Redatto il 27 ottobre, aggiornato il 31 ottobre 2024
È Silvia Montemurro con “La Piccinina” (edizioni e/o) la vincitrice del Premio letterario Brianza. Al secondo posto si è piazzato il desiano Crocifisso Dentello con “Scuola di solitudine” (La nave di Teseo) e al terzo Giuseppe Caprotti con “Le ossa dei Caprotti” (Feltrinelli). Questo il verdetto della giuria popolare, un centinaio di forti lettori dei gruppi di lettura del territorio, chiamati a giudicare, come consuetudine, la terzina selezionata dalla giuria tecnica prima dell’estate. La cerimonia sabato 26 ottobre nell’auditorium della sede territoriale di Assolombarda, a Monza.
La cerimonia di premiazione, sabato pomeriggio nella sede di Assolombarda (Confindustria) è stata aperta dagli ospiti d’onore: Nico Acampora, fondatore di PizzAut ed Elisabetta Soglio, direttrice di Buone Notizie che hanno firmato insieme il volume “Vietato Calpestare i sogni” (Solferino), il racconto emozionante della nascita della prima pizzeria in Italia gestita da ragazzi autistici. Arrivati direttamente da Napoli dove ieri sono stati invitati a parlare a Palazzo Reale dove hanno parlato del libro, dell’esperienza di PizzAut. «Ho detto ai napoletani – ha scherzato Acampora – che la pizza più buona della Galassia conosciuta è la nostra».
Silvia Montemurro, intervistata da Elisabeth Firmian della giuria tecnica, si è imposta con “La piccinina” , la storia di Nora, una delle tante “piccinine” che tra fine Ottocento ed inizio Novecento lavoravano sottopagate nelle sartorie milanesi. Crocifisso Dentello invece con “Scuola di solitudine” ha raccontato in un romanzo breve, crudo e duro gli anni delle scuole medie, le violenze subite e ha invitato i giovani vittime di bullismo a parlare. Giuseppe Caprotti invece ne “Le ossa dei Caprotti ha ripercorso, intervistato da Luigi Losa, ex direttore de Il Cittadino, la storia (e i veleni) della famiglia che dalla tessitura in Brianza alla grande distribuzione ha rivoluzionato lo stile di vita degli italiani. «Un libro – ha detto – che mi ha permesso di fare pace con il passato e con mio padre».
Giuseppe Mendicino con “Conrad. Una vita senza confini” (Laterza) ha vinto la sezione saggi con un volume curato, dedicato allo scrittore polacco, naturalizzato inglese, Joseph Conrad a cento anni dalla morte. Intervistato dal giornalista del Cittadino Massimiliano Rossin ha raccontato il suo interesse per le biografie: ha scritto di Mario Rigoni Stern e altri scrittori del Novecento attraverso saggi e articoli dedicati a Primo Levi, Nuto Revelli, Dino Buzzati, Giovanna Zangrandi.
Il premio della critica, presentato dalla presidente di giuria Gianna Parri, è stato attribuito ad Anna Lina Molteni con “Nient’altro che un nome” (Florestano), la vita di Emma, soprano a fine carriera, confinata nel manicomio di Volterra ai primi del Novecento attraverso le lettere scritte (e mai recapitate) alla sorella Sofia.
Nel corso del pomeriggio sono stati premiati da Edi Minguzzi, ex docente del Liceo Frisi e parte della giuria, anche i tre racconti inediti finalisti, giudicati dai giovani lettori delle classi del liceo linguistico Parini di Lissone. A vincere è Roberto Ritondale con “Torneranno a fiorire le rose”, secondi parimerito Paolo Borsoni, arrivato da Ancona con “la Solitudine” e Mariella Muschiato con “la Borsa chiusa”.
Gianna Parri, presidente di Giuria, ha voluto ricordare che il 2025 sarà l’anno in cui si celebrano i 650 anni dalla nascita di Boccaccio. «Come abbiamo fatto per Manzoni, Calvino, Dante e Leopardi – ha spiegato – dedicheremo al Boccaccio il nuovo anno, con una maratona di lettura del Decameron sotto l’Arengario».
Posso solo aggiungere: un bellissimo momento, grazie per avermi permesso di partecipare.