Il 14 giugno 2014 viene pubblicato questo articolo a firma di Mario Gerevini, del Corriere della Sera.
Bernardo Caprotti compra, per 338’000 €, il marchio Emmelunga.

La storia
1957 : fondazione di Esselunga
1960 : Esselunga apre la sua filiale fiorentina, in via Pistoiese
1963: apre un negozio di mobili a Barberino del Mugello
1985: da quel negozio di mobili parte l’azienda Emmelunga, che diventerà una catena di negozi che vende mobili.
Per la storia della catena toscana vedi sotto l’articolo copiato da Wikipedia (in “Allegato finale”).
1986: entro in Esselunga.
1990 -1991 : dopo due anni alla Dominick’s di Chicago ne passo uno e mezzo in Toscana, a Firenze, sempre a lavorare per Esselunga.
In quel periodo, andando spesso a visitare i supermercati di Esselunga e della sua concorrenza, noto il negozio Emmelunga sito sull’autostrada Firenze Mare ma, occupandomi al 100% degli acquisti , del progetto non food e della mia preparazione come buyer, non ci do peso.
Anche perchè il marketing in Esselunga ancora non esiste e dei marchi se ne occupa in esclusiva la Direzione di Limito di Pioltello.
1992- 2003: in tutti quegli anni nessuno (avvocati, segretarie di direzione, responsabili dell’area fiorentina, presidenti, etc) mi segnala un “problema Emmelunga”.
Eppure , dal ’93 al 2003, gestisco direttamente o indirettamente il marketing di Esselunga, occupandomi ovviamente di marchi, prodotti, insegne, etc..
2003 : Emmelunga diventa un caso aziendale, come testimonia questa lettera di Bernardo Caprotti al Suo avvocato dell’epoca Alfonso Pellegatta.
E sul banco degli imputati, rei di non aver fatto nulla contro l’azienda toscana di mobili finiamo io e il capo della Comunicazione dell’epoca, Nicola Pardelli.
la signora in questione è molto probabilmente Germana Chiodi, (qui sotto, con la giacca rossa, a Ca’ del Bosco nel 2003) segretaria di Bernardo Caprotti.
Purtroppo non ho mai ricevuto il parere dell’avv. Pellegatta del 7 giugno 2003 nè l’inserzione di Emmelunga.
Ma questo è normale, visto che, ad esempio, Bernardo Caprotti, alla stessa epoca, raddoppiava lo stipendio dell’allora Direttore Amministratore Finanza e Controllo di Esselunga e oggi A.D., Carlo Salza, senza neanche dirmelo.
Lo venivo a sapere dal Direttore Risorse Umane Renzo Fossati, mentre – a luglio dello stesso anno – mi trovavo in vacanza.
Come ho già avuto modo di dire in Giuseppe Caprotti querela Stefano Lorenzetto – e questi fatti ne sono la riprova- Bernardo , all’epoca era molto presente in azienda e prendeva molte decisioni, senza avvisarmi.
Non era affatto malato.
Infatti, sempre senza che io lo sapessi , nell’autunno 2002 aveva fatto mandare una diffida ad Emmelunga, tramite lo studio Barzanò e Zanardo, affiancato dall’ufficio legale di Esselunga, rappresentato dagli avv. Antonio Carella e Matteo Cimenti.

Fine 2003 : inizia la causa contro Emmelunga (lo so da testimoni perchè non mi viene detto e non ne ricevo documentazione, nonostante io sia l’A.D.) a firma dell’ avv. Alfonso Pellegatta e del prof. Cartella. Le motivazioni: concorrenza sleale e violazione di marchio.
2004: mi vengono tolte le deleghe di A.D.
luglio 2007 : sentenza negativa per Esselunga
autunno 2007: appello di Esselunga a firma dell’ avv. Raffaelli
2010: Emmelunga entra a far parte del gruppo che gestisce anche il marchio Aiazzone
2010- 2011 : fallimento del gruppo del quale fa parte Emmelunga. L’appello di Esselunga si interrompe per legge
2014: Esselunga acquisisce il marchio Emmelunga, evitando così che il marchio possa essere usato da terzi.
Chi, oltre ad Esselunga, avrebbe potuto comprare il marchio di un’azienda fallita che vendeva mobili e spendere decine di milioni di € per rilanciarlo, creando una struttura che desse fastidio all’azienda di Limito?
Mistero.
Un marchio, anche se registrato, decade dopo 5 anni. E la società che aveva in mano il marchio è andata in bancarotta 3 anni fà.
Nota dell’8 aprile 2021 :
Quindi Bernardo Caprotti ha pagato 338’000 € per due anni di utilizzo di un marchio che poi è rimasto “in soffitta”, mai usato.
Ma la parte dell’articolo che fa sorridere e quella riguardante le discussioni nei c.d.a. con i professionisti trentini (*):
“… Incredibile, poi, l’efficienza e la rapidità con cui si sono risolte le pratiche complesse di bilanci e nomine. Il 29 aprile alle 9, nella sede legale di via Vittor Pisani 20 a Milano, comincia l’assemblea Esselunga che ha due punti all’ordine del giorno e su entrambi, dice il verbale, c’è stata «ampia discussione». Alle 9.15 l’assemblea è già finita e parte il cda (11 membri) di Esselunga con 6 punti in agenda e la distribuzione di cariche, emolumenti e deleghe. Dura appena mezz’ora e alle 9.45 si riunisce l’assemblea della holding Supermarkets Italiani che nonostante una discussione «esauriente» sul bilancio e «ampia» sulle nomine alle 10 ha già chiuso tutto. Un’ora e tutti a casa o in treno verso il Trentino”.
Gerevini Mario
Pagina 39
(14 giugno 2014) – Corriere della Sera
(*) le persone che , secondo me, avrebbero potuto dare un buon contributo ad eventuali discussioni nei c.d.a. sono Violetta Caprotti, il ragionier Giuseppe Pirola (foto sotto, a sinistra) di Pirola Pennuto, Zei e Associati e il sottoscritto.
Ma nessuno di noi fa più parte dei vari consigli…
Allegato finale:
Emmelunga
Emmelunga S.p.a | |
---|---|
Stato | ![]() |
Tipo | Azienda privata |
Fondazione | 1963 a Barberino di Mugello |
Fondata da | Alessandro Mocali |
Chiusura | 2010 |
Sede principale | Barberino di Mugello |
Settore | Vendita al dettaglio |
Prodotti | Arredamento |
Fatturato | €100.000.000 (2007) |
Slogan | abitare all’italiana |
Sito web | (non più attivo) www.emmelunga.it (non più attivo) |
Emmelunga è stata un’azienda italiana specializzata nel settore dell’arredamento e dei complementi per la casa.
Storia
L’attività inizia nel 1963 con la gestione di un negozio di arredamento a Barberino di Mugello, in Toscana. Intorno alla metà degli anni ottanta i profondi cambiamenti nel settore della distribuzione e l’affermarsi nel mercato italiano delle grandi catene di negozi e supermercati fanno intuire al fondatore, Alessandro Mocali, nuove prospettive di crescita nella grande distribuzione. Nel 1985 nasce così Emmelunga con l’obbiettivo di diventare una realtà diffusa in tutto il territorio italiano. Nel 2001 Emmelunga aveva acquisito Mobildiscount nell’intento di inserirsi anche nella fascia più economica del mercato e iniziato un processo di sviluppo della rete di negozi in tutto il territorio nazionale.
Nel 2010 la società Emmelunga venne acquistata dalla B&S S.p.A. che trasformò i punti vendita di Emmelunga in Aiazzone. Questa società è fallita tra il 2010 e il 2011 e i responsabili di questa società sono stati arrestati per bancarotta, falso ed evasione fiscale per 50 milioni di euro.



