Redatto il 19 settembre, aggiornato il 20 settembre 2023
Questo è il seguito di Africa : tra imperialismo russo – con Wagner- e colonialismo cinese (con un pizzico di grandeur passata francese).
Sui migranti tante belle parole, come sul cambiamento climatico. Ci sono varie questioni legate tra di loro: clima, guerre, migranti, cibo e inflazione. Ne abbiamo parlato qui.
Trovate l’articolo in fondo, a seguito di quello sul G7.
Filippo Grandi: “Sui migranti finora soltanto parole. E gli aiuti umanitari calano”
dal nostro corrispondente Paolo Mastrolilli
L’intervista con l’Alto commissario Onu per i rifugiati. “Occorre un’azione unitaria dell’Europa, che ha le risorse ma continua a usarle in modo dispersivo”
19 SETTEMBRE 2023
New York – Benissimo il “Piano Africa”, sarebbe indispensabile. E soprattutto l’Europa dovrebbe intervenire, con un’operazione ad ampio raggio per includere le risorse economiche umanitarie, la stabilizzazione dei conflitti, gli aiuti ai paesi di partenza e di transito, la gestione dei flussi e degli arrivi. Il problema è che «ne sento parlare da molto tempo, ma intanto i nostri finanziamenti stanno calando in tutto il continente. E poi vi sorprendete che i sudanesi sbarcano a Lampedusa? Al momento, le operazioni umanitarie di tutte le nostre agenzie sono finanziate solo per il 20%. Ma quale stabilizzazione possiamo fare, con queste risorse? Zero».
Quando il governo italiano dice che servirebbe l’aiuto dell’Onu, per realizzare il “Piano Africa” finalizzato ad affrontare la crisi delle migrazioni, in sostanza ha in mente lui: il milanese Filippo Grandi, Alto Commissario del Palazzo di Vetro per i Rifugiati. Un tecnico estremamente concreto, esperto e competente su questa emergenza, seduto oggi sulla poltrona occupata per diversi anni dall’attuale segretario generale Antonio Guterres, che durante un’intervista con Repubblica a fine luglio aveva espresso comprensione e solidarietà proprio per le esigenze manifestate da Roma. Eppure quando incontriamo Grandi a margine dei lavori della Clinton Global Initiative di New York, lui si lascia andare a questo sfogo, perché vorrebbe che finalmente alle parole seguissero anche i fatti.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni viene oggi all’Assemblea Generale dell’Onu, soprattutto per promuovere il suo “Piano Africa” e ricevere l’aiuto della vostra organizzazione. Cosa ne pensa?
«Credo che sia molto importante avere un “Piano Africa”, però bisogna realizzarlo. Perché io sento parlare da molto tempo di “piani Africa”, ma poi i nostri finanziamenti, cioè i finanziamenti umanitari in tutto il continente, stanno calando. Quindi poi ci si sorprende se arrivano i sudanesi a Lampedusa».
Quanto è grave il problema all’origine?
«Sono appena stato in Ciad, dove sono arrivati 400.000 sudanesi in fuga dal conflitto. Non mille o duemila. E noi non abbiamo i soldi per aiutare queste persone. Quindi è chiaro che un “Piano Africa” per stabilizzare l’intero continente sarebbe importantissimo, così come lo sarebbe “Piano Europa”».
Cioè?
«Il patto è già sul tavolo, da anni. E’ perfetto? No. E’ utile? Sì. Allora adottiamo questo patto, così possiamo andare avanti. Ma se continuiamo solo a parlare, ad ogni crisi avremo sempre lo stesso problema».
Il governo italiano dice di volere meno migranti e punta chiudere le porte. Quale soluzione servirebbe?
«Più investimenti in Africa, più aiuti umanitari, e un piano europeo per accogliere le persone in arrivo».
Nel concreto, sulla base della sua esperienza diretta della situazione, cosa sarebbe necessario in questo “Piano Africa”, italiano ed europeo?
«Dovrebbe contenere tante cose. Il ruolo dell’Europa nella risoluzione dei conflitti. Lo si vede poco, come Europa, non a livello di stati individuali. Dovrebbe contenere una strategia di sviluppo, anche climatica, molto più unitaria. Bruxelles avrebbe le risorse, ma se continua ad usarle in modo dispersivo non serve. Dovrebbe contenere una strategia che miri là, dove i flussi si originano, e dovrebbe contenere anche il supporto per i paesi in transito.
Però le operazioni umanitarie di tutte le nostre agenzie sono finanziate solo al 20%. Ma quale stabilizzazione possiamo fare, con queste risorse? Zero. Per forza le persone vanno oltre.
Qundi adesso mettiamo risorse e piani concreti, dove al momento stanno le buone intenzioni”.
In un’intervista pubblicata ieri dal nostro giornale, il ministro degli Esteri Tajani ha detto che per realizzare il “Piano Africa” serve l’aiuto dell’Onu. Siete disposti a darlo?
“Certo, ma noi siamo già presenti”.
Il ministro ha chiesto che apriate altri centri di accoglienza, più grandi. Potete farli”
“Queste sono le questioni tecniche che bisogna vedere. Il piano è stato pubblicato ieri, noi non l’abbiamo ancora visto”.
Sotto : 15 milioni di persone – come minimo – hanno problemi per mancanza di acqua e il Sahel è colpito dall’emergenza climatica, oltre che dalla guerra in Sudan.



