Marco Brunelli, l’amico – nemico dei Caprotti

L’imprenditore che diventerà uno dei protagonisti della grande distribuzione in Italia nasce quale antiquario, e tra i più quotati di Milano. Sua è l’organizzazione di una mostra memorabile alla Villa Reale, nel 1955, dedicata al “Settecento veneziano”; tra i prestatori delle opere i più bei nomi della città e non solo, vi figura anche mia nonna Marianne [Maire in Caprotti]. E tra i collezionisti d’arte più importanti del periodo che erano clienti anche di Brunelli c’era James Hugh Angleton, presidente della American Chamber of Commerce in Italia.  

Ercole Marelli e Manifattura Caprotti: prima industriali, poi parenti

Il confronto tra la Ercole Marelli e la Manifattura Caprotti evidenzia non solo le differenze nei settori industriali – la Marelli, fondata nel 1899, opera nel settore elettromeccanico, la Caprotti, nata come industria nel 1840, opera in quello tessile -, ma anche come entrambe rappresentino storie significative dell'industria italiana, ed esplorare le loro storie offre spunti interessanti sulle dinamiche economiche e sociali in Italia.

Prossimità moderna: i supermercati di medie dimensioni trainano il mercato

La fascia dei supermercati e i discount con metrature comprese tra 801 e 1.500 metri quadrati ha raggiunto un fatturato pari a 40 miliardi di euro. Un valore che non solo è nettamente superiore agli altri formati, ma che conferma in modo inequivocabile come sia proprio in questa fascia dimensionale che si stia giocando la partita più importante all’interno della grande distribuzione organizzata

Aldi subentra a Bennet in Viale Monza a Milano: cosa significa?

Cosa sta succedendo nella distribuzione? Si scopre che “Nell’ultimo anno il 20% delle famiglie ha cambiato il giudizio sull’insegna con il miglior rapporto qualità/prezzo… contano lo scenario concorrenziale locale, così come la qualità dei prodotti e dei reparti. Tra questi ultimi l’ortofrutta resta il più importante (57% delle famiglie) …

Aldo Bassetti. L’impegno politico-imprenditoriale: la società “Piccolo Naviglio” e l’ “Espresso”

Quasi per caso, nei primi anni Sessanta, Aldo Bassetti si trova a entrare in un gruppo che salverà il settimanale “L'Espresso”. Viene chiamato “Piccolo Naviglio”, e comprende, oltre a Bassetti, giovani eredi provenienti da alcune delle maggiori dinastie industriali italiane: oltre a Bassetti, infatti, ci sono Roberto Olivetti e Vittorio Olcese.