I loghi delle due aziende sopra, a sinistra quello di Aldi Nord, a destra quello di Aldi Sud.
Sento parlare di Aldi dalla fine degli anni ’80, dal mio mentore Charles Fitzmorris ma anche da mio padre, Bernardo Caprotti.
Entrambi, all’epoca, consideravano la formula Aldi come vincente.
I fratelli Albrecht (Al Di = Albrecht Discount) erano gli inventori del discount di qualità.
Iniziarono insieme e poi si separarono, rispettandosi e non facendosi concorrenza diretta.
Leggete questo articolo sul progetto del cioccolato equo solidale promosso da Aldi e il seguito della storia, con le mie considerazioni alla fine.
Una bontà equa e solidale: Aldi lancia sul mercato la nuova tavoletta Choceur Choco Changer
Di Redazione
11 Maggio 2021
Il Gruppo ALDI SÜD e il Gruppo ALDI Nord si preparano a lanciare insieme sul mercato, sotto il comune marchio Choceur, la nuova tavoletta CHOCO CHANGER 150 gr. disponibile nelle tre varianti Nocciola, Caramello salato e Cioccolato fondente 70%. L’articolo sarà in commercio a partire dal 10 Maggio al prezzo di 1,99 Euro.
Acquistando questa tavoletta di cioccolato e seguendo il motto “La svolta è nelle tue mani”, i consumatori potranno aiutare concretamente le comunità di coltivatori di cacao del Ghana e della Costa d’Avorio, che percepiscono così per il proprio cacao un prezzo che consente loro di assicurarsi un reddito dignitoso. La catena di fornitura è 100% trasparente: tutte le varianti del cacao sono lavorate separatamente rispetto ai comuni articoli di cioccolato e sono interamente tracciabili. Nel dicembre 2020, ALDI è diventato il primo discount operante a livello internazionale a unirsi alla missione di Tony’s Open Chain per cambiare gli standard nell’industria del cacao.
“Nel nostro ruolo di ‘Mission Ally’ della Tony’s Open Chain, siamo certi di poter presentare alla nostra clientela un prodotto equo e solidale, frutto di un approvvigionamento 100% responsabile. Questo ci consente di intraprendere una svolta positiva e di offrire al consumatore un prodotto esemplare, contribuendo nel contempo alla tutela dei diritti umani e della natura lungo le catene di fornitura del cacao”, afferma Anke Ehlers, Director del Reparto Corporate Responsibility International del Gruppo aziendale ALDI SÜD.
“La nostra tavoletta di cioccolato Choceur CHOCO CHANGER andrà a definire per i coltivatori operanti lungo le catene di fornitura del cacao, una nuova realtà in termini di trasparenza, salario sicuro e migliori condizioni di vita. Siamo orgogliosi di poter dare impulso a questa svolta e di poter sensibilizzare la nostra clientela su queste tematiche in ben undici Paesi”, dichiara Erik Hollmann, Director Corporate Responsibility/Quality Assurance International del Gruppo aziendale ALDI Nord.
Per la tavoletta di cioccolato Choceur CHOCO CHANGER, i Gruppi ALDI SÜD e ALDI Nord adottano i cinque principi di approvvigionamento della Open Chain di Tony’s:
- Tracciabilità: tutte le fave di cacao sono completamente tracciabili e vengono acquistate direttamente dalle cooperative di coltivatori. Questo permette di conoscere con precisione il luogo e le condizioni di coltivazione delle fave.
- Prezzo superiore: oltre al premio Fairtrade, i coltivatori ricevono per ogni chilogrammo di fave di cacao un contributo aggiuntivo che consente loro di percepire un reddito dignitoso.
- Coltivatori forti: ALDI sostiene le cooperative agricole professionali. Insieme gli agricoltori sono più forti, uniti in un’organizzazione possono lavorare in modo più professionale, realizzare economie di scala e trasmettersi reciprocamente fiducia e dedizione.
- Lunga durata: ALDI assume impegni a lungo termine, con l’obiettivo di offrire agli agricoltori una retribuzione sicura e di dare loro la possibilità di investire nelle proprie attività.
- Produttività e qualità: attraverso i corsi di formazione e gli investimenti avviati da Tony’s Open Chain, ALDI fornisce supporto ai coltivatori affinché possano migliorare i propri ricavi ed affacciarsi ai diversi mercati.
“Sono davvero lieto di poter annunciare l’ingresso di un nuovo ‘Mission Ally’: ALDI. Insieme ci facciamo carico delle responsabilità legate all’industria del cioccolato al fine di promuovere cambiamenti strutturali e sviluppare una catena di fornitura del cacao improntata a una maggiore equità. Insieme possiamo accrescere il nostro impatto a livello locale. Ciò significa che il nostro modello Open Chain funziona e che siamo in grado di ampliare il nostro impegno su larga scala”, afferma Paul Schoenmakers, Head of Impact di Tony’s Chocolonely.
Gli ingredienti della tavoletta Choceur CHOCO CHANGER sono certificati e acquistati da produttori Fairtrade, che possono usufruire di condizioni commerciali più eque, dare impulso a una svolta sociale e impegnarsi per la tutela dell’ambiente. Il cacao utilizzato da ALDI per quasi tutti gli articoli a marchio proprio è certificato secondo gli standard UTZ/Rainforest Alliance o Fairtrade, che comprendono anche condizioni finalizzate a combattere lo sfruttamento del lavoro minorile lungo le catene di fornitura.
Per sapere come ALDI sostiene i coltivatori di cacao dell’Africa occidentale grazie a Choceur CHOCO CHANGER, è possibile consultare il sito dedicato oppure il lato interno della confezione del prodotto.
Sui problemi del settore puoi leggere :
Piano Nestlè per azzerare le emissioni. E il lavoro minorile?
ma soprattutto Apre la “bottega buona”: il punto sul commercio equo dove – finalmente – si capisce cosa può rimanere agli agricoltori del commercio equo e solidale : tra il 26 e il 48% del prezzo finale, IVA esclusa.
Il successo di queste operazioni di marketing dipende molto da chiarezza e trasparenza di questi dati.
Due fatti fondamentali:
- E’ importantissimo che Aldi , Nord e Sud, due aziende molto serie, ci abbiano “messo la faccia”. Con un partner altrettanto serio (Tony’s Chocolonely) . Un esempio per la grande distribuzione ma anche per le grandi marche del largo consumo.
- Due aziende familiari tedesche, che si erano separate tanti anni fa (*) si riuniscono per un progetto, a marchio privato, con valore etico, molto importante.
Una cosa simile potrebbe succedere in Italia?
Ne dubito, purtroppo. Vedo un Paese, il nostro, dove le divisioni superano sempre l’idea di avere degli obiettivi comuni.
Aldi, già nel 2019, era l’ottavo distributore mondiale, secondo Deloitte.
(*) le ragioni della separazione tra le due aziende non sono note. E non semplificherei ne banalizzerei una storia decisamente straordinaria accettando come “vero” quanto scritto su Wikipedia.
Non c’è mai una sola ragione.
Le ragioni, nelle aziende famigliari, sono molteplici e spesso sconosciute ai più.
N.B. : ho introdotto i prodotti equo solidali in Esselunga.
Su Fairtrade leggi qui : tra gli enti certificatori sembra uno dei migliori.
Sulla leadership di Aldi nella comunicazione (e non solo), in Italia, puoi leggere questo articolo.
Aldi Sud e Aldi Nord collaborano anche nell’e-commerce.
Redatto il 16 maggio e aggiornato il 23 maggio 2021



