Ciao Giuseppe,
in questi giorni in cui si sta mettendo ordine ad ogni cosa in casa stavo mettendo a posto lo scatolone “Esselunga”, ho ritrovato l’orologio “John Lemon”che mi avevi regalato tanto tempo fa ed ho ripensato ad un episodio che ha più di 25 anni.
Io ero un giovane direttore e tu mi facesti visita nel superstore di Piazza Ovidio.
Era San Valentino ed avevo fatto esporre un tavolo di rose in vaso proprio sotto un bocchettone dell’areazione che ne aveva seccato la terra.
Tu mi dicesti di far bagnare la terra ed io , colto in fallo, mi giustificai dicendo che l’obbiettivo di differenze inventariali era sotto controllo e che se le avessi anche buttate tutte non sarebbe comunque cambiato il buon risultato.
Tu mi dicesti più o meno..” Non è questo il problema.Vedi Brambi dietro a quelle rose ci sono coltivatori, trasportatori e noi distributori.Noi dobbiamo avere delle rose fresche non solo per il rispetto nei confronti dei nostri clienti ma anche di tutti quelli che le hanno fatte arrivare su questo tavolo.”
Mi aveva molto colpito la tua frase e nel corso degli anni l’ho usata tante volte.
Oggi è una riflessione molto attuale ma per allora era quasi rivoluzionaria!
Ti auguro di mantenere sempre questa lucida visione del futuro che hai sempre dimostrato.
Saluti ed a presto.
Marco Brambilla, ex direttore dell’ Esselunga di Piazza Ovidio.
Sotto: l’orologio citato, da una delle due campagne dell’Armando Testa, volute da Violetta e Giuseppe Caprotti.
Foto delle rose scattata ad Albiate.



