Come scrive David Quammen: “Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie”.
Le foreste tropicali non sono l’unico ambiente verso cui si sia rivolta la forza distruttiva della nostra specie, ma sono senz’altro il più ricco di vita e il più complesso. In questi ecosistemi si ritiene vivano milioni di specie in gran parte sconosciute alla scienza.
Tra questi milioni di specie ignote ci sono i virus, batteri, funghi e molti altri organismi, molti dei quali parassiti. Ebola, Marburg, Lassa, il vaiolo delle scimmie, e il precursore dell’HIV sono un campione minuscolo della miriade di altri virus non ancora scoperti. Nella maggior parte dei casi sono parassiti benevoli che non riescono a vivere fuori del loro ospite. Oggi però la distruzione degli ecosistemi sembra avere tra le sue conseguenze la sempre più frequente comparsa di patogeni in ambiti più vasti di quelli originari.
Le foreste coprono il 31% delle terre emerse del pianeta, costituiscono l’habitat per l’80% della biodiversità terrestre e, in varie forme e particolarmente grazie al processo della fotosintesi clorofilliana e all’assorbimento di CO2, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico.
Forniscono un’infinità di servizi alla vita sul pianeta, fra cui non ultimo la protezione della nostra salute.

Secondo i dati più recenti risulta che le foreste pluviali producono nel loro complesso oltre il 40% dell’ossigeno terrestre e la deforestazione è una delle principali cause del riscaldamento globale, poiché produce dal 12 al 20% delle emissioni di gas serra.
Ad oggi abbiamo perso quasi la metà della superficie forestale che abbracciava e proteggeva il nostro pianeta. Secondo uno studio si stima che all’inizio della rivoluzione agricola vi fossero sulla Terra circa 6.000 miliardi di alberi, mentre oggi ne restano circa 3.000 miliardi.
I cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali – come le foreste tropicali – sono considerati responsabili di almeno la metà delle zoonosi emergenti.
Testo redatto da Fondazione Guido Venosta,l’uomo contro il cancro con il WWF.
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E Le Monde del 3 Luglio 2020 : “la superficie delle aree boschive sfruttate dall’uomo tra il 2016 e il 2018 (rispetto al periodo 2011- 2015) è salita del 49%… nelle foreste dell’UE” (fonte : ISPRA 1° Luglio sulla rivista Nature).
E’ vero soprattutto in Svezia, Finlandia ma anche in Pologna, Spagna , Francia, Lettonia e Portogallo.
Il legno serve per il riscaldamento, le centrali elettriche, le costruzioni, gli imballaggi, etc.
Da notare che molte specie di alberi si stanno estinguendo, anche in Europa.
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Aggiornato il 12 Luglio 2020



