17 Marzo 2020
Giuseppe Caprotti ha deciso di donare, da privato, 10 milioni di euro per istituire un fondo a sostegno delle iniziative terapeutiche in Lombardia per fronteggiare il coronavirus e per sviluppare un piano a favore delle categorie più deboli. Il primogenito del fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, tra i veri artefici del successo del gruppo distributivo fino al 2004, è tra i pochissimi privati in Italia ad aver donato una simile cifra, al pari per ora solo di Silvio Berlusconi e della Famiglia Agnelli. Sono sempre di più invece i gruppi della grande distribuzione che in ordine sparso hanno deciso di fare donazioni a sostegno degli ospedali che stanno lavorando attivamente all’emergenza. Per citarne alcuni: Alì Supermercati, Eurospin, Gruppo AZ ed Esselunga, che da sola ha donato 2,5 milioni di euro
Dalla Redazione
Giuseppe Caprotti si aggiunge alla lista di chi, in questi giorni, ha deciso di dare il proprio contributo per affrontare l’emergenza coronavirus, e lo fa con un assegno da 10 milioni di euro. Il primogenito del fondatore di Esselunga Bernardo Caprotti, da oltre 10 anni non più operativo all’interno dell’azienda pur essendone stato anche amministratore delegato, ha così istituito un fondo a sostegno delle iniziative terapeutiche in Lombardia per fronteggiare il coronavirus e per sviluppare un piano a favore delle categorie più deboli colpite dagli effetti dell’epidemia. Il fondo – riporta il Corriere della Sera – sarà coordinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano e ha lo scopo di “fronteggiare al meglio questo difficile momento”, con l’augurio che a tale gesto se ne accompagnino altri piccoli o grandi. Caprotti è tra i pochissimi privati in Italia ad aver donato una simile cifra, per ora al pari solo di Silvio Berlusconi e della Famiglia Agnelli.
Intanto sono sempre più numerose le realtà della grande distribuzione che hanno deciso di donare. Alì Supermercati ha donato un milione di euro a sostegno dell’Ospedale di Padova. Il presidente del gruppo Francesco Canella, che oggi conta 113 punti vendita gestiti direttamente in Veneto e in parte in Emilia Romagna, afferma: “Stiamo oggi vivendo un’emergenza sanitaria che non ha precedenti. Come azienda che è nata e cresciuta in questa città abbiamo sentito di dover fare la nostra parte. Abbiamo per questo deciso di donare un milione di euro all’Ospedale di Padova. Ci tengo a sottolineare che questa donazione non è solo da parte della Famiglia Canella, ma anche di tutti i 4 mila collaboratori che compongono la Famiglia Alì e che da giorni stanno lavorando in prima linea per garantire il servizio di pubblica utilità alla comunità”.
La stessa Esselunga ha donato 2,5 milioni di euro agli ospedali e agli istituti impegnati in prima linea nell’assistenza dei pazienti e nella ricerca scientifica per fronteggiare il coronavirus. Il progetto riguarda l’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, la Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza e la Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. “Non possiamo stare fermi a guardare la difficoltà e la preoccupazione generale causata dalla diffusione del Covid-19. Ognuno – afferma Sami Kahale, ceo di Esselunga – deve fare la sua parte”.
Eurospin afferma invece in un post facebook datato 5 marzo che “in quanto azienda interamente di proprietà italiana vogliamo sostenere le due strutture di eccellenza a livello nazionale: l’Istituto Nazionale Spallanzani di Roma e l’Ospedale Sacco di Milano, rendendo disponibili da subito 100 mila euro, equamente ripartiti fra i due centri di eccellenza”. Infine, il Gruppo AZ Spa, licenziatario del marchio Coop in Calabria, ha deliberato una donazione di 200 mila euro per l’acquisto di strumenti e macchinari a supporto della battaglia contro il coronavirus, che saranno equamente suddivisi fra le cinque aziende ospedaliere della regione Calabria.
Le donazioni in corso da parte dei gruppi della grande distribuzione, va inquadrata anche in questo tragico periodo di emergenza da coronavirus per gli italiani, periodo in cui i gruppi della grande distribuzione e in seconda battuta alcune delle filiere che li riforniscono, sono il settore economica che sta beneficiando maggiormente della situazione, con aumenti del fatturato a doppia cifra, pur a fronte di un grande sacrificio da parte di tutti i lavoratori, in particolare quelli impegnati nei punti vendita a stretto contatto con clienti potenzialmente positivi e senza obbligo di mascherina protettiva. Una notevole spinta è stata data anche dalla chiusura di bar e ristoranti, che ha concentrato sulla distribuzione moderna la quasi totalità degli acquisti di alimentari.
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