Negli anni ’90 uno dei miei primi fornitori del non food era stata la divisione Home Video della Walt Disney, dalla quale avevo comprato e venduto le videocassette nei supermercati Esselunga…
Per questo motivo sono affezionato al marchio, del quale seguo ancora volentieri le evoluzioni :
la Walt Disney, nel 2015, ha avuto ricavi che hanno superato 52 miliardi di $, con un margine operativo pari al 27% (per fare un raffronto Google ha generato un margine operativo del 23% e Apple del 32%).
La Walt Disney possiede la Pixar e i diritti dell’ultimo episodio di Star Wars che è il film con il più alto incasso della storia del cinema (2 miliardi di $ + 700 milioni generati da giochi e giocattoli).
Secondo Brand Finance il marchio Star Wars, acquisito da Lucasfilm nel 2012, per 4 miliardi di $, oggi vale 10 miliardi.
Inoltre stà per aprire un parco a tema in Cina dove ha investito 5,5 miliardi di $.
In Cina Star Wars, i cui primi tre episodi non erano stati visti dal grande pubblico perchè proibiti, ha avuto un successo ancora più eclatante che altrove…
E allora cosa c’è che “non va”?
Questi sono i principi fondanti di Walt Disney (Il Sole 24 ore dell’11 gennaio 2016) e in questi punti si trovano i punti di forza:
ad esempio la musica e i film…
ma i film pesano ormai solo il 14% del fatturato mentre la tv rappresenta ancora il 44% (*) delle sue entrate:
è lì che Disney, che ha perso 7 milioni di abbonati in 3 anni (a gennaio 2016 ne aveva 91 milioni) e che subisce l’incremento dei costi dei diritti di diffusione dello sport – Disney possiede la tv sportiva ESPN- e la concorrenza di nuovi attori, come Netflix, dovrà reinventarsi.
(*) fonti: Le Monde e Corriere della Sera,
le % potrebbero essere state calcolate prima di Star Wars ma il peso della tv rimarrebbe comunque preponderante
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