ECONOMIA
TV E STREAMING
Warner più Discovery una maxi fusione per battere Netflix
At&t separa la società dei media e la unisce con la concorrente. Nasce un colosso dei contenuti che vale 41 miliardi
di Giovanni Pons (Repubblica)
MILANO — Una nuova mega operazione travolge il mondo dei media mondiali, la fusione tra Warner Media e Discovery. L’aggregazione dei due colossi porterà alla creazione della seconda media company mondiale in termini di fatturato, 41 miliardi contro i 65 miliardi di Disney. E arriva appena tre anni dopo il colossale acquisto da parte di At&t, per 85,4 miliardi di dollari, di Time Warner che sanciva l’abbattimento delle barriere tra società di comunicazioni società produttrici di contenuti. Quelle nozze non hanno dato i frutti sperati e si ingrana la retromarcia: At&t tornerà a concentrarsi sullo sviluppo della telefonia con la nuova tecnologia 5G, cercando di ridurre l’enorme debito accumulato. Parallelamente unisce le forze con Discovery, per cercare maggiore efficienza e maggiore dimensione per competere con gli altri colossi del settore come Netflix e Disney. Tutti ormai votati alla conquista di nuovi sottoscrittori dei servizi in streaming via app.
Il nuovo gruppo sarà controllato per il 71% dagli azionisti di At&t e per il 29% da quelli di Discovery (il cui 45% sino a oggi era posseduto dal tycoon John Malone e dalla famiglia Newhouse, proprietaria della casa editrice Condé Nast). Nel portafoglio della nuova entità confluiranno gli studi cinematografici e televisivi della Warner Bros, il network della Hbo con il suo servizio streaming Hbo Max, la famosa tv via cavo di informazione Cnn, e gli 80 diversi marchi con cui Discovery segue gli eventi sportivi, i programmi sulla natura e i servizi per la casa in 200 paesi. Non a caso David Zaslav, il numero uno operativo di Discovery, prenderà il timone della nuova nave che avrà un valore complessivo 132 miliardi di dollari, inclusi 56 miliardi di debiti. Insomma un colosso che cercherà di rimontare sugli altri due giganti dell’entertainment: basti pensare che negli ultimi 18 mesi sono state lanciate nuove piattaforme di streaming tv da parte di Disney, Apple, ViacomCbs, Comcast e Discovery, ma il leader Netflix resta irragiungibile con i suoi 208 milioni di abbonati paganti nel mondo.
Certo la crescita è fortissima se si pensa che Disney in un anno e mezzo ha già superato i 100 milioni mentre Discovery ne dichiara 15 milioni e Hbo Max si sta avvicinando ai 10 milioni.
Un anno di pandemia e di lockdown hanno messo in evidenza una forte crescita della domanda di contenuti visibili dal salotto di casa. Dunque la battaglia per conquistare il consumatore via app si combatterà a colpi di investimenti da miliardi di dollari che solo chi ha le spalle larghissime potrà permettersi. Disney quest’anno ha intenzione di investire in contenuti 24,1 miliardi, Netflix 17,1 miliardi, WarnerMedia 15,2, ViacomCbs 15,2, Amazon 3 e Discovery 3.
Di fronte a questo spiegamento di forze le società più in difficoltà sono quelle delle classiche pay Tv, come Sky, che Rupert Murdoch con lungimiranza tre anni fa ha ceduto a Comcast e che fanno fatica a controbattere le offerte di sport, film e serie Tv a meno di 10 dollari al mese.
Anche per questo motivo il movimento di fusioni e acquisizioni in questo settore potrebbe essere ancora all’inizio, la stessa Comcast o ViacomCbs potrebbero cercare delle mosse alternative. Mentre Discovery potrebbe avere ancora nel mirino Mediaset, dopo le avances di John Malone alla famiglia Berlusconi di circa un anno fa. Ora che ha fatto pace con Vivendi l’idea di Pier Silvio Berlusconi sarebbe quella di crescere autonomamente in Europa acquisendo altri network che si basano sulla pubblicità piuttosto che sugli abbonamenti, ma il percorso è difficile e dispendioso e non è detto che porti a delle sinergie significative. Si vedrà tra breve se Mediaset riuscirà a entrare nel mercato francese comprando M6, e poi se riuscirà a fare un passo avanti con la tedesca Prosieben. Se non vi riuscirà la prossima volta che Malone busserà alla porta potrebbe esserci un’altra accoglienza.
Non so dove abbia trovato il numero dei sottoscrittori Repubblica ma credo che il quadro dato dal Financial Times sotto sia forse più affidabile.
O forse un miraggio!
Questa maxi aggregazione basterà a salvare il quarto e il sesto operatore mondiale dello streaming?
Anche perchè “Amazon is in talks to acquire Metro-Goldwyn-Mayer (mgm),…, for $9bn” (Amazon starebbe negoziando l’acquisto della MGM per 9 miliardi di $).
E da “Dal noleggio dei DVD allo streaming : le cifre di Netflix” si desume che solo chi ha 200 milioni di abbonati possa guadagnare con lo streaming.
Il nuovo gruppo, con soli 59 milioni di abbonati (44+ 15) e investimenti spaventosi sui contenuti rischia grosso perchè gli investimenti sono spropositati. In proposito leggi : Netflix minacciata dalle inseguitrici (Disney, HBO e ViacomCBS)?
Redatto il 21 maggio ed aggiornato il 23 maggio 2021