ECONOMIA
27/3/2021
Il punto
Ugl, un bastone tra le ruote dei rider
di Rosaria Amato di Repubblica
Va bene il protocollo anti-caporalato sottoscritto tre giorni fa con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, ma i rider chiedono soprattutto un contratto collettivo di lavoro cheli tuteli. E per i lavoratori che ieri sono scesi in piazza, chiedendo tra l’altro ai consumatori di partecipare alla loro protesta con un “No delivery Day”, fermando per 24 ore le consegne di cibo a domicilio, il contratto equo non è quello sottoscritto da Ugl e Assodelivery, che li inquadra come autonomi: «Vogliamo essere definiti lavoratori, avere tutele piene e garanzie, diritti come dipendenti», spiegano, indicando a modello la “Ley rider” appena varata in Spagna.
Al loro fianco Cgil, Cisl e Uil, che considerano illegittimo il contratto sottoscritto da Ugl perché non adeguatamente rappresentativo, e diversi esponenti di Pd, M5S e Leu.
Ma l’Ugl non si tira indietro, e proprio nella giornata che ha visto le piazze italiane invase dai rider in bicicletta, rilancia con l’hashtag #iorestoautonomo una “contromanifestazione” per il 30 marzo: «Il lavoro subordinato è pagato meno del reddito di cittadinanza», contesta. Mentre Assodelivery, l’organizzazione datoriale, fa sapere che lo sciopero di ieri «non ha avuto impatti rilevanti».
Per un approfondimento leggi “Salviamo il soldato delivery”.
Sotto : Vegè ha appena varato una partnership con Glovo e Giorgio Santambrogio dibatte dello sciopero dei rider di ieri con Luigi Rubinelli.
Anche perchè Glovo, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di piegarsi ai voleri della Procura di Milano.



