercializzazione e uso del Glifosato,
un pesticida molto diffuso e definito cancerogeno dallo Iarc
12 settembre 2015 – Divieto di produzione, commercializzazione e uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato. Lo chiede oggi, in una lettera inviata al Governo italiano, il Tavolo delle 17 associazioni nazionali ambientaliste e dell’agricoltura biologica. Definito quest’anno dallo Iarc (International agency for research on cancer), l’agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, sicuro cancerogeno per gli animali e fortemente a rischio anche per l’uomo, il Glifosato è il pesticida più utilizzato al mondo e presente in 750 formulati tra i quali il Glinet® e il Roundup®, quest’ultimo proposto dalla Monsanto in abbinamento a sementi Ogm che sviluppano resistenza a questo prodotto.
Il tavolo chiede inoltre alle Regioni di rimuovere il prodotto da tutti i disciplinari di produzione che lo contengono e di escludere da qualsiasi premio nei PSR le aziende che ne facciano uso evitando di premiare e promuovere “l’uso sostenibile” di un prodotto dichiarato cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Partita da un’iniziativa di AIAB e FIRAB la campagna “STOP Glifosato” è diventata la campagna di tutto il tavolo delle Associazioni Ambientaliste e dell’Agricoltura Biologica e ha già raccolto l’adesione di molte altre organizzazioni nazionali che oggi in occasione dell’apertura del SANA a Bologna, il Salone del biologico e del naturale, lanciano l’allarme.
La pericolosità del Glifosato per persone, piante e animali è ampliata dal fatto di essere largamente utilizzato non solo in agricoltura ma anche per la pulizia delle strade e delle ferrovie e presente nei prodotti per il giardinaggio e l’hobbistica. Anche i bambini possono essere esposti al pericolo del Glifosato durante le erogazioni in aree pubbliche come scuole e giardini. Inoltre, risulta presente, secondo dati internazionali, nell’acqua; in Italia, secondo il report “Pesticidi nelle acque” dell’Ispra, è la sostanza che più spesso supera i limiti delle soglia fissata dalla legge, insieme al suo metabolita (ossia il prodotto dalla degradazione del Glifosato) di nome Ampa.
L’Italia è uno dei maggiori utilizzatori di questo pesticida ed è incluso nel Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN). Il che significa che tutti i Programmi regionali per lo sviluppo rurale (Psr 2014-2020), nei prossimi anni, promuoveranno come sostenibile e incentiveranno l’uso di un prodotto che in realtà è cancerogeno, e classificato, in passato, come interferente sul sistema endocrino e, più di recente, secondo studi del Mit del 2013-2014, alla base di gravi pericoli come l’insorgenza della celiachia. Senza parlare delle correlazioni epidemiologiche tra l’esposizione al glifosato e il linfoma di non-Hodgkin e agli aumenti di leucemie infantili e malattie neurodegenerative (come il Parkinson).
“Chiediamo con urgenza al Governo l’applicazione del principio di precauzione in nome della tutela della salute pubblica – dichiara nella lettera il portavoce del tavolo delle associazioni Maria Grazia Mammuccini – e si vieti in via definitiva e permanente la produzione, commercializzazone e l’uso di tutti i prodotti a base di glifosato.
“Le alternative al Glifosato ci sono, e vanno rese note e incentivate – conclude Mammuccini – sia in agricoltura che per la manutenzione del verde pubblico. Si tratta di buone pratiche agronomiche ecologiche, a partire dai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, che risultano sostenibili anche nel rapporto costi-benefici, sia a breve che a medio termine”.
Del Tavolo fanno parte: Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, Firab, Italia Nostra, ISDE – Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Navdanya International, PAN Italia, Slowfood, Terra Nuova, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura, UpBio, WWF. Aderiscono alla Campagna Stop Glifosato :AnaBio, MdC, Infanitalia, Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, Asso-Consum, WWOOF Italia, NUPA, il Test, UNA.API
La Portavoce del Tavolo delle associazioni: Maria Grazia Mammuccini, 3357594514
Gli uffici stampa : Ufficio stampa AIAB: Michela Mazzali,- ufficiostampa@aiab.it – Cell. 348 2652565
Ufficio Stampa Lipu : Andrea Mazza andrea.mazza@lipu.it
Ufficio Stampa WWF : Sara Bragonzi s.bragonzi@wwf.it – Cell. 329.8315744
Ufficio Stampa FederBio: Silvia Pessini – silvia.pessini@ariescomunicazione.it – Cell. 348 3391007
Ufficio stampa Legambiente: Milena Dominici – m.dominici@legambiente.it – 349.0597187
Condividi questo articolo sui Social Network: