Redatto il 25 giugno, aggiornato il 19 agosto 2022
Questa tendenza si riafferma oggi con la crisi dovuta a Covid, inflazione e guerra in Ucraina (singolare il caso cinese : Cina : sempre più cibo comprato vicino alla scadenza).
Lo rilevano catene di supermercati leader come Kroger ( fatturato stimato per il 2022 : 132 miliardi di $ ), le cui vendite di prodotti a marchio privato si sono impennate nell’ultimo trimestre, segnando un + 6,3% a negozi paragonabili (senza considerare le nuove aperture di unità di vendita. Se escludiamo la benzina si va ad un + 4,1%).
Si parla di trading down perchè molti di questi consumatori, prima, acquistavano prodotti delle “grandi marche”.
I prodotti a marchio privato sostituiscono queste vendite e raggiungono % mai viste sul fatturato delle catene USA.
L’accelerazione delle vendite di prodotti meno costosi è stata infatti notata anche da Costco, Best Buy , Dick’s Sporting Goods e molte insegne minori.
L’ad della catena di grandi magazzini Kohl’s (che vendono solo non food) ha però notato un incremento di vendite sia nella fascia bassa di prezzo che in quella più alta, “di lusso”.
Questa “biforcazione” è stata confermata da altri analisti : salgono del 25% i consumi delle famiglie che guadagnano più di 50’000 $, scendono dell’8% quelle con reddito inferiore a 50’000 $
Gli analisti comunque pensano tutti che i possibili “grandi vincitori” saranno i discount Aldi (Aldi è arrivata prima di Lidl negli USA e vi è molto più sviluppata), Dollar General, Tj Maxx e Walmart. Fonte: Financial Times.
Conclusione : la polarizzazione dei consumatori è presente negli USA ma anche in Francia ed Italia. I distributori più avveduti dovrebbero trarne delle lezioni per il proprio business : alcuni, anche in Italia, hanno migliorato la qualità dei loro prodotti a marchio privato, soprattutto in frutta e verdura . Questo è un buon segnale, ne riparleremo.
Sul trading down leggi : USA : vendite di birra “più economica” in salita
Per un aggiornamento leggi anche Grandi marche USA : segnali contrastanti e USA: i prodotti a marchio del distributore nel settore alimentare rappresentano il 17,4% delle vendite



