Gli antenati dei Caprotti: il pallone del mio bisnonno materno Giuseppe Venosta

Mio nonno Guido Venosta lavorerà a lungo alla Pirelli, dove suo padre Giuseppe fu Direttore generale nonché inventore del primo moderno pallone da calcio, il “Corazza Pirelli” con l’anima in gomma che avrebbe sostituito i palloni in cuoio usati fino ad allora. Le pubblicità del nuovo pallone, leggero e resistente, furono disegnate anche per mano del celebre Marcello Dudovich, considerato uno dei fondatori del manifesto pubblicitario del ‘900 e uno dei più grandi disegnatori e cartellonisti italiani. Manifesto di M. Dudovich, Corazza Pirelli, Museo Nazionale Collezione Salce, Direzione regionale Musei Veneto, pubblicazione su concessione del Ministero della Cultura.

Gli antenati dei Caprotti: i bisnonni materni, Giuseppe Venosta e Argia Neri Venosta, genitori del nonno Guido

Giuseppe Venosta (1880 – 1939) fu un ingegnere che lavorò tutta la sua vita alla Pirelli sino alla morte per cancro, una malattia all’epoca incurabile di cui fu vittima anche la moglie Argia, una decina d’anni dopo di lui. Suo figlio Guido, mio nonno, molti anni dopo s’impegnò molto nella lotta contro il male che aveva ucciso il padre e, un decennio dopo, anche la madre.

I Caprotti e le proprie radici: l’albero genealogico della famiglia materna

Nell’immagine sorridono, in un unico quadro creato per il loro venticinquesimo anniversario di matrimonio, il mio bisnonno Umberto Quintavalle all’epoca delle nozze e in divisa, la moglie Adele Portaluppi, anche lei in doppia veste di giovane sposa e attuale moglie e madre, le due figlie gemelle Ida e Luisa (mia nonna), e il figlio Ferruccio, detto “Illo”.

I Caprotti e le ossa: “Tomba di famiglia, atto secondo: alti e schietti”, 2009

Nel 2009 chiude la Manifattura Caprotti ad Albiate. Anche se la fabbrica da qualche anno non è più dei Caprotti, è naturale che il sindaco Filippo Viganò si rivolga a Bernardo per cercare di limitare le pesanti ricadute sociali che tale chiusura avrà sul paese. Bernardo risponde con una lunga lettera, in cui liquida brevemente (ma non malamente) la questione Manifattura, per dilungarsi sul ben più grave problema dei cipressi del cimitero di Albiate, che sconsiderati giardinieri potano malamente impedendo loro di crescere “alti e schietti” come dovrebbero.

Le ossa dei Caprotti: la tomba di famiglia, atto primo, 1997

Nel 1997 papà e i fratelli non si parlano ormai da chissà quanti anni. Pochi giorni prima di Natale, Bernardo dà il via a quello che nel tempo trasformerà in un vero e proprio tormentone. Nel cimitero di Albiate, la cappella di famiglia necessita di urgenti restauri perché importanti infiltrazioni d’acqua compromettono sia la struttura, sia i feretri che vi sono conservati. Quello che colpisce nel modo in cui Bernardo riferisce i fatti a Guido e Claudio è la meticolosità delle descrizioni. Racconta con precisione ogni dettaglio, non risparmiando loro le fotografie delle casse malridotte e magari aperte, compresa quella del loro papà Peppino.