Sopra da un biglietto da visita della Monsanto che incontrai a fine anni ’90, nella vicenda che oppose la Grande Distribuzione europea (Carrefour, Delhaize, J Sainsbury’s ,Tesco e altre catene) alle aziende che producono sementi ogm.
All’epoca , vista l’importanza della questione, Carrefour aveva addirittura una persona che si occupava solo dell’ approvvigionamento di soia e mais non ogm ( un “chargè de mission ogm”).
Tornando ad oggi l’acquisto di Monsanto da parte di Bayer è di questi giorni ed è stato su tutti i giornali ma solo Le Monde ha ricordato che Monsanto è una delle aziende più odiate del pianeta (“l’une des entreprises les plus haies au monde“)
questo fatto è dovuto a due fattori :
- la vendita di sementi ogm
- la vendita del glifosato o glifosate, un erbicida sul quale vi lascio leggere il parere del professor Marco Acutis della facoltà di Agraria di Milano :
Utilizzo del Glifosate in agricoltura conservativa
Il Glifosate è un erbicida sistemico appartenente alla categoria dei diserbanti fosforganici fosfonati, utilizzato per il diserbo totale della vegetazione presente, e senza effetti residuali. In agricoltura conservativa(che è basata sui principi di minimizzare il disturbo del suolo con le lavorazioni, di avere copertura permanente con vegetazione e/o residui colturali e rotazioni delle colture) il Glifosateè utilizzato per devitalizzare le colture di copertura per permettere la semina diretta della coltura principale in presenza di abbondanti residui lasciati dalla coltura di copertura stessa una volta disseccata. Il suo utilizzo in agricoltura conservativa è previsto dal Piano di Azione Nazionale per l’utilizzo sostenibile dei fitofarmaci (D. Lgs 14 Agosto 2012 n.150 che recepisce la Dir 2009/128 CE) e relativa normativa regionale (DGR 06 Marzo 2015 n. X/3233).
È noto però che il Glifosate ha effetto nocivi sulla salute umana ed animale. Il Glifosate ha anche numerosi effetti negativi sull’ambiente, è tossico per la microfauna benefica, aumenta la suscettibilità delle piante alle malattie, e il suo utilizzo continuativo del prodotto può causare fenomeni di resistenza nelle malerbe. In particolare nel 2015 l’EFSA (European Food Security Authority) ha pubblicato un report (https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/corporate_publications/files/efsaexplainsglyphosate151112it.pdf) che dichiara il glifosate non cancerogeno, pur non ignorando il parere dell’ IARC (Centro Internazionale di Ricerca sul Cancro dell’OMS (http://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/pdf/MonographVolume112.pdf) che ha classificato le formulazioni commerciali a base di gliphosate come “cancerogeno probabile”. EFSA sostiene che la potenziale cancerogenicità non è dovuta alla molecola, ma ai coformulanti presenti nei prodotti commerciali.
La presenza di Glifosate nelle acque è stata abbondantemente confermata da dati internazionali (Lespesticides dans les milieux aquatiques: Données 2007 – France, Comissariat général audéveloppement durable. n°26 Juillet 2010.).
In Italia, nell’edizione 2013 del rapporto nazionale pesticidi nelle acque (ISPRA, 2013) sono riportati i risultati delle analisi condotte nel 2009 e nel 2010 in Italia sulle acque superficiali e sotterranee. Nel 2010nelle acque superficiali in Lombardia, il Glifosate e il suo metabolita AMPA (il quale, però, è il metabolita di vari prodotti chimici, tra cui detergenti) sono risultati presenti con frequenze rispettive del 35.7% e 65.8%.Nel 2010, in 88 punti di monitoraggio delle acque superficiali, 37 superavano la SQA(standard di qualità ambientale) conconcentrazioni oltre 0,1µg L-1 per il Glifosate (42%) e 70 per l’AMPA (79.5%), mentre la SQA per Glifosate e AMPA veniva superata solo in 1 caso su 106 per i campioni di acque sotterranee.
In alternativa all’utilizzo di Glifosate in agricoltura conservativa, esiste un sistema meccanico per l’eliminazione delle malerbe e per il disseccamento delle cover crop nei sistemi colturali conservativi.Questa tecnica prevede l’utilizzo di rulli crimper (Figura 1) che, tramite l’azione combinata del peso della macchina con quello delle alette montate sul rullo, permette la devitalizzazione delle colture di copertura e il loro parziale interramento. I primi risultati di disseccamento ottenuti con questa tecnica sono perfettamente paragonabili a quelli ottenuti con l’utilizzo del diserbante.
Figura 1 – Rullo crimper.
Bibliografia
Dir. 2009/128 CE: “che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”,
Lgs. 14 Agosto 2012 n.150: “Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi”,
DGR 06 Marzo 2015 n. X/3233: “Approvazione delle linee guida per l’applicazione in Lombardia del piano di azione nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari”.
Prof. Marco Acutis
Facoltà di Agraria
Dipartimento di Scienze Agrarie Ambiente- Produzione, Territorio, Agroenergia Milano
Sull’argomento è interessante leggere “I padroni dei semi”, ripreso da Repubblica di cui riporto integralmente solo l’ultima frase, con la conclusione di Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti:
Il risiko dei semi del resto, assicurano i guru della finanza, è solo l’inizio e tra poco darà il via all’integrazione verticale tra i ricchissimi produttori di macchine (come Deere e Cnh) e i big nati dalle fusioni degli ultimi mesi. Con nel mirino le meraviglie dell’agricoltura hi-tech a base di droni e satelliti. Sarà davvero il modo per dare da mangiare a tutti? «Tutt’altro – conclude Moncalvo – . La strada è un’altra. Già oggi un terzo di quello che viene prodotto in campagna viene sprecato e non consumato. Basterebbe recuperarlo e già oggi ci sarebbe cibo per tutti i 10 miliardi di persone che abiteranno il pianeta nel 2050».
Il glifosate della Monsanto viene venduto con il nome di Roundup (qui sugli scaffali di Walmart ad agosto 2016)
prima stesura del 16 settembre 2016
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