Redatto il 23 gennaio ed aggiornato il 29 gennaio 2022
“Tutto” è probabilmente iniziato in Cina, dove anche i francesi hanno fatto i primi test (vedi foto sotto dell’ Auchan box).
Poi questi test sono arrivati negli USA, in Giappone, in Francia e in Gran Bretagna.
Le catene e/o aziende si chiamano Auchan, Amazon, Alibaba, Tencent, Carrefour, Tesco e anche Aldi.
Adesso arriva JD.com, la grande rivale del gruppo di Jack Ma.
Personalmente la cosa che mi impressiona di più di questa formula è la dichiarazione sulla convenienza : …”Secondo la catena, sarà proprio l’automazione e le tecnologie di gestione della supply-chain a permetterle di abbassare i prezzi dei suoi prodotti del 10%. Una scelta che potrebbe rendere l’insegna un attore davvero competitivo in un mercato già molto affollato”…
Certo è che dovrebbero averne tantissimi per riuscire a praticare quanto affermano. Ma a JD.com capitali e pazienza credo non manchino.

Il gigante cinese JD.com debutta in Olanda con gli store robotici
14 Gennaio 2022
JD.com, gigante dell’e-commerce cinese, debutta per la prima volta in Europa aprendo due store fisici a insegna Ochama nei Paesi Bassi, in quella che molti vedono come una vera e propria sfida ad Amazon e alla sua presenza sul vecchio continente. La catena promette consegne più veloci, facili e convenienti su un ampio assortimento di prodotti – inclusa l’ortofrutta fresca – sfruttando tutta la sua potenza omni-canale ad alto tasso robotico. Ecco come
di Massimiliano Lollis
JD.com debutta per la prima volta in Europa con due nuovi store fisici a insegna Ochama nei Paesi Bassi, a Leida e Rotterdam. Grazie a un avanzato sistema automatizzato che raccoglie e gestisce gli ordini online del cliente e prepara la spesa che il cliente poi ritirerà in negozio (in modalità pick-up) o riceverà a domicilio, la catena promette un’esperienza di acquisto online senza precedenti.
Il format omni-canale di JD.com si basa sul modello membership in stile Prime (l’iscrizione costa 10 euro) e sull’utilizzo dell’app di Ochama, dove viene messo a disposizione dei clienti un ampio assortimento di prodotti alimentari confezionati e freschi – inclusa l’ortofrutta – ma anche non-food: elettrodomestici, cosmetici, prodotti per bambini, moda, arredamento. Tutti prodotti che la catena definisce “di serie A”, anche se la testata Forbes fa notare che, al momento, di prodotti di fascia alta non se ne sono ancora visti in assortimento. Un assortimento che però, come spiega in un video Mark den Butter, chief operation officer di Ochama, si prevede crescerà progressivamente entro i prossimi mesi.
Come funziona uno store Ochama? Si tratta, più che di store, di piccoli centri logistici robotici. Nei magazzini, accanto ai punti di raccolta, veicoli automatizzati e bracci robotici raccolgono e gestiscono le varie referenze e gli ordini in tempo reale. Un sistema in grado di gestire circa 15mila ordini al giorno. Il cliente che intende ritirare la sua spesa ordinata online via app non deve fare altro che entrare nello store e scannerizzare il codice Qr: a quel punto l’ordine verrà prelevato dal magazzino e consegnato grazie a speciali nastri trasportatori.
Gli store robotici Ochama a Leiden e Rotterdam solo solo i primi di una serie che si presume non sarà affatto corta: presto apriranno anche quelli di Amsterdam e Utrecht. “Grazie all’esperienza nella vendita al dettaglio e nella logistica all’avanguardia accumulata negli anni dall’azienda – ha dichiarato Pass Lei, general manager di Ochama JD Worldwide – puntiamo ad offrire un’esperienza di acquisto senza precedenti per i clienti europei, con prezzi e servizi migliori”.
Già, i prezzi. Secondo la catena, sarà proprio l’automazione e le tecnologie di gestione della supply-chain a permetterle di abbassare i prezzi dei suoi prodotti del 10%. Una scelta che potrebbe rendere l’insegna un attore davvero competitivo in un mercato già molto affollato.
Un mercato che si chiama Paesi Bassi. In un comunicato JD.com ha spiegato la scelta di puntare sul Paese nordeuropeo per il debutto Ue per il carattere degli olandesi, “appassionati di innovazione e della difesa dell’ambiente” (nelle intenzioni di JD.com il nuovo format ridurrà traffico e code ai centri commerciali concentrando idealmente la spesa food e non-food in un unico store) e per il fatto che, secondo i dati della Banca Mondiale, i Paesi Bassi sarebbero uno dei Paesi più urbanizzati d’Europa, con il 92% della popolazione residente in città. A questo aggiungiamo un aspetto non sottolineato dall’azienda, ma a nostro parere determinante: la presenza nel Paese di Rotterdam, per l’appunto, uno dei maggiori porti al mondo – primo in Europa – e principale destinazione delle merci cinesi nel vecchio continente.
Sotto: l’entrata di un negozio Albert Heijn nei Paesi Bassi. “La scelta dell’Olanda non è casuale, visto che si tratta di uno dei paesi più urbanizzati d’Europa, con il 92% degli abitanti che vivono nelle città. C’è anche un’altra ragione logistica e strategica da non trascurare: il porto di Rotterdam, oltre a essere uno dei più grandi del mondo, è il principale punto d’approdo delle merci cinesi in Europa. Non a caso il 35% di Euromax Terminal è controllato dal colosso cinese Cosco”



