La famiglia “Esselunga” distrutta dal narcisismo patologico – libro interessantissimo
Recensito in Italia il 1 aprile 2024
Maria Cristina Piazza
Bernardo Caprotti nel 2007 nel suo “Falce e carrello” – dedicato per lo più ai soprusi e alle ingiustizie subite dalle Coop e dalle amministrazioni di sinistra – raccontava di una banda di dirigenti inetti e disonesti che nel 2004 aveva dovuto cacciare per salvare l’azienda Esselunga di cui è considerato il fondatore. Ma ben si guardò, nel libro, da ogni riferimento esplicito al figlio Giuseppe che in azienda aveva lavorato 20 anni fino a divenirne l’amministratore delegato, e che lui estromise con infamia per poi sostenere tutta la vita che si fosse dimesso volontariamente.
Nel 2009 il giornalista specializzato Filippo Astone nel suo “Affari di famiglia” – che raccontava la storia di molti rampolli delle grandi dinastie industriali italiane – fu il primo a riabilitare la figura di Giuseppe, che il padre aveva professionalmente seppellito sotto una montagna di bugie diffamanti.
Oggi Giuseppe Caprotti ci racconta come andarono veramente le cose. Una tragedia familiare, peraltro scritta in prosa eccellente e avvincente come un giallo (400 pagine che si leggono d’un fiato).
Che Bernardo fosse un padre-padrone iracondo e prepotentissimo era cosa nota, così come noto era che i Caprotti fossero una famiglia particolarmente litigiosa da generazioni. Quel che non era mai stato descritto in modo così chiaro è come, mentre conduceva con successo l’Esselunga (*), Bernardo distruggesse sistematicamente tutti coloro che aveva intorno: la madre, i fratelli, la moglie, i figli, i collaboratori più stretti. Emerge evidentissimo il forte profilo narcisistico di un uomo disfunzionale che con i suoi comportamenti distruttivi (tutti tipici dei narcisisti patologici, leggere per credere) ha volontariamente guastato tutta la famiglia – divide et impera -, e per miracolo non anche l’azienda. Bernardo a sua volta era stato un figlio non amato dalla madre [Marianne Maire Caprotti] e punito dal padre [Peppino Caprotti], e da qui lo sviluppo del suo narcisismo: i danni psicologici nascono in famiglia e vengono da lontano.
Il padre è morto nel 2016 (praticamente diseredando Giuseppe e la sorella Violetta, figli della prima moglie), e il figlio solo dopo anni è riuscito a raccontare cosa aveva dovuto passare per tutta la vita. Questo libro è dell’ottobre 2023.
Per tutta risposta, la sorellastra Marina (figlia di seconde nozze ed erede di Esselunga) nel febbraio 2024 ha fatto ripubblicare il libro del padre “Falce e carrello” col sottotitolo “In memoria di un uomo che non può più difendersi” e l’aggiunta di alcuni commenti rispetto all’edizione originale. Evidente come la frattura familiare resti insanabile.
Il libro di Giuseppe Caprotti è interessantissimo, e ancor più interessante se confrontato e letto insieme a quello del padre. Volendo, anche a quello di Astone.
Conosco per esperienza personale cosa significhi avere a che fare con persona affetta da disturbo narcisistico di personalità: tutta la mia comprensione e solidarietà alle vittime.
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Segnalo, per chi volesse approfondire, che sul podcast “One more time” c’è una recente intervista a Giuseppe Caprotti: dura 2 ore, ma è talmente coinvolgente che non si riesce a staccarsi. Sguardo, mimica facciale, linguaggio del corpo, tutto di lui ci parla. Non serve aggiungere altro, basta guardarla per capire.
(*) peccato non venga considerato quanto ho fatto personalmente per l’azienda ma non è certo la prima volta.