Questo articolo è il seguito di ” Vogliamo solo salvare noi stessi, della Terra non ci importa niente “. Pubblicato il 26 luglio, aggiornato il 15 agosto 2022, quando sono state scattate le foto dell’articolo.
Coldiretti dice sotto che “Le stime per il mais sono ancora peggiori, il raccolto sarà dimezzato”.
Di solito Coldiretti esagera ma questa volta è stata più che prudente : il mais ad Albiate ha prodotto pochi frutti, molto piccoli, come quello in copertina.
I campi hanno prodotto molti fiori e sterpaglie (vedi foto sotto), che non serviranno a sfamare gli animali da carne e da latte.
Quindi la produzione non sarà “dimezzata” ma sarà – molto presumibilmente , in Lombardia – pari al 10- 20% di quella dell’anno precedente.
O sarà addirittura pari a zero.
E questo non è catastrofismo ma semplice constatazione dei fatti, sul campo.
Ovviamente la questione agricola italiana non è legata al solo cambiamento climatico ma anche alla vicenda della guerra. A tal proposito leggi : Perchè non bisogna arrendersi davanti all’imperialismo russo del grano e cedere sull’Ucraina.
La siccità abbatte il Pil agricolo del 10%. Danni alle imprese per 6 miliardi di euro
di Micaela Cappellini
24 luglio 2022
I punti chiave
- Il conto delle perdite
- Allarme rosso nelle risaie, criticità negli uliveti
- Perdite nei raccolti di frutta anche al 70%
- Mucche assetate
- Impatti ancora non chiari sulla vendemmia
- Stanziati finora 36,5 miliardi
- I provvedimenti in standby
Con il 60% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica e con 2 gradi di temperatura in più rispetto agli ultimi anni, sull’agricoltura italiana si è scatenata la tempesta perfetta. E il conto sarà salato: secondo la Coldiretti, i danni da siccità potrebbero arrivare a 6 miliardi di euro, bruciando così il 10% del valore della produzione agricola nazionale. Previsioni simili arrivano dalla Cia-Agricoltori italiani: partendo da un valore aggiunto per il settore intorno ai 34 miliardi annui, c’è effettivamente il rischio che se ne vada in fumo il 10% del Pil del comparto. Più cauta Confagricoltura, che ad oggi stima i danni da siccità in 2 miliardi e le perdite per il valore aggiunto agricolo attorno al 6%, anche se la percentuale – dicono – è destinata senz’altro a salire per colpa degli aumenti dei costi di produzione.
Il conto delle perdite
La situazione italiana è drammatica, un quarto del territorio nazionale è a rischio desertificazione. Voce per voce, gli agricoltori fanno il conto delle perdite. Per il raccolto del grano la Coldiretti stima un calo del 30% per quello duro usato per la pasta e del 20% per quello tenero, utilizzato per il pane. Ma in alcune regioni si arriva addirittura a punte del 40% di perdita delle rese.
Le stime per il mais sono ancora peggiori, il raccolto sarà dimezzato perché la siccità ha colpito più duro soprattutto in Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia Romagna, che rappresentano quasi il 90% dell’intera produzione nazionale. Il crollo del raccolto impatta pesantemente sulle stalle, anche a causa della contemporanea diminuzione della produzione di foraggi, anch’essa dimezzata dalle alte temperature. Una boccata d’ossigeno arriva con l’accordo tra Kiev e Mosca per lo sblocco delle spedizioni di cereali ucraini dai porti del Mar Nero: l’Ucraina è infatti il secondo fornitore di granoturco dell’Italia e il via libera alle esportazioni raggiunto a Istanbul è importante per salvare le stalle italiane.
Allarme rosso nelle risaie, criticità negli uliveti
Nelle risaie è ormai allarme rosso, con perdite stimate in oltre il 30% del raccolto. Dei 217mila ettari coltivati a riso in Italia, ricorda la Coldiretti, il 90% è concentrato fra la Lombardia e il Piemonte, due delle regioni dove l’emergenza siccità è più grave. Quanto all’olio, la campagna 2022 era già risultata compromessa nei mesi scorsi, quando il caldo anomalo aveva ridotto significativamente la trasformazione dei fiori in frutti. La situazione è particolarmente grave in Puglia, dove nonostante i danni da Xylella si coltiva ancora un terzo delle olive italiane, con una produzione stimata in calo del 40%.
Perdite nei raccolti di frutta anche al 70%
Nei campi la frutta e la verdura stanno letteralmente bruciando, con ustioni che in alcune zone arrivano a provocare la perdita del 70% del raccolto: peperoni, meloni, angurie, albicocche e melanzane soprattutto. Per evitare le scottature da caldo, spiega la Coldiretti, si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere. Quanto al pomodoro da sugo, la raccolta è ormai cominciata con una settimana di anticipo, ma nonostante questo si stima un calo del raccolto dell’11%.



