Boom di alimentare senza antibiotici: crescita record (+52%) degli acquisti
In Italia il ricorso ai farmaci veterinari è diminuito di oltre il 20% per cento
Atteso un aumento dei prodotti senza polifosfati e senza le uova
Micaela Cappellini (il Sole 24 ore).
“Dal pollo biologico Fileni al Campese Amadori. Dalle carni a marchio Conad a quelle a marchio Pam. Sono sempre di più le realtà italiane che hanno scelto di abolire l’uso degli antibiotici negli allevamenti.
E i consumatori italiani sembrano apprezzare : all’ interno della categoria dei prodotti “free from”, cioè senza qualcosa, il segmento “senza antibiotici” è in assoluto quello che l’anno scorso è cresciuto più di tutti. Più 51,7%: un vero e proprio boom, all’interno di un business, quello dei “cibi senza”, che nei supermercati italiani già vale 6,9 miliardi di euro ed è in costante crescita”…
Il dato andrebbe aggiornato. Ne convengo.
Ma intanto la tendenza, seppur un pò attenuata, rimane:
Sempre più prodotti ‘senza’. In che modo? Lo rivela Immagino di GS1
1 Marzo 2022 – 12:05
Di Giulio Rubinelli
Immagino, l’Osservatorio di GS1 sull’evoluzione dei prodotti, ha rilasciato recentemente uno studio in cui analizza vari segmenti, tra cui l’articolato mondo del ‘free from’ .
I free from più dinamici
Tra i 17 claim che riferiscono l’assenza di un elemento monitorati da Osservatorio Immagino, sei vanno molto bene. I più dinamici dell’anno sono:
– ‘senza antibiotici’, +18,4%, con buone performance di arrosti affettati, pesce surgelato naturale e uova. Il claim compare ancora solo sullo 0,2% dei prodotti, purtroppo, sebbene le soluzioni per raggiungerlo in Italia siano a portata di mano (es. Algatan),
– ‘non fritto’, +16,5%, su 374 prodotti (0,5%). Il claim è trainato soprattutto da estrusi e fuoripasto salati, seguiti dai panetti croccanti.
– ‘poche calorie’, +11,5%. L’indicazione accompagna lo 0,6% dei prodotti monitorati. In crescita maggiore sono integratori (dove tale claim non dovrebbe neppure comparire), energy drink e confetture.
Gli altri ‘senza’
Altri claim del genere free from vanno bene. ‘Pochi zuccheri’ e ‘senza zuccheri aggiunti’ segnano rispettivamente +7 e +7,6% di vendite. Il primo (sul 3% dei prodotti) cresce soprattutto nell’offerta di bevande base frutta, cole, yogurt greco e camomilla. Il secondo (presente sull’1,7% dei prodotti) grazie a yogurt greco, bevande di avena e base frutta, confetture.
In crescita anche le vendite di alimenti ‘senza glutammato’, +4,2%, sullo 0,9% dei prodotti. Tra i migliori risultati quelli degli affettati di prosciutto cotto e arrosti. Meno marcata è l’avanzata di ‘senza additivi’, +1,7%, su salumi/arrosti affettati ed estrusi.
I ‘senza’ in stallo
‘Senza conservanti’, il claim più diffuso tra i free from (5,7% dei prodotti), primo per incidenza sulle vendite (9,3%) rimane sostanzialmente stabile (-0,6%). Simile la performance del secondo claim più diffuso (su 3mila prodotti, 3% del totale monitorato) ‘senza olio di palma’, anche per la contrazione di vendita dei prodotti che possono contenerlo (croissant, biscotti frollini, torte pronte, pasticceria ripiena, creme spalmabili dolci).
Stabile il terzo claim più presente ‘pochi grassi’ (-0,1%), mentre cresce un poco (+0,9%) ‘senza grassi saturi’, presente sullo 0,4% dei prodotti con maggiore slancio nei surgelati di carne, nelle basi e nelle merendine. ‘Senza coloranti’, quarto claim (su 2.110 prodotti) si diffonde su pesce preparato panato surgelato, salmone affumicato, bevande base e base tè, secondi piatti surgelati, ghiaccioli e cereali per la prima colazione.
E ancora, crescono ‘senza aspartame’ (+4,6%), ‘senza polifosfati’ (su affettati) e il più generico ’senza additivi’ (+2,8 e +2,7%) su affettati ed estrusi.



