Coop chiede i danni a Caprotti
di Vincenzo Chierchia
26 settembre 2007
Caprotti: «Per ora non vendo Esselunga. Quotarsi in Borsa? Una soluzione»
«Esselunga e i suoi alleati nella centrale acquisti Esd sono venuti in possesso di nostri segreti di carattere industriale – ha detto ieri Vincenzo Tassinari, presidente di Coop Italia – chiederemo almeno 300 milioni di danni, perché è stata alterata la normale competizione sul mercato, e porteremo questo episodio all’attenzione della Ue dove è in corso un’istruttoria sulle cooperative promosso da Federdistribuzione ».
I vertici del gruppo distributivo Coop sono passati ieri al contrattacco dopo l’affondo, la scorsa settimana (si veda «Il Sole- 24 Ore» del 20 settembre), del presidente dei supermercati Esselunga, Bernardo Caprotti. Alle accuse di inefficienza e scarsa trasparenza lanciate nei giorni scorsi da Caprotti nel volume dal titolo emblematico «Falce e martello», Aldo Soldi (presidente Ancc-Coop) e Tassinari hanno risposto, atti giudiziari alla mano, accusando Esselunga e i partner nella centrale acquisti Esd (negozi Selex, Agorà e Acqua e sapone) di atti di «spionaggio industriale simili a quanto riscontrato nella vicenda Ferrari-McLaren».
I vertici della catena cooperativa – leader in Italia con 12 miliardi di fatturato e una quota di mercato del 18% circa hanno annunciato una maxirichiesta di risarcimento danni all’indirizzo di Esd di cui fa parte anche Esselunga (detiene il 40,5%). Nel 2006 il fatturato di Esd Italia ha raggiunto quota 14 miliardi di euro circa (+7%) e ha concentrato acquisti per oltre 5miliardi di euro (+7%).
Tassinari ha mostrato dati che dimostrano i prezzi Coop più bassi in media di due punti percentuali rispetto a quelli di Esselunga nel periodo 1999-2007. «Per 5 anni la spesa all’Esselunga è stata più cara della media della Gdo – ha aggiunto – dal 2004 c’è stata invece una caduta verticale che ha portato i prezzi di Esselunga a essere più bassi di quelli di Coop oggi (due punti)». «In parte questa cosa può essere spiegata – ha aggiunto Tassinari – dai risultati delle indagini giudiziarie che hanno portato a fine giugno 2007 alla condanna di tre funzionari legati alla centrale acquisti Esd». I tre funzionari sono: Flavio Bellotti, Aldo Esposito e Diego Moraschinelli.
Secondo la prima sezione penale del Tribunale di Milano – come hanno riferito i vertici Coop – i tre in concorso tra loro, nell’esercizio delle funzioni attribuite loro da Esd per il rinnovo dei contratti di fornitura per il 2004 con le società Ferrero, Lavazza, Grissin bon e Bahlsen, avrebbero alterato con mezzi fraudolenti il libero esercizio del commercio concernente la distribuzione di alimentari, ossia con l’uso indebito di informazioni riservate relative alle condizioni contrattuali praticate dal concorrente Coop Italia agli stessi fornitori, al fine di ottenere un maggior vantaggio economico non solo in relazione al contratto in corso di negoziazione (2004) ma anche in relazione ai contratti stipulati negli anni pregressi.
Bellotti, Esposito e Moraschinelli sono stati ritenuti colpevolidal Tribunale di Milano e condannati, con rito abbreviato, a due mesi di reclusione con pena sospesa e non menzione.
Le operazioni di intelligence in Esd vennero effettuate ai danni di Carrefour prima e di Coop poi, come riferisce giustamente Il Sole 24 ore del settembre 2007 nel pezzo “Coop chiede i danni a Caprotti”.
La condanna nei confronti di 3 funzionari di ESD fù molto lieve perché la guerra dei prezzi tra Esselunga e Coop era iniziata ben prima del 2004.
Questo è visibile nell’articolo Esselunga contro Coop, dove si trova anche copia del dossier di Federdistribuzione al quale accenna Vincenzo Tassinari, l’allora presidente di Coop Italia
Tra l’altro in molti casi il prezzo (= il costo finale) dei prodotti era spesso a favore di Esselunga e non di Coop, come nel caso di Coca- Cola.
Non si tratta di una “pagina gloriosa” di Esd ma , a distanza di tanti anni, è giusto – secondo me – conoscerla.
Me ne assumo tutta la responsabilità morale.
Giuseppe Caprotti, con Aldo Esposito, uno dei tre funzionari condannati alla fine degli anni ’90
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